LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
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Emma Giannì
francescaP
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LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
LA FLC-CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI
LA RISPOSTA COBAS
Ci è pervenuta una lettera che il segretario nazionale della FLC-Cgil Mimmo Pantaleo ha mandato alle sedi della sua organizzazione sullo sciopero convocato dai Cobas durante gli scrutini di giugno, inviataci da qualcuno/a che si definisce “militante Cgil”. In passato è accaduto che ricevessimo materiale della Cgil su questioni interne: ed abbiamo sempre ritenuto scorretto, nonostante la “guerra” che la Cgil ci fa da sempre e la sottrazione di diritti sindacali ai Cobas di cui è tra i massimi responsabili, diffonderlo “urbi et orbi”. Stavolta però la situazione è assai diversa, perché nella lettera si attacca frontalmente - quasi un “inno al crumiraggio” - una forma di lotta che, con notevole impegno e fatica, stiamo organizzando, in stretta collaborazione con il movimento dei precari che quest’anno è stato l’avanguardia della lotta in difesa della scuola pubblica: e lo si fa con argomenti che costituiscono un attacco non solo al nostro ma a qualsiasi forma di sciopero, riecheggiando tesi delle forze conservatrici contro le lotte sociali.
C’è un ulteriore motivo che ci spinge a diffondere la lettera di Pantaleo e questa nostra risposta: la lettera appare l’estrema carta del gruppo dirigente FLC per impedire che tra gli iscritti/e Cgil si diffonda il sostegno allo sciopero. Frasi come: “in queste ore si sta alimentando la discussione sullo sciopero durante gli scrutini”..”comprendo le difficoltà del momento, ma solo se abbiamo chiaro e condividiamo obiettivo e strategia, potremo sperare...” dimostrano (del resto tale dissenso era già emerso durante il congresso FLC) quanto è diffusa la voglia di fare qualcosa di incisivo per bloccare l’ultimo sanguinoso assalto alla scuola, i 41 mila tagli di posti di lavoro che massacrano l’istruzione e i precari; e quanto poco “obiettivi e strategia” della FLC siano “chiari e condivisi”.
Lo sconcerto nelle fila Cgil è comprensibile. Nonostante la ben nota “fedeltà” alla casa-madre – che sovente appare una specie di lascito inossidabile della Cgil di Di Vittorio e del PCI di Togliatti – anche il più incallito fan del gruppo dirigente FLC vede la stridente contraddizione tra le roboanti dichiarazioni e l’assoluta inesistenza di forme di lotta adeguate. Circa un mese fa, un documento FLC invitava alla mobilitazione con questi termini: “La scuola italiana sta vivendo il periodo più buio che si ricordi con conseguenze pesanti non solo sul personale ma anche sulla qualità del nostro sistema formativo fino a mettere in seria discussione lo stesso diritto all’istruzione”. Però, a tali drammatiche ma pertinenti constatazioni non è seguita alcuna iniziativa di lotta. E durante il congresso nazionale FLC, malgrado molti delegati invocassero la partecipazione allo sciopero degli scrutini, la montagna ha partorito il “topolino” degli “Stati generali della scuola” per il prossimo autunno che, oltre a non poter essere spacciati per una seria forma di lotta, giungerebbero “a babbo morto”, dopo la cancellazione di altri 41 mila posti di lavoro e l’espulsione dei precari.
Alla luce di questa sconcertante contraddizione, un militante Cgil potrebbe legittimamente sospettare che tutte le iniziative prese dalla FLC dall’autunno 2008 ad oggi siano state svolte “obtorto collo” per il timore di essere sopravanzati dai Cobas (vero e proprio “tarlo” della Cgil scuola a partire dal 1987) e in generale dal movimento della scuola pubblica: e che alla fin fine il gruppo dirigente FLC non ritenga poi la politica di Gelmini-Tremonti molto diversa da quella di Fioroni-Padoa Schioppa o di Berlinguer (in effetti non lo è: e i Cobas si batterono anche contro quelle), con le quali a suo tempo la Cgil – all’opposto di noi - aveva abbondantemente colluso.
