RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
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RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Unità: «Gelmini dimettiti» A Roma la rabbia di precari e studenti
04-10-2009
Maristella Iervasi
Esasperati, raggirati, sfiniti dalla precarietà. In piazza a Roma per la «Dignità e il futuro della scuola pubblica ». Perché l’«istruzione è in catene » e insegnanti, bidelli con la maschera simbolo del precario senza voce sul volto, hanno lasciato le occupazioni per manifestare tutti insieme e gridare l’unico coro: «Gelmini dimettiti». Arrivano da Palermo e Milano, da tutte le città d’Italia, cantano slogan e srotolano striscioni. Una protesta che va avanti da fine agosto, quando gli studenti erano ancora in vacanza e i precari arrampicati sui tetti. Pino La Fratta ha 36 anni, docente a Campobasso: «Non è possibile cancellare con un colpo di spugna otto anni di insegnamento - spiega -. Specializzarsi, sostenere Master... e notare che l’interesse del governo è sempre quello: cancellarci». «Bisogna reagire» aggiunge Amalia Perfetti, 46 anni, di Frosinone, con accanto la figlia Beatrice al primo anno di liceo: «Più si taglia, più si raglia. Ribelliamoci. Il futuro dei giovaninonè nelle politiche diseducative di questo governo». Eccole le ragioni del corteo dei precari del Coordinamento nazionale, con al fianco il sindacato Flc-Cgil, gli studenti della Rete, dell’Udu e l’Uds. Oltre 20mila manifestanti (secondo gli organizzatori, 5mila per la questura). Una «marcia» allegra e battagliera partita da Piazza della Repubblica, un passaggio a Piazza del Popolo per amplificare dal palco della libertà di stampa la protesta che non cessa, nonostante la soluzione-tampone dei contratti di disponibilità della Gelmini. È una misura che «ammazza i precari» - sottolinea Antonella Vaccaro, 38 anni, maestra precaria di Napoli, dal palco dell’Fnsi. E non sottrae critiche all’informazione: «Il vostro silenzio è stato assordante cari giornalisti - dice al microfono -. L’informazione nazionale titolava sule escort mentre docenti e Ata in tutt’Italia si arrampicavano sui tetti e facevano lo sciopero della fame». Nunzia Torretta, collaboratrice scolastica, la sua rabbia l’ha messa per iscritto: «Mamma Rai dei precari non parli mai/ Ordina Silvio di tacere/ e tu disattendi il tuo dovere ». Antonino Geraci, 55 anni, insegnate di educazione fisica, diffonde la sua storia: «Da 27 anni precario e buttato sul lastrico».Mariella Tramontano di Napoli recita il verbo lavorare: «Io lavoravo bene e con passione/ tu ministro lavori male ma esegui bene/ egli lavorava con la escort e non alla Ford...».
04-10-2009
Maristella Iervasi
Esasperati, raggirati, sfiniti dalla precarietà. In piazza a Roma per la «Dignità e il futuro della scuola pubblica ». Perché l’«istruzione è in catene » e insegnanti, bidelli con la maschera simbolo del precario senza voce sul volto, hanno lasciato le occupazioni per manifestare tutti insieme e gridare l’unico coro: «Gelmini dimettiti». Arrivano da Palermo e Milano, da tutte le città d’Italia, cantano slogan e srotolano striscioni. Una protesta che va avanti da fine agosto, quando gli studenti erano ancora in vacanza e i precari arrampicati sui tetti. Pino La Fratta ha 36 anni, docente a Campobasso: «Non è possibile cancellare con un colpo di spugna otto anni di insegnamento - spiega -. Specializzarsi, sostenere Master... e notare che l’interesse del governo è sempre quello: cancellarci». «Bisogna reagire» aggiunge Amalia Perfetti, 46 anni, di Frosinone, con accanto la figlia Beatrice al primo anno di liceo: «Più si taglia, più si raglia. Ribelliamoci. Il futuro dei giovaninonè nelle politiche diseducative di questo governo». Eccole le ragioni del corteo dei precari del Coordinamento nazionale, con al fianco il sindacato Flc-Cgil, gli studenti della Rete, dell’Udu e l’Uds. Oltre 20mila manifestanti (secondo gli organizzatori, 5mila per la questura). Una «marcia» allegra e battagliera partita da Piazza della Repubblica, un passaggio a Piazza del Popolo per amplificare dal palco della libertà di stampa la protesta che non cessa, nonostante la soluzione-tampone dei contratti di disponibilità della Gelmini. È una misura che «ammazza i precari» - sottolinea Antonella Vaccaro, 38 anni, maestra precaria di Napoli, dal palco dell’Fnsi. E non sottrae critiche all’informazione: «Il vostro silenzio è stato assordante cari giornalisti - dice al microfono -. L’informazione nazionale titolava sule escort mentre docenti e Ata in tutt’Italia si arrampicavano sui tetti e facevano lo sciopero della fame». Nunzia Torretta, collaboratrice scolastica, la sua rabbia l’ha messa per iscritto: «Mamma Rai dei precari non parli mai/ Ordina Silvio di tacere/ e tu disattendi il tuo dovere ». Antonino Geraci, 55 anni, insegnate di educazione fisica, diffonde la sua storia: «Da 27 anni precario e buttato sul lastrico».Mariella Tramontano di Napoli recita il verbo lavorare: «Io lavoravo bene e con passione/ tu ministro lavori male ma esegui bene/ egli lavorava con la escort e non alla Ford...».
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
tuttoscuola.com
sabato 3 ottobre 2009
20.000 manifestanti a Roma
I precari della scuola hanno sfilato in corteo oggi pomeriggio a Roma. Secondo gli organizzatori hanno partecipato 20 mila persone.
Il corteo è poi confluito in piazza del Popolo, dove si teneva la manifestazione per la libertà di informazione. Slogan preferito: ''Gelmini dimettiti, sei la vergogna dell'Italia''. E' anche comparso uno striscione con la scritta: "I soldi per la scuola e l'università sono tutti in Afghanistan''.
L'altro corteo, quello organizzato dai Cobas, si è invece mosso direttamente verso il Ministero di viale Trastevere, dove si sono successivamente recati anche una parte dei manifestanti provenienti da piazza del Popolo.
sabato 3 ottobre 2009
20.000 manifestanti a Roma
I precari della scuola hanno sfilato in corteo oggi pomeriggio a Roma. Secondo gli organizzatori hanno partecipato 20 mila persone.
Il corteo è poi confluito in piazza del Popolo, dove si teneva la manifestazione per la libertà di informazione. Slogan preferito: ''Gelmini dimettiti, sei la vergogna dell'Italia''. E' anche comparso uno striscione con la scritta: "I soldi per la scuola e l'università sono tutti in Afghanistan''.
L'altro corteo, quello organizzato dai Cobas, si è invece mosso direttamente verso il Ministero di viale Trastevere, dove si sono successivamente recati anche una parte dei manifestanti provenienti da piazza del Popolo.
Ospite- Ospite
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Aprileonline: Educazione precaria fuori onda
04-10-2009
Giuliano Garavini
C'è stata sabato una, anzi due, manifestazioni dei lavoratori precari della scuola e di studenti medi con la comparsata di un assaggio di studenti universitari. E' il primo movimento sulla questione educativa ad un anno di distanza dalla straordinaria stagione de "l'Onda", che però ha portato a risultati concreti assai magri. Una manifestazione importante dunque che ha trovato poco spazio sui mezzi di informazione, sia a causa della tragica vicenda degli alluvioni in provincia di Messina, sia a causa della contemporanea manifestazione sulla "libertà dell'informazione".
La situazione della scuola, dell'università e della ricerca in Italia è ben esemplificata dalla vicenda dello "scudo fiscale".
