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CAI, CEI ed i saldi di fine Italia

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Messaggio Da Ospite Lun Set 29, 2008 10:23 pm

CAI, CEI ed i saldi di fine Italia

CIP Associazione nazionale - 26-09-2008

Vuole tutto e subito. Ratzinger, in materia d'istruzione, alza le pretese e stringe i tempi. Deve incassare la contropartita per l'affossamento di Prodi e per lo smaccato appoggio elettorale alla destra e vuol farlo subito. Può contare sul ministro giusto. Ma non gli basta la denigrazione e lo smantellamento dell'istruzione statale, la chiusura degli istituti nei piccoli centri, la distruzione della scuola di base col ritorno al maestro unico e l'addio alle specializzazioni, la limitazione del tempo pieno e prolungato. Vuole l'istruzione in subappalto e tanti finanziamenti. Chiamati, rispettivamente, sussidiarietà e parità. In pratica, si traducono in rette e sovvenzioni di stato, per un ammontare da capogiro. Perché si sa: senza soldi non si cantano messe. Figuriamoci se s'insegna. La maggioranza su cui conta il pontefice è quella giusta. Quella per la quale la scuola pubblica è un covo di comunisti e gli insegnanti sono nemici che addottrinano i futuri avversari politici. Non è un caso che voglia epurare quelli indesiderati (i sessantottini) e sostituirli con altri "più meritevoli" (leggi: più allineati). Per farlo si affida alla casta dei presidi-manager, concedendo loro la libertà di scegliere e poi premiare i docenti più servili e collusi. Non è un caso che quel dicastero sia stato spesso retto da soggetti politicamente ostili e "scolasticamente disturbati", ovvero formati nelle scuole confessionali dove si patisce una condizione di inferiorità verso la scuola statale. Una scuola che costoro non conoscono ma detestano "a prescindere", o non l'hanno retta o ne sono stati allontanati. Per contro, "da quelli della pubblica", vengono additati più come paganti che come studenti. In sintesi, si sentono diversi: dei discriminati, anche se di lusso. Nasce il sospetto che da questo senso di frustrazione discenda l'accanimento contro la scuola statale, il linciaggio gratuito e sistematico contro chi la frequenta e ci lavora, il carattere punitivo delle pseudoriforme, le azioni persecutorie e le dichiarazioni intimidatorie contro i docenti, i tagli d'orario e classi, quelli di cattedre ed istituti.

Sulla scuola è più che mai in corso una disputa di civiltà, una lotta di potere ed un conflitto di interessi i cui arbitri non hanno né qualità né autorevolezza e men che mai autonomia e serenità di giudizio. Si smantella la scuola pubblica come patrimonio comune. Per privatizzarla e declassarla, scaricando i costi sui contribuenti e regalando gli utili ai soliti compari di merende. Una vicenda simile all'Alitalia. Simile, infatti, le società che si candidano a subentrare nella gestione: si chiamano CAI e CEI. Cambiano le quantità e le prospettive degli esuberi, però. A scuola, per ora, i tagli sono 160.000, ai quali s'aggiungono oltre 300.000 precari espropriati anche della speranza, per la compagnia di bandiera sono 20.000 ed ipotetici. Ma loro, si sa, fanno molto più notizia.

prof.ssa Maristella Curreli per il Direttivo Nazionale dei C.I.P. - Comitati Insegnanti Precari
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