Veniamo dunque al merito della lettera di Pantaleo, con una prima osservazione che è anche una risposta a quegli iscritti Cgil che ci rimproverano “durezza” nei confronti della loro organizzazione. In tutta la lettera, come sempre nelle dichiarazioni o documenti della Cgil scuola, non compare mai la parola Cobas. Lo sciopero durante gli scrutini è stato convocato dai Cobas, e ciò è ben noto a Pantaleo: ma nella lettera diveniamo “alcune associazioni sindacali”. In questi anni la Cgil scuola ha usato mille eufemismi per non far comparire mai la temuta parolina Cobas, sprofondando spesso nel ridicolo. Mentre la parola Cobas veniva usata quasi quotidianamente nei massmedia italiani, circolava negli appuntamenti di rilievo del movimento mondiale anti-liberista, veniva studiata in saggi e tesi di laurea come unica esperienza di sindacato fatto da “volontari” che restano sul posto di lavoro senza distacchi, e non da professionisti della contrattazione, la FLC-Cgil scuola si convinceva che bastasse non formulare la parolina e i Cobas sarebbero prima o poi spariti. Il che corrisponde al fatto sostanziale che la Cgil si è battuta in questi anni per togliere i diritti sindacali (di assemblea in primis, che è il diritto di ogni lavoratore/trice di fare assemblee con chi vuole) ai Cobas: dal chè l’impossibilità di avere con tale organizzazione rapporti sereni.
Ed eccoci al contenuto centrale della lettera. Pantaleo spiega all’organizzazione perché non va fatto lo sciopero durante gli scrutini. Il primo argomento usato è davvero grave. Scrive Pantaleo: “Abbiamo la necessità in questa fase di costruire alleanze con tutti i soggetti che si oppongono al progetto di questo governo contro la scuola pubblica…e una forma di protesta che danneggerebbe in primo luogo gli studenti e le famiglie non ci pare congruente con tale obiettivo”. Ora, a parte che è uno sciopero in difesa della scuola pubblica e non su temi corporativi, Pantaleo non può non sapere dove porta una simile affermazione, perché è l’argomento con il quale sono stati attaccati tutti gli scioperi nell’ultimo ventennio: e cioè che essi “danneggiano” i cittadini. Certo, questo pensiero è congruo con l’accettazione (anzi, con la formulazione, visto che tale legge venne partorita da giuristi di area Cgil, Cisl e centrosinistra) della legge 146 “anti-Cobas” del 1990 che, dopo decenni in cui i sindacati avevano tuonato contro ogni limitazione del diritto di sciopero, lo ridusse drasticamente, dopo la comparsa dei Cobas e del sindacalismo alternativo che mettevano in discussione il monopolio “divino” di Cgil-Cisl-Uil.
Ma, applicato alla lettera, tale principio avrebbe dovuto portare la FLC a non convocare alcuno sciopero negli ultimi anni. Perché anche lo sciopero di una giornata “danneggia” gli studenti che devono rinunciare all’istruzione o i genitori con “il tempo pieno” che non sanno dove sistemare il bimbo/a: anzi, il “danno” appare ben maggiore che il ritardo di uno scrutinio, che non sottrae istruzione. D’altra parte, che senso avrebbe uno sciopero che non incide per nulla sulle attività della scuola? Se niente si modifica nella vita della scuola, perché farlo? Masochismo?