Questo governo ha tagliato fondi alla sanità (le regioni parlano di tagli per 7 miliardi di euro in due anni), ha tagliato il finanziamento ordinario alle università per 835 milioni di euro nel 2010 e prevede in due anni di ridurre l'organico nelle scuole di 150mila unità tra pensionamenti e mancati rinnovi contrattuali. Si è parlato di 18mila tra insegnanti e personale scolastico cui non verrà rinnovato il contratto solo questo anno: il più grande licenziamento collettivo dell'Italia repubblicana. Questi tagli da barbiere dell'esercito sono stati venduti come misure di razionalizzazione: una mossa abile, perché di un rinnovamento nel funzionamento di scuola e università c'è pur bisogno, ma non certo di demolizioni. Per dirne una: l'amministrazione Obama ha dichiarato anch'essa di voler riformare l'istruzione pubblica, ma spenderà 150 miliardi di dollari in più dello scorso anno.
E poi quale è stata la trovata? Per coprire questi tagli nel settore dell'educazione e nella sanità si ricorrerà, in parte, ai potenziali proventi del condono fiscale chamato "scudo" (ma lo scudo non dovrebbe proteggerci dai nemici invece di farli entrare nel nostro Paese?). Tradotto: decine di migliaia di lavoratori delle scuole, delle università, degli ospedali, e centinaia di migliaia di cittadini che vedono scomparire gli ospedali più piccoli, ridotti i servizi nelle scuole, scadere la qualità dell'insegnamento universitario, dipenderanno dalla generosità di mafiosi, ladri, imprenditori scaltri e rampanti che, in cambio di un piccolo obolo, possono passare il brillantante sui loro reati, sulla loro slealtà nei confronti della comunità in cui vivono, sulle rapine perpetrate ai danni dei lavoratori delle loro fabbriche (Gianni Agnelli docet). Francamente, anche se docente universitario a contratto, preferirei che questi signori seguissero i loro spiccioli in giro per il mondo oppure se li depositassero in quelle zone dove l'igiene lascia a desiderare. Tanto più che per ogni fraudolento milione di euro che rientra grazie allo "scudo", ce ne sarà un altro che esce illegalmente dall'Italia sapendo che questo paese adora gli evasori.
I lavoratori precari della scuola hanno fatto un grande e ammirevole lavoro. Da questa estate hanno messo in piedi iniziative eclatanti che gli hanno concesso un poco di visibilità. Sono riusciti ad organizzarsi in rete, il "coordinamento precari scuola" (http://retedocentiprecari.blogspot.com/), e si sono tirati dietro sia i sindacati di base che la Cgil, cioè gli unici sindacati che sono rimasti. Essi hanno avanzato una piattaforma molto radicale che prevede tra l'altro le dimissioni del ministro Gelmini, l'immissione in ruolo per tutti i posti vacanti disponibili (il Ministro preferisce mantenere un sistema di precariato che garantisce ricattabilità), il rifiuto del "maestro unico", il rifiuto dei "contratti di disponibilità" con i quali il ministro Gelmini affida alle regioni il compito di fare l'elemosina ad alcuni degli insegnanti che rimarranno senza contratto. Hanno poi organizzato per il 3 ottobre la prima manifestazione nazionale dei precari e creato anche un bandiera viola, con al centro una clessidra alata, a rappresentarli.
Ed è stata una manifestazione importante ma anche difficile. Difficile perché divisa tra la maggioranza che ha deciso di attraversare "criticamente" la piazza del Popolo in cui si manifestava contro Berlusconi, e i Cobas che hanno preferito recarsi direttamente davanti al Ministero dell'Istruzione. Difficile perché il corteo degli insegnanti precari ha dovuto sfidare le leggi della fisica passando indenne attraverso una piazza gremita e compatta... e infatti tanto indenne il passaggio non è stato. Uno striscione contro i finanziamenti militari e un discorsetto sono stati forse un premio troppo magro per l'intoppo creatosi. Difficile perché difficile è il rapporto con il maggior sindacato del lavoro, la Cgil, che ha sì partecipato alla manifestazione ma sarà disponibile a sostenere la battaglia dei precari fino al punto di mobilitare i suoi iscritti in uno sciopero generale? Difficile perché per questi giovani appassionati è difficile convincere i colleghi alle ragioni dell'unità, a non accettare elemosina che dividono, nonvhé convincere gli italiani tutti, famiglie e studenti, che non si stanno battendo per altro che per una scuola pubblica e democratica, fatta di insegnanti preparati e consapevoli. Difficile perché, come sanno bene gli universitari, per i migliaia di precari, spesso fra le menti e i cuori più appassionati, non esistono strutture che garantiscano una continuità alla lotta. Difficile perché il rischio di essere isolati e incattivirsi è sempre dietro l'angolo. Sia detto chiaramente, solo la combattività e la forza delle giovani insegnanti ha saputo tenere il nerbo e l'anima della manifestazione e garantirne comunque il successo.
Sabato hanno partecipato, ad essere realistici, fra tutte e due le manifestazioni non più di 6-7mila persone, ma da tutta Italia, da Siracusa, da Reggio, da Salerno e da Ravenna. Si tratta quindi di un primo importante risultato se prevarranno le ragioni dell'unità, se il movimento saprà parlare con le parole posate e meditate che gli insegnanti devono sempre maneggiare, non ultimo per rispetto ai loro studenti.
04-10-2009
Giuliano Garavini
C'è stata sabato una, anzi due, manifestazioni dei lavoratori precari della scuola e di studenti medi con la comparsata di un assaggio di studenti universitari. E' il primo movimento sulla questione educativa ad un anno di distanza dalla straordinaria stagione de "l'Onda", che però ha portato a risultati concreti assai magri. Una manifestazione importante dunque che ha trovato poco spazio sui mezzi di informazione, sia a causa della tragica vicenda degli alluvioni in provincia di Messina, sia a causa della contemporanea manifestazione sulla "libertà dell'informazione".
La situazione della scuola, dell'università e della ricerca in Italia è ben esemplificata dalla vicenda dello "scudo fiscale".
Questo governo ha tagliato fondi alla sanità (le regioni parlano di tagli per 7 miliardi di euro in due anni), ha tagliato il finanziamento ordinario alle università per 835 milioni di euro nel 2010 e prevede in due anni di ridurre l'organico nelle scuole di 150mila unità tra pensionamenti e mancati rinnovi contrattuali. Si è parlato di 18mila tra insegnanti e personale scolastico cui non verrà rinnovato il contratto solo questo anno: il più grande licenziamento collettivo dell'Italia repubblicana. Questi tagli da barbiere dell'esercito sono stati venduti come misure di razionalizzazione: una mossa abile, perché di un rinnovamento nel funzionamento di scuola e università c'è pur bisogno, ma non certo di demolizioni. Per dirne una: l'amministrazione Obama ha dichiarato anch'essa di voler riformare l'istruzione pubblica, ma spenderà 150 miliardi di dollari in più dello scorso anno.
E poi quale è stata la trovata? Per coprire questi tagli nel settore dell'educazione e nella sanità si ricorrerà, in parte, ai potenziali proventi del condono fiscale chamato "scudo" (ma lo scudo non dovrebbe proteggerci dai nemici invece di farli entrare nel nostro Paese?). Tradotto: decine di migliaia di lavoratori delle scuole, delle università, degli ospedali, e centinaia di migliaia di cittadini che vedono scomparire gli ospedali più piccoli, ridotti i servizi nelle scuole, scadere la qualità dell'insegnamento universitario, dipenderanno dalla generosità di mafiosi, ladri, imprenditori scaltri e rampanti che, in cambio di un piccolo obolo, possono passare il brillantante sui loro reati, sulla loro slealtà nei confronti della comunità in cui vivono, sulle rapine perpetrate ai danni dei lavoratori delle loro fabbriche (Gianni Agnelli docet). Francamente, anche se docente universitario a contratto, preferirei che questi signori seguissero i loro spiccioli in giro per il mondo oppure se li depositassero in quelle zone dove l'igiene lascia a desiderare. Tanto più che per ogni fraudolento milione di euro che rientra grazie allo "scudo", ce ne sarà un altro che esce illegalmente dall'Italia sapendo che questo paese adora gli evasori.