Che la tesi sia insostenibile e del tutto strumentale lo dimostra poi la terza delle motivazioni addotte da Pantaleo contro lo sciopero durante gli scrutini: “L’efficacia dello sciopero degli scrutini è marginale: in caso di sciopero il dirigente scolastico è tenuto a riconvocare gli scrutini entro cinque giorni, quindi la protesta si tradurrebbe in un mero spostamento di date”. Cioè: dopo aver scritto che lo sciopero “danneggia” studenti e genitori, si sostiene il contrario, che lo sciopero è inutile perché si traduce in un “mero spostamento di date”. Pantaleo finge di ignorare che cinque giorni di spostamento creano un ingorgo burocratico non da poco, visto che, se impediremo ai capi di istituto di convocare scrutini illegali prima della fine delle lezioni, ad esempio il tempo a disposizione nelle superiori prima degli esami di maturità sarà ben ristretto, dando allo sciopero ancora maggiore visibilità. Certo, se la Cgil non avesse sottoscritto, pur di stoppare i Cobas, la legge 146, che impedisce di scioperare per più di due giorni, l’effetto sarebbe assai maggiore; ma la sfida è anche questa: recuperare forme di lotta davvero incisive e paganti.
E all’uopo la memoria non può soccorrere Pantaleo che si occupa di scuola da pochissimo, visto che a lui è accaduto quello che capita a tanti sindacalisti di mestiere che vengono spostati da un giorno all’altro in settori di cui non sanno nulla o quasi. E’ un falso clamoroso che “la storia di questa forma di lotta sta a dimostrare che anche nei suoi momenti più alti alla fine tutto è rapidamente rientrato”. Lo sciopero degli scrutini che segnò l’esplosione (biennio 1987-88) dei Cobas durò da gennaio-febbraio (scrutini intermedi) fino a giugno, dette estrema visibilità e forza alla lotta, la diffuse in migliaia di scuola, mobilitando decine di migliaia di docenti grazie alla facilità della sua esecuzione, al costo limitato (trattenuta oraria) e al fatto che non toccava il diritto all’istruzione: e il contratto che si ottenne alla fine, anche se allora criticato da noi, resta economicamente il più avanzato del dopoguerra, mentre tale lotta bloccò la privatizzazione, la mercificazione e l’impoverimento della scuola pubblica fino all’arrivo di Attila Berlinguer.
C’è un ultimo argomento impiegato da Pantaleo contro lo sciopero ed ha la stessa pretestuosità dei precedenti: il fatto che lo sciopero “coinvolge solo il personale docente e solo quello delle classi non terminali…con seri dubbi sul reale coinvolgimento dei docenti della scuola primaria”. Innanzitutto, lo sciopero riguarda tutte le attività scolastiche: dunque coinvolge anche gli Ata. E non solo “senza bidelli non si aprono i cancelli”; ma il blocco del lavoro Ata interrompe anche le attività burocratiche preparatorie e successive allo scrutinio vero e proprio. Poi, lo sciopero coinvolge anche i docenti delle classi terminali, visto che il numero di essi che hanno solo tali classi è minimo. E’ vero che la scuola primaria non ha un ruolo centrale in questo sciopero: ma questo è successo, al contrario, anche durante le lotte in difesa del Tempo pieno o contro la “maestra unica”, temi che toccavano solo la scuola primaria e che, ciò malgrado, hanno portato agli scioperi, Cobas ma anche FLC, tutti gli ordini di scuola. D’altra parte, il colpo più grosso questo anno non lo hanno ricevuto le scuole superiori con la “riforma Gelmini”?
Due note finali sulla lettera: noi non consideriamo questo sciopero “il non plus ultra delle forme di lotta” (lo potrebbe essere, casomai, se non ci fossero limiti al diritto di sciopero) e non ci è mai passato per la testa di “agitarlo strumentalmente contro la Cgil” (esempio di megalomania da “grande-Cgil”). Semplicemente, risulta, qui ed ora, l’unica forma visibile a fine anno e quella fortemente richiesta dal movimento dei precari - che ha smosso fin da questa estate la “morta gora” del conflitto, con iniziative originali (l’invasione dei tetti, l’occupazione degli USP, i picchetti precari ecc..) che abbiamo contribuito ad organizzare - per recuperare forme di lotta incisive, scippateci in barba alla Costituzione. Ci auguriamo dunque che, malgrado l’anatema di Pantaleo, tanti iscritti/e Cgil non aspettino i mitici Stati Generali d’autunno e collaborino al successo di uno sciopero per evitare il massacro della scuola pubblica e l’espulsione spietata di decine di migliaia di docenti ed Ata.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
LA RISPOSTA COBAS
Ci è pervenuta una lettera che il segretario nazionale della FLC-Cgil Mimmo Pantaleo ha mandato alle sedi della sua organizzazione sullo sciopero convocato dai Cobas durante gli scrutini di giugno, inviataci da qualcuno/a che si definisce “militante Cgil”. In passato è accaduto che ricevessimo materiale della Cgil su questioni interne: ed abbiamo sempre ritenuto scorretto, nonostante la “guerra” che la Cgil ci fa da sempre e la sottrazione di diritti sindacali ai Cobas di cui è tra i massimi responsabili, diffonderlo “urbi et orbi”. Stavolta però la situazione è assai diversa, perché nella lettera si attacca frontalmente - quasi un “inno al crumiraggio” - una forma di lotta che, con notevole impegno e fatica, stiamo organizzando, in stretta collaborazione con il movimento dei precari che quest’anno è stato l’avanguardia della lotta in difesa della scuola pubblica: e lo si fa con argomenti che costituiscono un attacco non solo al nostro ma a qualsiasi forma di sciopero, riecheggiando tesi delle forze conservatrici contro le lotte sociali.
C’è un ulteriore motivo che ci spinge a diffondere la lettera di Pantaleo e questa nostra risposta: la lettera appare l’estrema carta del gruppo dirigente FLC per impedire che tra gli iscritti/e Cgil si diffonda il sostegno allo sciopero. Frasi come: “in queste ore si sta alimentando la discussione sullo sciopero durante gli scrutini”..”comprendo le difficoltà del momento, ma solo se abbiamo chiaro e condividiamo obiettivo e strategia, potremo sperare...” dimostrano (del resto tale dissenso era già emerso durante il congresso FLC) quanto è diffusa la voglia di fare qualcosa di incisivo per bloccare l’ultimo sanguinoso assalto alla scuola, i 41 mila tagli di posti di lavoro che massacrano l’istruzione e i precari; e quanto poco “obiettivi e strategia” della FLC siano “chiari e condivisi”.
Lo sconcerto nelle fila Cgil è comprensibile. Nonostante la ben nota “fedeltà” alla casa-madre – che sovente appare una specie di lascito inossidabile della Cgil di Di Vittorio e del PCI di Togliatti – anche il più incallito fan del gruppo dirigente FLC vede la stridente contraddizione tra le roboanti dichiarazioni e l’assoluta inesistenza di forme di lotta adeguate. Circa un mese fa, un documento FLC invitava alla mobilitazione con questi termini: “La scuola italiana sta vivendo il periodo più buio che si ricordi con conseguenze pesanti non solo sul personale ma anche sulla qualità del nostro sistema formativo fino a mettere in seria discussione lo stesso diritto all’istruzione”. Però, a tali drammatiche ma pertinenti constatazioni non è seguita alcuna iniziativa di lotta. E durante il congresso nazionale FLC, malgrado molti delegati invocassero la partecipazione allo sciopero degli scrutini, la montagna ha partorito il “topolino” degli “Stati generali della scuola” per il prossimo autunno che, oltre a non poter essere spacciati per una seria forma di lotta, giungerebbero “a babbo morto”, dopo la cancellazione di altri 41 mila posti di lavoro e l’espulsione dei precari.