I lavoratori precari della scuola hanno fatto un grande e ammirevole lavoro. Da questa estate hanno messo in piedi iniziative eclatanti che gli hanno concesso un poco di visibilità. Sono riusciti ad organizzarsi in rete, il "coordinamento precari scuola" (http://retedocentiprecari.blogspot.com/), e si sono tirati dietro sia i sindacati di base che la Cgil, cioè gli unici sindacati che sono rimasti. Essi hanno avanzato una piattaforma molto radicale che prevede tra l'altro le dimissioni del ministro Gelmini, l'immissione in ruolo per tutti i posti vacanti disponibili (il Ministro preferisce mantenere un sistema di precariato che garantisce ricattabilità), il rifiuto del "maestro unico", il rifiuto dei "contratti di disponibilità" con i quali il ministro Gelmini affida alle regioni il compito di fare l'elemosina ad alcuni degli insegnanti che rimarranno senza contratto. Hanno poi organizzato per il 3 ottobre la prima manifestazione nazionale dei precari e creato anche un bandiera viola, con al centro una clessidra alata, a rappresentarli.
Ed è stata una manifestazione importante ma anche difficile. Difficile perché divisa tra la maggioranza che ha deciso di attraversare "criticamente" la piazza del Popolo in cui si manifestava contro Berlusconi, e i Cobas che hanno preferito recarsi direttamente davanti al Ministero dell'Istruzione. Difficile perché il corteo degli insegnanti precari ha dovuto sfidare le leggi della fisica passando indenne attraverso una piazza gremita e compatta... e infatti tanto indenne il passaggio non è stato. Uno striscione contro i finanziamenti militari e un discorsetto sono stati forse un premio troppo magro per l'intoppo creatosi. Difficile perché difficile è il rapporto con il maggior sindacato del lavoro, la Cgil, che ha sì partecipato alla manifestazione ma sarà disponibile a sostenere la battaglia dei precari fino al punto di mobilitare i suoi iscritti in uno sciopero generale? Difficile perché per questi giovani appassionati è difficile convincere i colleghi alle ragioni dell'unità, a non accettare elemosina che dividono, nonvhé convincere gli italiani tutti, famiglie e studenti, che non si stanno battendo per altro che per una scuola pubblica e democratica, fatta di insegnanti preparati e consapevoli. Difficile perché, come sanno bene gli universitari, per i migliaia di precari, spesso fra le menti e i cuori più appassionati, non esistono strutture che garantiscano una continuità alla lotta. Difficile perché il rischio di essere isolati e incattivirsi è sempre dietro l'angolo. Sia detto chiaramente, solo la combattività e la forza delle giovani insegnanti ha saputo tenere il nerbo e l'anima della manifestazione e garantirne comunque il successo.
Sabato hanno partecipato, ad essere realistici, fra tutte e due le manifestazioni non più di 6-7mila persone, ma da tutta Italia, da Siracusa, da Reggio, da Salerno e da Ravenna. Si tratta quindi di un primo importante risultato se prevarranno le ragioni dell'unità, se il movimento saprà parlare con le parole posate e meditate che gli insegnanti devono sempre maneggiare, non ultimo per rispetto ai loro studenti.
Ospite- Ospite
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
http://www.flcgil.it/notizie/rassegna_stampa/2009/ottobre/manifesto_scuola_in_piazza_coi_tagli_si_muore
Manifesto: Scuola in piazza Coi tagli si muore 04-10-2009
Sara Farolfi
ROMA
A piazza della Repubblica, sotto lo striscione di apertura che chiede «dignità e futuro per la scuola pubblica», il lavoro di fino sulle parole da pronunciare dal palco di piazza del Popolo continua fino all'ultimo. A parlare sarà «la pasionaria» (così la chiamano in piazza), o la «masaniella» (come la chiamano a Napoli), Antonella. Hanno soppesato bene le parole gli insegnanti precari che ieri sono scesi in piazza in diverse migliaia contro i tagli del duo Tremonti-Gelmini, per dire che, «se oggi si manifesta contro la censura, noi ci sentiamo un po' censurati», e poi certo, «la scuola ha necessità di comunicare con la stampa, perchè la stampa dovrebbe occuparsi del paese e dei suoi problemi». «E quindi - conclude Antonella - anche di noi».
Premessa: la manifestazione proclamata dalla federazione della stampa è caduta un po' come un macigno su quella indetta già da qualche settimana dal coordinamento degli insegnanti precari della scuola, a cui poi hanno aderito anche i sindacati (Cgil e sindacati di base). «Una scorrettezza», la definiscono loro. Rimandare il tutto non era possibile, e alla fine i cortei sono stati due, chi ha deciso di mantenere il percorso originario verso il ministero dell'istruzione e chi invece ha optato per fare tappa a piazza del Popolo (lì inevitabilmente disperdendosi). I Cobas da una parte, la Cgil dall'altra. «Vogliamo dire ai giornalisti di occuparsi un po' di noi - spiega Brunello che precario non è ma c'è perchè ha a cuore le sorti della scuola pubblica - perchè anche noi siamo per la libertà di stampa e quindi vorremmo che la stampa si occupasse un po' di noi e poi, scusa, se non sono una notizia 18 mila licenziamenti...».
La scuola è di tutti, e tutti riguarda: azzeccatissima testimonianza di ciò, il serpentone colorato e festoso che ieri si è snodato da piazza della Repubblica verso piazza del Popolo. In testa loro, gli insegnanti precari che dopo anni passati a fare la spola tra scuole di abilitazione e classi di insegnamento si ritrovano disoccupati, seguiti da genitori e studenti (con le orecchie da somaro, perchè «più tagli più ragli»), e poi la Flc Cgil, e il variegato mondo della sinistra, sindacale e politica, dalla Fiom alla Funzione pubblica Cgil (ci sono i due segretari, Rinaldini e Podda), le bandiere del Prc (in piazza ci sono sia Ferrero che Vendola) e qualcuna di Sinistra critica.
La scuola pubblica sta male, e i tagli indiscriminati di Tremonti e Gelmini rischiano di darle il colpo di grazia. Otto miliardi in meno in tre anni, 120 mila posti a rischio, 18 mila quest'anno (senza contare il personale 'tecnico'). E i freddi numeri celano un disegno molto chiaro, è convinta Simonetta Salacone, la battagliera direttrice dell'istituto romano Iqbal Masih: «Vogliono dequalificare i luoghi della cultura, per poi aprire al privato che a quel punto sarà diventato necessario».
Già oggi la situazione è critica, perchè si taglia su insegnanti e supplenze, comprimendo e costipando studenti e materie. La pedagogia targata Gelmini è piuttosto semplice. «Trentuno, trentatrè, fino a trentotto studenti per classe»; classi smembrate se manca qualche giorno di supplenza, «quelli di prima in quarta, qualli di terza in prima, e persino qualche ragazzino in corridoio con i bidelli, con buona pace della sicurezza oltrechè della qualità della formazione». Non solo: «Si depauperano territori già poveri per mantenere alti standard nelle grandi città». Per il Sud, un colpo di grazia. L'alberghiero di Benevento è arrivato a contare 38 studenti, «non c'è posto per tutti, i ragazzi stanno nei sottoscala». La materna ne ha 35 di bambini, «l'abbiamo denunciato e siamo riuscite a farla dimezzare». Quanto agli insegnanti, un'abilitazione di francese d'ora in poi potrà valere qualche ora di insegnamento di inglese. Persino il sostegno in alcune scuole si potrà fare senza essere abilitati. «Lo prevede il decreto Gelmini», raccontano Ida e Antonella, due delle «leonesse di Benevento», che dopo avere passato 12 giorni sul tetto del provveditorato della città sono diventate il punto di riferimento di tutti i genitori.
«Di fronte al dramma che stanno vivendo queste persone il governo deve fare marcia indietro, stabilizzare e ritirare i tagli alla scuola», dice Mimmo Pantaleo, segretario Flc Cgil. «Almeno venissero a vedere cosa succede nelle scuole», aggiungono gli insegnanti precari. «Già oggi il materiale igenico sanitario, carta igienica e quant'altro, è in carico a noi genitori - dice Marco, che fa il metalmeccanico e in piazza c'è venuto con la bandiera della Fiom - Il problema è che da domani rischia di mancare il supplente».