Alla luce di questa sconcertante contraddizione, un militante Cgil potrebbe legittimamente sospettare che tutte le iniziative prese dalla FLC dall’autunno 2008 ad oggi siano state svolte “obtorto collo” per il timore di essere sopravanzati dai Cobas (vero e proprio “tarlo” della Cgil scuola a partire dal 1987) e in generale dal movimento della scuola pubblica: e che alla fin fine il gruppo dirigente FLC non ritenga poi la politica di Gelmini-Tremonti molto diversa da quella di Fioroni-Padoa Schioppa o di Berlinguer (in effetti non lo è: e i Cobas si batterono anche contro quelle), con le quali a suo tempo la Cgil – all’opposto di noi - aveva abbondantemente colluso.
Veniamo dunque al merito della lettera di Pantaleo, con una prima osservazione che è anche una risposta a quegli iscritti Cgil che ci rimproverano “durezza” nei confronti della loro organizzazione. In tutta la lettera, come sempre nelle dichiarazioni o documenti della Cgil scuola, non compare mai la parola Cobas. Lo sciopero durante gli scrutini è stato convocato dai Cobas, e ciò è ben noto a Pantaleo: ma nella lettera diveniamo “alcune associazioni sindacali”. In questi anni la Cgil scuola ha usato mille eufemismi per non far comparire mai la temuta parolina Cobas, sprofondando spesso nel ridicolo. Mentre la parola Cobas veniva usata quasi quotidianamente nei massmedia italiani, circolava negli appuntamenti di rilievo del movimento mondiale anti-liberista, veniva studiata in saggi e tesi di laurea come unica esperienza di sindacato fatto da “volontari” che restano sul posto di lavoro senza distacchi, e non da professionisti della contrattazione, la FLC-Cgil scuola si convinceva che bastasse non formulare la parolina e i Cobas sarebbero prima o poi spariti. Il che corrisponde al fatto sostanziale che la Cgil si è battuta in questi anni per togliere i diritti sindacali (di assemblea in primis, che è il diritto di ogni lavoratore/trice di fare assemblee con chi vuole) ai Cobas: dal chè l’impossibilità di avere con tale organizzazione rapporti sereni.
Ed eccoci al contenuto centrale della lettera. Pantaleo spiega all’organizzazione perché non va fatto lo sciopero durante gli scrutini. Il primo argomento usato è davvero grave. Scrive Pantaleo: “Abbiamo la necessità in questa fase di costruire alleanze con tutti i soggetti che si oppongono al progetto di questo governo contro la scuola pubblica…e una forma di protesta che danneggerebbe in primo luogo gli studenti e le famiglie non ci pare congruente con tale obiettivo”. Ora, a parte che è uno sciopero in difesa della scuola pubblica e non su temi corporativi, Pantaleo non può non sapere dove porta una simile affermazione, perché è l’argomento con il quale sono stati attaccati tutti gli scioperi nell’ultimo ventennio: e cioè che essi “danneggiano” i cittadini. Certo, questo pensiero è congruo con l’accettazione (anzi, con la formulazione, visto che tale legge venne partorita da giuristi di area Cgil, Cisl e centrosinistra) della legge 146 “anti-Cobas” del 1990 che, dopo decenni in cui i sindacati avevano tuonato contro ogni limitazione del diritto di sciopero, lo ridusse drasticamente, dopo la comparsa dei Cobas e del sindacalismo alternativo che mettevano in discussione il monopolio “divino” di Cgil-Cisl-Uil.
Ma, applicato alla lettera, tale principio avrebbe dovuto portare la FLC a non convocare alcuno sciopero negli ultimi anni. Perché anche lo sciopero di una giornata “danneggia” gli studenti che devono rinunciare all’istruzione o i genitori con “il tempo pieno” che non sanno dove sistemare il bimbo/a: anzi, il “danno” appare ben maggiore che il ritardo di uno scrutinio, che non sottrae istruzione. D’altra parte, che senso avrebbe uno sciopero che non incide per nulla sulle attività della scuola? Se niente si modifica nella vita della scuola, perché farlo? Masochismo?