Manifesto: Scuola in piazza Coi tagli si muore 04-10-2009
Sara Farolfi
ROMA
A piazza della Repubblica, sotto lo striscione di apertura che chiede «dignità e futuro per la scuola pubblica», il lavoro di fino sulle parole da pronunciare dal palco di piazza del Popolo continua fino all'ultimo. A parlare sarà «la pasionaria» (così la chiamano in piazza), o la «masaniella» (come la chiamano a Napoli), Antonella. Hanno soppesato bene le parole gli insegnanti precari che ieri sono scesi in piazza in diverse migliaia contro i tagli del duo Tremonti-Gelmini, per dire che, «se oggi si manifesta contro la censura, noi ci sentiamo un po' censurati», e poi certo, «la scuola ha necessità di comunicare con la stampa, perchè la stampa dovrebbe occuparsi del paese e dei suoi problemi». «E quindi - conclude Antonella - anche di noi».
Premessa: la manifestazione proclamata dalla federazione della stampa è caduta un po' come un macigno su quella indetta già da qualche settimana dal coordinamento degli insegnanti precari della scuola, a cui poi hanno aderito anche i sindacati (Cgil e sindacati di base). «Una scorrettezza», la definiscono loro. Rimandare il tutto non era possibile, e alla fine i cortei sono stati due, chi ha deciso di mantenere il percorso originario verso il ministero dell'istruzione e chi invece ha optato per fare tappa a piazza del Popolo (lì inevitabilmente disperdendosi). I Cobas da una parte, la Cgil dall'altra. «Vogliamo dire ai giornalisti di occuparsi un po' di noi - spiega Brunello che precario non è ma c'è perchè ha a cuore le sorti della scuola pubblica - perchè anche noi siamo per la libertà di stampa e quindi vorremmo che la stampa si occupasse un po' di noi e poi, scusa, se non sono una notizia 18 mila licenziamenti...».
La scuola è di tutti, e tutti riguarda: azzeccatissima testimonianza di ciò, il serpentone colorato e festoso che ieri si è snodato da piazza della Repubblica verso piazza del Popolo. In testa loro, gli insegnanti precari che dopo anni passati a fare la spola tra scuole di abilitazione e classi di insegnamento si ritrovano disoccupati, seguiti da genitori e studenti (con le orecchie da somaro, perchè «più tagli più ragli»), e poi la Flc Cgil, e il variegato mondo della sinistra, sindacale e politica, dalla Fiom alla Funzione pubblica Cgil (ci sono i due segretari, Rinaldini e Podda), le bandiere del Prc (in piazza ci sono sia Ferrero che Vendola) e qualcuna di Sinistra critica.
La scuola pubblica sta male, e i tagli indiscriminati di Tremonti e Gelmini rischiano di darle il colpo di grazia. Otto miliardi in meno in tre anni, 120 mila posti a rischio, 18 mila quest'anno (senza contare il personale 'tecnico'). E i freddi numeri celano un disegno molto chiaro, è convinta Simonetta Salacone, la battagliera direttrice dell'istituto romano Iqbal Masih: «Vogliono dequalificare i luoghi della cultura, per poi aprire al privato che a quel punto sarà diventato necessario».
Già oggi la situazione è critica, perchè si taglia su insegnanti e supplenze, comprimendo e costipando studenti e materie. La pedagogia targata Gelmini è piuttosto semplice. «Trentuno, trentatrè, fino a trentotto studenti per classe»; classi smembrate se manca qualche giorno di supplenza, «quelli di prima in quarta, qualli di terza in prima, e persino qualche ragazzino in corridoio con i bidelli, con buona pace della sicurezza oltrechè della qualità della formazione». Non solo: «Si depauperano territori già poveri per mantenere alti standard nelle grandi città». Per il Sud, un colpo di grazia. L'alberghiero di Benevento è arrivato a contare 38 studenti, «non c'è posto per tutti, i ragazzi stanno nei sottoscala». La materna ne ha 35 di bambini, «l'abbiamo denunciato e siamo riuscite a farla dimezzare». Quanto agli insegnanti, un'abilitazione di francese d'ora in poi potrà valere qualche ora di insegnamento di inglese. Persino il sostegno in alcune scuole si potrà fare senza essere abilitati. «Lo prevede il decreto Gelmini», raccontano Ida e Antonella, due delle «leonesse di Benevento», che dopo avere passato 12 giorni sul tetto del provveditorato della città sono diventate il punto di riferimento di tutti i genitori.
«Di fronte al dramma che stanno vivendo queste persone il governo deve fare marcia indietro, stabilizzare e ritirare i tagli alla scuola», dice Mimmo Pantaleo, segretario Flc Cgil. «Almeno venissero a vedere cosa succede nelle scuole», aggiungono gli insegnanti precari. «Già oggi il materiale igenico sanitario, carta igienica e quant'altro, è in carico a noi genitori - dice Marco, che fa il metalmeccanico e in piazza c'è venuto con la bandiera della Fiom - Il problema è che da domani rischia di mancare il supplente».
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Sabato 3 ottobre, oltre alla manifestazione
giusta e legittima di piazza del popolo per la libertà
d'informazione, si è svolta un'importantissima manifestazione dei
precari della scuola che si è trasformata ben presto in una strana
odissea.
Il coordinamento dei precari della scuola, nato
unendo tutte le sigle che si erano via via formate a difesa della
scuola pubblica e contro la macelleria sociale di Maria Stella
Tremonti, aveva indetto sin dalla sua nascita a Luglio una
manifestazione nazionale contro il precariato scolastico e a difesa
della scuola pubblica proprio in data 3 ottobre.
In seguito alle funeste notizie di morte dei
militari italiani e di numerosi civili afghani, con una decisione che
resta abbastanza incomprensibile, la manifestazione indetta dalla
federazione nazionale della stampa a difesa della libertà
d'informazione è stata spostata proprio in questa data togliendo,
così, qualunque possibilità di visibilità a questa importantissima
battaglia che migliaia d'insegnanti, precari e non, sta tenacemente
combattendo nell'indifferenza totale dei mezzi d'informazione.
Da qui è nata, tra l'altro, una spaccatura
all'interno del coordinamento tra chi pensava che fosse necessario
passare a piazza del popolo, attirando così un minimo di attenzione
della stampa sull'evento inserendo un relatore dal palco, e chi
sosteneva che, essendo quella una piazza fortemente caratterizzata a
livello politico, si dovesse tirare dritto con il corteo fino al
ministero rivendicando la propria autonomia e dando, così, modo ai
tanti precari del sud di poter tornare ai treni in un orario utile.
La conclusione è stata che un folto gruppo di
precari ha presidiato il ministero dal primo pomeriggio e che il
corteo, composto da almeno 20000 insegnanti, con tenacia
straordinaria, è arrivato a destinazione alle 20 nonostante il
percorso seguito non avesse nulla da invidiare ai corsi di
addestramento alla sopravvivenza dei corpi speciali israeliani.
Prima siamo stati bloccati per quasi due ore a
piazza del popolo perché, casualmente, sulla strada che dovevamo
utilizzare erano bellamente parcheggiate, alla rinfusa, alcune
macchine; poi siamo stati fermati subito dopo dalle forze dell'ordine
per non meglio precisati problemi di autorizzazione e, infine, siamo
stati accompagnati, come una massa di reietti in quarantena,
letteralmente sugli argini del Tevere, nascosti da tutti, tra fango e
sporcizia.
Eroicamente siamo comunque infine giunti a
destinazione dove, anche simbolicamente, ci siamo riuniti ai colleghi
del presidio.
Risultato: non un giornale, non una televisione
ha mostrato immagini del presidio, non un giornale, non una
televisione ha mostrato immagini del corteo, nonostante tutto
partecipatissimo e autoironico.
In sintesi siamo costretti a chiederci quale
sia la libertà di informare che giustamente viene reclamata.
Esimi professionisti e alacri cacciatori di
notizie pensano che non sarebbe stato un gran bel servizio quello che
avesse ripreso centinaia di rispettabili professori di tutte le età
costretti a passeggiare per chilometri sul lungo Tevere.
Oppure è stata la giusta via crucis per i
miscredenti che hanno osato lasciare la piazza in cui si consumava la
rivendicazione del diritto al gossip e all'omicidio
dell'informazione!
Federico
Santi
Insegnante
precario
Responsabile
Lavoro Segreteria Provinciale Prc Perugia
giusta e legittima di piazza del popolo per la libertà
d'informazione, si è svolta un'importantissima manifestazione dei
precari della scuola che si è trasformata ben presto in una strana
odissea.
Il coordinamento dei precari della scuola, nato
unendo tutte le sigle che si erano via via formate a difesa della
scuola pubblica e contro la macelleria sociale di Maria Stella
Tremonti, aveva indetto sin dalla sua nascita a Luglio una
manifestazione nazionale contro il precariato scolastico e a difesa
della scuola pubblica proprio in data 3 ottobre.
In seguito alle funeste notizie di morte dei
militari italiani e di numerosi civili afghani, con una decisione che
resta abbastanza incomprensibile, la manifestazione indetta dalla
federazione nazionale della stampa a difesa della libertà
d'informazione è stata spostata proprio in questa data togliendo,
così, qualunque possibilità di visibilità a questa importantissima
battaglia che migliaia d'insegnanti, precari e non, sta tenacemente
combattendo nell'indifferenza totale dei mezzi d'informazione.
Da qui è nata, tra l'altro, una spaccatura
all'interno del coordinamento tra chi pensava che fosse necessario
passare a piazza del popolo, attirando così un minimo di attenzione
della stampa sull'evento inserendo un relatore dal palco, e chi
sosteneva che, essendo quella una piazza fortemente caratterizzata a
livello politico, si dovesse tirare dritto con il corteo fino al
ministero rivendicando la propria autonomia e dando, così, modo ai
tanti precari del sud di poter tornare ai treni in un orario utile.
La conclusione è stata che un folto gruppo di
precari ha presidiato il ministero dal primo pomeriggio e che il
corteo, composto da almeno 20000 insegnanti, con tenacia
straordinaria, è arrivato a destinazione alle 20 nonostante il
percorso seguito non avesse nulla da invidiare ai corsi di
addestramento alla sopravvivenza dei corpi speciali israeliani.
Prima siamo stati bloccati per quasi due ore a
piazza del popolo perché, casualmente, sulla strada che dovevamo
utilizzare erano bellamente parcheggiate, alla rinfusa, alcune
macchine; poi siamo stati fermati subito dopo dalle forze dell'ordine
per non meglio precisati problemi di autorizzazione e, infine, siamo
stati accompagnati, come una massa di reietti in quarantena,
letteralmente sugli argini del Tevere, nascosti da tutti, tra fango e
sporcizia.
Eroicamente siamo comunque infine giunti a
destinazione dove, anche simbolicamente, ci siamo riuniti ai colleghi
del presidio.
Risultato: non un giornale, non una televisione
ha mostrato immagini del presidio, non un giornale, non una
televisione ha mostrato immagini del corteo, nonostante tutto
partecipatissimo e autoironico.
In sintesi siamo costretti a chiederci quale
sia la libertà di informare che giustamente viene reclamata.
Esimi professionisti e alacri cacciatori di
notizie pensano che non sarebbe stato un gran bel servizio quello che
avesse ripreso centinaia di rispettabili professori di tutte le età
costretti a passeggiare per chilometri sul lungo Tevere.
Oppure è stata la giusta via crucis per i
miscredenti che hanno osato lasciare la piazza in cui si consumava la
rivendicazione del diritto al gossip e all'omicidio
dell'informazione!
Federico
Santi
Insegnante
precario
Responsabile
Lavoro Segreteria Provinciale Prc Perugia
federico.santi- Novizio/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Mi associo al post di Federico Santi. Di nuovo l'ennesima dimostrazione di come la stampa difende se stessa ma è lontana dalla vera libertà di informazione. Non c'è stato uno straccio di informazione sulla manifestazione dei precari della scuola, come mi aspettavo. E poi quanto premeva il signor conduttore della Manifestazione di Piazza del popopo affinché Antonella finisse il suo discorso, tanto da non lasciarle nemmeno il microfono!
La buona fede dei precari presenti a piazza del popolo e di tutte le persone che vi sono intervenute è indiscutibile ma non deve essere un impedimento a capire la verità dei fatti.
Il silenzio della stampa non ci deve indignare più di tanto, ma piuttosto deve far riflettere tutto il movimento dei precari sui mezzi finora utilizzati per portare avanti la lotta. Bisogna investire sulla rete e rendere più chiara e trasparente la comunicazione fra tutti i gruppi del coordinamento in Italia. Mi auguro, con ciò, che la "famosa" ML segreta ai più presto possa ora essere sostituita da un dibattito più aperto e trasparente.
Scusate lo sfogo sincero e sentito.
laura
La buona fede dei precari presenti a piazza del popolo e di tutte le persone che vi sono intervenute è indiscutibile ma non deve essere un impedimento a capire la verità dei fatti.
Il silenzio della stampa non ci deve indignare più di tanto, ma piuttosto deve far riflettere tutto il movimento dei precari sui mezzi finora utilizzati per portare avanti la lotta. Bisogna investire sulla rete e rendere più chiara e trasparente la comunicazione fra tutti i gruppi del coordinamento in Italia. Mi auguro, con ciò, che la "famosa" ML segreta ai più presto possa ora essere sostituita da un dibattito più aperto e trasparente.
Scusate lo sfogo sincero e sentito.
laura
metallaura- Moderatore
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
consenso su tutto quello che dici!!!! E' stao così...a loro di non non frega niente
metallaura ha scritto:Mi associo al post di Federico Santi. Di nuovo l'ennesima dimostrazione di come la stampa difende se stessa ma è lontana dalla vera libertà di informazione. Non c'è stato uno straccio di informazione sulla manifestazione dei precari della scuola, come mi aspettavo. E poi quanto premeva il signor conduttore della Manifestazione di Piazza del popopo affinché Antonella finisse il suo discorso, tanto da non lasciarle nemmeno il microfono!
La buona fede dei precari presenti a piazza del popolo e di tutte le persone che vi sono intervenute è indiscutibile ma non deve essere un impedimento a capire la verità dei fatti.
Il silenzio della stampa non ci deve indignare più di tanto, ma piuttosto deve far riflettere tutto il movimento dei precari sui mezzi finora utilizzati per portare avanti la lotta. Bisogna investire sulla rete e rendere più chiara e trasparente la comunicazione fra tutti i gruppi del coordinamento in Italia. Mi auguro, con ciò, che la "famosa" ML segreta ai più presto possa ora essere sostituita da un dibattito più aperto e trasparente.
Scusate lo sfogo sincero e sentito.
laura
mariafortino- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=75427&sez=HOME_SCUOLA&ssez=SCUOLA
http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_03/liberta_stampa_manifestazione_fnsi_4c09b78a-b023-11de-8f2f-00144f02aabc.shtml
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/scuola_e_universita/servizi/precari/corteo-roma/corteo-roma.html?rss
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2009/10/03/visualizza_new.html_964739462.html
http://www.diariodelweb.it/Articolo/?d=20090916&id=104545
Tutti i video:
http://video.google.it/videosearch?hl=it&q=manifestazione%20precari%20scuola%203%20ottobre&um=1&ie=UTF-8&sa=N&tab=wv#
http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_03/liberta_stampa_manifestazione_fnsi_4c09b78a-b023-11de-8f2f-00144f02aabc.shtml
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/scuola_e_universita/servizi/precari/corteo-roma/corteo-roma.html?rss
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2009/10/03/visualizza_new.html_964739462.html
http://www.diariodelweb.it/Articolo/?d=20090916&id=104545
Tutti i video:
http://video.google.it/videosearch?hl=it&q=manifestazione%20precari%20scuola%203%20ottobre&um=1&ie=UTF-8&sa=N&tab=wv#
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
leggete qui ...per non rimanere nel mainstream http://calabria.indymedia.org/article/3919
mariafortino- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
mariafortino ha scritto:leggete qui ...per non rimanere nel mainstream http://calabria.indymedia.org/article/3919
quoto! bell'articolo! posto su reteveneto!
manuel- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=26908&action=view
Precari, dalle occupazioni alla piazza: il 3 ottobre non è stato un flop
di Alessandro Giuliani
La contemporaneità della manifestazione della Fnsi non ha oscurato la protesta: una delegata del Cps ha parlato davanti a 100.000 persone ed in diretta tv. E davanti al Miur alla fine si sono ritrovati con il corteo dei Comitati di base. Ora però c’è incertezza: una sensazione di smarrimento che ad ottobre verrà comunque riempita dall’adesione a cinque manifestazioni e tre scioperi.
Incertezza. È questa più che mai la parola che regna tra i precari della scuola all’indomani della manifestazione del 3 ottobre a Roma. Il temuto schiacciamento dell’evento, conseguente alla scelta della Federazione nazionale della stampa di rivendicare maggiore libertà di informazione nello stesso giorno e luogo scelto dal Coordinamento precari della scuola, non si è verificato. Anche la spaccatura voluta da Comitati di base, che assieme ad alcune frange di precari “dissidenti” hanno preferito evitare il contatto con piazza del Popolo, dove era in corso la contestazione della Fnsi sostenuta dai partiti dell’opposizione , e tirare dritto verso il Miur non sembra avere ridimensionato la protesta degli eterni supplenti della scuola.
È un dato di fatto che i precari hanno ottenuto, anche se limitato, il loro spazio di visibilità davanti ad almeno 100.000 persone. E non è poco. Una delegata del Cps, Anotnella Vaccaro, ha detto loro a chiare lettere (e anche agli italiani collegati da casa via tv attraverso Sky e Rete4) che questo Governo sta spazzando via non solo i posti di lavoro, ma anche la speranza. E che i cosiddetti contratti di disponibilità non possono certo bastare per “irrorare la pillola”: la rappresentante dei precari li ha bollati senza mezzi termini figli di un “decreto ammazza precari”. E la folla ha applaudito. Fischi invece per il ministro dell’Istruzione: dal palco l’avvocato Mariastella Gelmini è stata più volte inviata alle dimissioni per aver fallito in pieno, sostengono i precari, gli obiettivi del suo mandato.
Ad applaudire, mischiati tra i manifestanti, c’era una discreta rappresentanza del mondo della scuola: quella che, partita da piazza della Repubblica, era giunta a piazza del Popolo trafelata tra la folla. Così, assieme ai componenti del Cps, si sarebbero mischiati tra la folla i tanti rappresentanti di Flc-Cgil e Gilda, dei diversi movimenti di settore e delle associazioni studentesche (in prevalenza dell’Uds e della Rete degli studenti, che già la mattina aveva dato vita ad un corteo anti-Gelmini da piazzale Ostiense sino al Miur) provenienti da tutta Italia: in 20.000 unità, per gli organizzatori. Solo un quarto, 5.000, per la questura. In ogni caso non pochi se si pensa alle ultime contestazioni di piazza.
Numeri a parte, le scritte erano chiare. Ad iniziare dalla prima che apriva il corteo: "Dignità e futuro per la scuola pubblica". Subito dopo un’enorme bandiera viola, con al centro una clessidra alata. Diversi manifestanti indossavano la maglia "Docenti p.r.e.c.a.r.i: professionisti radiati, esasperati, cancellati, annullati, raggirati, ignorati".
Malgrado i timori delle vigilia, i movimenti dei precari c’erano quasi tutti, ad iniziare dagli storici Cip. Anche il Cps era rappresentato al meglio, con Olga Romano, una delle esponenti più attive, che ribadiva "il no ai tagli e il sì alle assunzioni per una scuola pubblica, laica e di qualità". C’erano anche dei precari a dir poco storici: il record era rappresentato da un docente di Educazione fisica, Antonino Geraci, che a 55 anni raccontava della sua prima supplenza datata 1982, quindi 27 anni fa.
Cori contro Governo Berlusconi e Miur, naturalmente. Ma anche per i media, che, ad iniziare dalla Rai, snobberebbe il problema sociale e le conseguenti iniziative di protesta. Mentre dal palco di piazza Navona parlavano i precari, degli studenti issavano dalla 'collina' del Pincio un lungo striscione: "I soldi per la scuola e l'università sono tutti in Afghanistan. Via i tagli, via le truppe". Dello stesso tenore le scritte dei rappresentanti di 'Emergency', che indossavano una maglietta con la scritta "Meno soldati, più studenti". Un concetto, quello del pacifismo, ribadito più volte, durante il loro percorso, dai componenti al secondo corteo. Quello che, capitanato dai Cobas, partito da piazza dell'Esquilino, è passato per Santa Maria Maggiore, via Labicana, Colosseo e Circo Massimo; per arrivare davanti al Miur a viale Trastevere con almeno un’ora di anticipo rispetto al raggruppamento del Cps. Con Piero Bernocchi, leader dei Cobas, che continuava a pronunciare parole roventi contro la scelta dei promotori della manifestazione di essere passati per piazza del Popolo.
Poi però, in serata, i due cortei si sono riuniti a viale Trastevere. Davanti al simbolo del potere scolastico, il Miur. Lì, dopo aver scandito gli ultimi slogan anti-tagli, è calato il sipario sulla protesta. Cosa accadrà ora? Difficile, quasi impossibile pensare che il Governo torni sui suoi passi. La protesta, del resto, è solo all’inizio: nei prossimi 25 giorni tutti i sindacati, eccetto Uil e Snals, scenderanno in piazza. Sono stati già proclamati (potremmo dire in perfetto stile-scuola ultimo anno) ben tre scioperi (Unicobas il 9, Anief il 20, anche se da confermare, e Comitati di base il 23) e cinque manifestazioni (il 9 le associazioni degli studenti e l’Unicobas, il 20 l’Anief, il 23 i Comitati di base e il 31 la Cisl Scuola). I precari sicuramente, anche stavolta, ci saranno. Forse un po’ fiaccati nell’animo (sinora tanto da fare con risultati vicini allo zero), ma sicuramente saranno al loro posto. Il mese dell’occupazione dei tetti, dello sciopero della fame, dei presidi sotto gli Usp è terminato: con l’autunno arriva quello delle piazze.
05/10/2009
Precari, dalle occupazioni alla piazza: il 3 ottobre non è stato un flop
di Alessandro Giuliani
La contemporaneità della manifestazione della Fnsi non ha oscurato la protesta: una delegata del Cps ha parlato davanti a 100.000 persone ed in diretta tv. E davanti al Miur alla fine si sono ritrovati con il corteo dei Comitati di base. Ora però c’è incertezza: una sensazione di smarrimento che ad ottobre verrà comunque riempita dall’adesione a cinque manifestazioni e tre scioperi.
Incertezza. È questa più che mai la parola che regna tra i precari della scuola all’indomani della manifestazione del 3 ottobre a Roma. Il temuto schiacciamento dell’evento, conseguente alla scelta della Federazione nazionale della stampa di rivendicare maggiore libertà di informazione nello stesso giorno e luogo scelto dal Coordinamento precari della scuola, non si è verificato. Anche la spaccatura voluta da Comitati di base, che assieme ad alcune frange di precari “dissidenti” hanno preferito evitare il contatto con piazza del Popolo, dove era in corso la contestazione della Fnsi sostenuta dai partiti dell’opposizione , e tirare dritto verso il Miur non sembra avere ridimensionato la protesta degli eterni supplenti della scuola.
È un dato di fatto che i precari hanno ottenuto, anche se limitato, il loro spazio di visibilità davanti ad almeno 100.000 persone. E non è poco. Una delegata del Cps, Anotnella Vaccaro, ha detto loro a chiare lettere (e anche agli italiani collegati da casa via tv attraverso Sky e Rete4) che questo Governo sta spazzando via non solo i posti di lavoro, ma anche la speranza. E che i cosiddetti contratti di disponibilità non possono certo bastare per “irrorare la pillola”: la rappresentante dei precari li ha bollati senza mezzi termini figli di un “decreto ammazza precari”. E la folla ha applaudito. Fischi invece per il ministro dell’Istruzione: dal palco l’avvocato Mariastella Gelmini è stata più volte inviata alle dimissioni per aver fallito in pieno, sostengono i precari, gli obiettivi del suo mandato.
Ad applaudire, mischiati tra i manifestanti, c’era una discreta rappresentanza del mondo della scuola: quella che, partita da piazza della Repubblica, era giunta a piazza del Popolo trafelata tra la folla. Così, assieme ai componenti del Cps, si sarebbero mischiati tra la folla i tanti rappresentanti di Flc-Cgil e Gilda, dei diversi movimenti di settore e delle associazioni studentesche (in prevalenza dell’Uds e della Rete degli studenti, che già la mattina aveva dato vita ad un corteo anti-Gelmini da piazzale Ostiense sino al Miur) provenienti da tutta Italia: in 20.000 unità, per gli organizzatori. Solo un quarto, 5.000, per la questura. In ogni caso non pochi se si pensa alle ultime contestazioni di piazza.
Numeri a parte, le scritte erano chiare. Ad iniziare dalla prima che apriva il corteo: "Dignità e futuro per la scuola pubblica". Subito dopo un’enorme bandiera viola, con al centro una clessidra alata. Diversi manifestanti indossavano la maglia "Docenti p.r.e.c.a.r.i: professionisti radiati, esasperati, cancellati, annullati, raggirati, ignorati".
Malgrado i timori delle vigilia, i movimenti dei precari c’erano quasi tutti, ad iniziare dagli storici Cip. Anche il Cps era rappresentato al meglio, con Olga Romano, una delle esponenti più attive, che ribadiva "il no ai tagli e il sì alle assunzioni per una scuola pubblica, laica e di qualità". C’erano anche dei precari a dir poco storici: il record era rappresentato da un docente di Educazione fisica, Antonino Geraci, che a 55 anni raccontava della sua prima supplenza datata 1982, quindi 27 anni fa.
Cori contro Governo Berlusconi e Miur, naturalmente. Ma anche per i media, che, ad iniziare dalla Rai, snobberebbe il problema sociale e le conseguenti iniziative di protesta. Mentre dal palco di piazza Navona parlavano i precari, degli studenti issavano dalla 'collina' del Pincio un lungo striscione: "I soldi per la scuola e l'università sono tutti in Afghanistan. Via i tagli, via le truppe". Dello stesso tenore le scritte dei rappresentanti di 'Emergency', che indossavano una maglietta con la scritta "Meno soldati, più studenti". Un concetto, quello del pacifismo, ribadito più volte, durante il loro percorso, dai componenti al secondo corteo. Quello che, capitanato dai Cobas, partito da piazza dell'Esquilino, è passato per Santa Maria Maggiore, via Labicana, Colosseo e Circo Massimo; per arrivare davanti al Miur a viale Trastevere con almeno un’ora di anticipo rispetto al raggruppamento del Cps. Con Piero Bernocchi, leader dei Cobas, che continuava a pronunciare parole roventi contro la scelta dei promotori della manifestazione di essere passati per piazza del Popolo.
Poi però, in serata, i due cortei si sono riuniti a viale Trastevere. Davanti al simbolo del potere scolastico, il Miur. Lì, dopo aver scandito gli ultimi slogan anti-tagli, è calato il sipario sulla protesta. Cosa accadrà ora? Difficile, quasi impossibile pensare che il Governo torni sui suoi passi. La protesta, del resto, è solo all’inizio: nei prossimi 25 giorni tutti i sindacati, eccetto Uil e Snals, scenderanno in piazza. Sono stati già proclamati (potremmo dire in perfetto stile-scuola ultimo anno) ben tre scioperi (Unicobas il 9, Anief il 20, anche se da confermare, e Comitati di base il 23) e cinque manifestazioni (il 9 le associazioni degli studenti e l’Unicobas, il 20 l’Anief, il 23 i Comitati di base e il 31 la Cisl Scuola). I precari sicuramente, anche stavolta, ci saranno. Forse un po’ fiaccati nell’animo (sinora tanto da fare con risultati vicini allo zero), ma sicuramente saranno al loro posto. Il mese dell’occupazione dei tetti, dello sciopero della fame, dei presidi sotto gli Usp è terminato: con l’autunno arriva quello delle piazze.
05/10/2009
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Bene se c'è stato più di qualche articolo favorevole, come mi pare quello di Giuliani. Parliamoci chiaro però: per 6:51 minuti un corteo di ventimila persone si è sfarinato a Piazza del Popolo, ha dovuto sostenere un tragitto troppo lungo e il risultato è che il corteo è arrivato davanti al MIUR alle otto di sera, con non più di cinquecento persone. Tutto questo per aderire anche ad una manifestazione corporativa che di fatti non ci ha praticamente filato. Io la penso come Grillo sulla stampa italiana, altro che libertà da difendere...chi la dovrebbe difendere, i giornalisti italiani che nel 90% dei casi sono servi? E poi, se proprio dobbiamo associarci a qualcuno, è bene che lo si faccia con altri cortei di lavoratori precari in lotta. Mi sembra più coerente. Se abbiamo bisogno di un passaggio dalla CGIL, facciamocelo dare quando c'è uno sciopero, perlomeno
stenkarazin1670- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
wow io questo lo vorrei fare già da subito...a cosenza ci siamo puer mezzi riusciti un giorno abbiamo accerchiato la città da un lato un nostro piccolo corteo e dall'altro quello di 400 lavoratori di una azienda pubblico-privata sull'orlo del fallimento che si chiama vallecrati (gli operai sono saliti sul tetto per quasi un mese e nessun giornale nazionale è venuto a far loro visita).stenkarazin1670 ha scritto:E poi, se proprio dobbiamo associarci a qualcuno, è bene che lo si faccia con altri cortei di lavoratori precari in lotta. Mi sembra più coerente. Se abbiamo bisogno di un passaggio dalla CGIL, facciamocelo dare quando c'è uno sciopero, perlomeno
mariafortino- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Io sono venuta, a Roma, con una mia collega, e ho fatto tutto il percorso. Non ero mai stata sotto il Tevere, è stata una esperienza... fuori dal comune.
Secondo me, per la visibilità ottenuta con il discorso di Antonella dal palco valeva la pena di essere lì in piazza. Pazienza che non fosse la nostra manifestazione ma quella della stampa: il discorso di Antonella ha toccato i cuori e la mente di tutti i presenti. Io mi sono commossa!
Se la stampa non ci fila, a maggior ragione dobbiamo approfittare di ogni occasione per esporre le nostre richieste.
Noto anche qui che il problema del CPS sembra essere il rapporto con i sindacati. Sinceramente, ma forse perchè non so qualcosa, non riesco a comprendere il motivo. Ho letto i documenti del CPS e li condivido tutti, dal primo all'ultimo.
Il CPS nazionale porta avanti quei documenti? E allora che problema c'è con i sindacati?
Secondo me, per la visibilità ottenuta con il discorso di Antonella dal palco valeva la pena di essere lì in piazza. Pazienza che non fosse la nostra manifestazione ma quella della stampa: il discorso di Antonella ha toccato i cuori e la mente di tutti i presenti. Io mi sono commossa!
Se la stampa non ci fila, a maggior ragione dobbiamo approfittare di ogni occasione per esporre le nostre richieste.
Noto anche qui che il problema del CPS sembra essere il rapporto con i sindacati. Sinceramente, ma forse perchè non so qualcosa, non riesco a comprendere il motivo. Ho letto i documenti del CPS e li condivido tutti, dal primo all'ultimo.
Il CPS nazionale porta avanti quei documenti? E allora che problema c'è con i sindacati?
Ospite- Ospite
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
parole sante stenka...
anche io concordo col grillo
non siamo abbastanza indipendenti
stenkarazin1670 ha scritto:Bene se c'è stato più di qualche articolo favorevole, come mi pare quello di Giuliani. Parliamoci chiaro però: per 6:51 minuti un corteo di ventimila persone si è sfarinato a Piazza del Popolo, ha dovuto sostenere un tragitto troppo lungo e il risultato è che il corteo è arrivato davanti al MIUR alle otto di sera, con non più di cinquecento persone. Tutto questo per aderire anche ad una manifestazione corporativa che di fatti non ci ha praticamente filato. Io la penso come Grillo sulla stampa italiana, altro che libertà da difendere...chi la dovrebbe difendere, i giornalisti italiani che nel 90% dei casi sono servi? E poi, se proprio dobbiamo associarci a qualcuno, è bene che lo si faccia con altri cortei di lavoratori precari in lotta. Mi sembra più coerente. Se abbiamo bisogno di un passaggio dalla CGIL, facciamocelo dare quando c'è uno sciopero, perlomeno
anche io concordo col grillo
non siamo abbastanza indipendenti
manuel- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
l'indipendenza ce la conquistiamo noi... indiciamo uno sciopero nazionale a novembre e vediamo chi ci sta! ma alla svelta altrimenti dopo la bandierina dei cobas (con tutto il rispetto!) del 23 ottobre arriverà quella della gilda, della cgil e chi più ne ha più ne metta e ci sfarineremo in 4,5 piccoli scioperi invece che bloccare la scuola in un'unica grande giornata!
federico.santi- Novizio/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Purtroppo, Francesco, credo proprio che i sindacati non vorranno riunirsi. Per noi precari, poi, figuriamoci!!!federico.santi ha scritto:l'indipendenza ce la conquistiamo noi... indiciamo uno sciopero nazionale a novembre e vediamo chi ci sta! ma alla svelta altrimenti dopo la bandierina dei cobas (con tutto il rispetto!) del 23 ottobre arriverà quella della gilda, della cgil e chi più ne ha più ne metta e ci sfarineremo in 4,5 piccoli scioperi invece che bloccare la scuola in un'unica grande giornata!
Proviamo ad organizzare qualcosa senza neppure prendere in considerazione i sindacati? Il CPS non può indire uno sciopero?
Ospite- Ospite
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
No, il CPS non può. Niente di male se aderiamo a scioperi altrui, credo che dopo quello dei Cobas a novembre sarà (se ci sarà, ma non è sicuro) uno CGIL e poi forse Gilda e altri confederali. E' importante organizzarci bene, uno spezzone nostro con tante bandiere, magliette, striscioni e "cacce" ai cronisti che vanno informati bene su chi siamo e perché aderiamo.
Antonino Buonamico- Moderatore
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Antonino Buonamico ha scritto:No, il CPS non può. Niente di male se aderiamo a scioperi altrui, credo che dopo quello dei Cobas a novembre sarà (se ci sarà, ma non è sicuro) uno CGIL e poi forse Gilda e altri confederali. E' importante organizzarci bene, uno spezzone nostro con tante bandiere, magliette, striscioni e "cacce" ai cronisti che vanno informati bene su chi siamo e perché aderiamo.
Ad uno sciopero indetto solamente per la scuola, di scuola si parlerebbe sicuro, ma scordati che i TG o i giornali nominino il CPS, almeno quelli più importanti.
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
che io sappia la gilda aderisce a qeullo cgil poi buh... cmq il fatto è che secondo me dovremmo provare a risolvere i nostri problemi organizzativi e poi tentare una nostra data...pure dicembre andrebbe bene....ma buh priam dobbiamo ricompattareAntonino Buonamico ha scritto:No, il CPS non può. Niente di male se aderiamo a scioperi altrui, credo che dopo quello dei Cobas a novembre sarà (se ci sarà, ma non è sicuro) uno CGIL e poi forse Gilda e altri confederali. E' importante organizzarci bene, uno spezzone nostro con tante bandiere, magliette, striscioni e "cacce" ai cronisti che vanno informati bene su chi siamo e perché aderiamo.
mariafortino- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
è proprio per questo che il 3 ottobre la cgil ci è passata sopra
sta a noi ora andare il 23 e pensare un'altra data che sia forte e riuscita, ma dobbiamo discuterne perchè il fantasma di chi ci ha bloccati il 3 ottobre è smpre all'erta
quindi riorganizziamoci anche da soli
sta a noi ora andare il 23 e pensare un'altra data che sia forte e riuscita, ma dobbiamo discuterne perchè il fantasma di chi ci ha bloccati il 3 ottobre è smpre all'erta
quindi riorganizziamoci anche da soli
federico.santi ha scritto:l'indipendenza ce la conquistiamo noi... indiciamo uno sciopero nazionale a novembre e vediamo chi ci sta! ma alla svelta altrimenti dopo la bandierina dei cobas (con tutto il rispetto!) del 23 ottobre arriverà quella della gilda, della cgil e chi più ne ha più ne metta e ci sfarineremo in 4,5 piccoli scioperi invece che bloccare la scuola in un'unica grande giornata!
manuel- Esperto/a
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Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Colleghi, mi sembra di essere una aliena: continuo a non capire perchè tanta importanza ai sindacati e ai loro scioperi.
Secondo me è impossibile che si faccia uno sciopero unitario. Non so da voi, ma dalle mie parti i sindacalisti si guardano in cagnesco ogni volta che si vedono.
E poi, se aderiamo allo sciopero del 23, praticamente ormai ci siamo schierati con i Cobas. O sbaglio?
Secondo me è impossibile che si faccia uno sciopero unitario. Non so da voi, ma dalle mie parti i sindacalisti si guardano in cagnesco ogni volta che si vedono.
E poi, se aderiamo allo sciopero del 23, praticamente ormai ci siamo schierati con i Cobas. O sbaglio?
Ospite- Ospite
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Giulia Convergallo ha scritto:
E poi, se aderiamo allo sciopero del 23, praticamente ormai ci siamo schierati con i Cobas. O sbaglio?
Assolutamente no, oltretutto secondo i COBAS chi il 3 Ottobre è andato a Piazza del Popolo era della CGIL.
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
Dite quello che volete ma praticamente non solo non cerchiamo autonomia dai sindacati o spingiamo per uno sciopero nazionale,ma pure stiamo ripetendo la "danza" dell'anno scorso:tanti scioperi e nessuno "incisivo"
e con chi?
con i cobas che non hanno aderito al cps il 15 luglio e con la CGIL che ci ha oscurato una giornata......boh
Avete problemi di autostima?
Non sono tesserata nè all'uno nè all'altro,per il momento,e quindi mi sento di dire che questo scioperi non mi servono
e con chi?
con i cobas che non hanno aderito al cps il 15 luglio e con la CGIL che ci ha oscurato una giornata......boh
Avete problemi di autostima?
Non sono tesserata nè all'uno nè all'altro,per il momento,e quindi mi sento di dire che questo scioperi non mi servono
Emma Giannì- Amministratore
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Data d'iscrizione : 16.07.08
Re: RASSEGNA e commenti sulla manifestazione nazionale CPS del 3
alta ha scritto:Dite quello che volete ma praticamente non solo non cerchiamo autonomia dai sindacati o spingiamo per uno sciopero nazionale,ma pure stiamo ripetendo la "danza" dell'anno scorso:tanti scioperi e nessuno "incisivo"
e con chi?
con i cobas che non hanno aderito al cps il 15 luglio e con la CGIL che ci ha oscurato una giornata......boh
Avete problemi di autostima?
Non sono tesserata nè all'uno nè all'altro,per il momento,e quindi mi sento di dire che questo scioperi non mi servono
Isolarsi è molto rischioso, ovviamente dobbiamo pensare ad iniziative nostre ma dobbiamo anche partecipare a quelle degli altri, COBAS e CGIL ci hanno aiutato in alcune iniziative come quella del 21 Febbraio in cui eri presente anche tu.
Altrettanto ovviamente io non metterò lo stesso impegno nella diffusione di una iniziativa COBAS o CGIL rispetto a quello di una iniziativa CPS
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