Che la tesi sia insostenibile e del tutto strumentale lo dimostra poi la terza delle motivazioni addotte da Pantaleo contro lo sciopero durante gli scrutini: “L’efficacia dello sciopero degli scrutini è marginale: in caso di sciopero il dirigente scolastico è tenuto a riconvocare gli scrutini entro cinque giorni, quindi la protesta si tradurrebbe in un mero spostamento di date”. Cioè: dopo aver scritto che lo sciopero “danneggia” studenti e genitori, si sostiene il contrario, che lo sciopero è inutile perché si traduce in un “mero spostamento di date”. Pantaleo finge di ignorare che cinque giorni di spostamento creano un ingorgo burocratico non da poco, visto che, se impediremo ai capi di istituto di convocare scrutini illegali prima della fine delle lezioni, ad esempio il tempo a disposizione nelle superiori prima degli esami di maturità sarà ben ristretto, dando allo sciopero ancora maggiore visibilità. Certo, se la Cgil non avesse sottoscritto, pur di stoppare i Cobas, la legge 146, che impedisce di scioperare per più di due giorni, l’effetto sarebbe assai maggiore; ma la sfida è anche questa: recuperare forme di lotta davvero incisive e paganti.
E all’uopo la memoria non può soccorrere Pantaleo che si occupa di scuola da pochissimo, visto che a lui è accaduto quello che capita a tanti sindacalisti di mestiere che vengono spostati da un giorno all’altro in settori di cui non sanno nulla o quasi. E’ un falso clamoroso che “la storia di questa forma di lotta sta a dimostrare che anche nei suoi momenti più alti alla fine tutto è rapidamente rientrato”. Lo sciopero degli scrutini che segnò l’esplosione (biennio 1987-88) dei Cobas durò da gennaio-febbraio (scrutini intermedi) fino a giugno, dette estrema visibilità e forza alla lotta, la diffuse in migliaia di scuola, mobilitando decine di migliaia di docenti grazie alla facilità della sua esecuzione, al costo limitato (trattenuta oraria) e al fatto che non toccava il diritto all’istruzione: e il contratto che si ottenne alla fine, anche se allora criticato da noi, resta economicamente il più avanzato del dopoguerra, mentre tale lotta bloccò la privatizzazione, la mercificazione e l’impoverimento della scuola pubblica fino all’arrivo di Attila Berlinguer.
C’è un ultimo argomento impiegato da Pantaleo contro lo sciopero ed ha la stessa pretestuosità dei precedenti: il fatto che lo sciopero “coinvolge solo il personale docente e solo quello delle classi non terminali…con seri dubbi sul reale coinvolgimento dei docenti della scuola primaria”. Innanzitutto, lo sciopero riguarda tutte le attività scolastiche: dunque coinvolge anche gli Ata. E non solo “senza bidelli non si aprono i cancelli”; ma il blocco del lavoro Ata interrompe anche le attività burocratiche preparatorie e successive allo scrutinio vero e proprio. Poi, lo sciopero coinvolge anche i docenti delle classi terminali, visto che il numero di essi che hanno solo tali classi è minimo. E’ vero che la scuola primaria non ha un ruolo centrale in questo sciopero: ma questo è successo, al contrario, anche durante le lotte in difesa del Tempo pieno o contro la “maestra unica”, temi che toccavano solo la scuola primaria e che, ciò malgrado, hanno portato agli scioperi, Cobas ma anche FLC, tutti gli ordini di scuola. D’altra parte, il colpo più grosso questo anno non lo hanno ricevuto le scuole superiori con la “riforma Gelmini”?
Due note finali sulla lettera: noi non consideriamo questo sciopero “il non plus ultra delle forme di lotta” (lo potrebbe essere, casomai, se non ci fossero limiti al diritto di sciopero) e non ci è mai passato per la testa di “agitarlo strumentalmente contro la Cgil” (esempio di megalomania da “grande-Cgil”). Semplicemente, risulta, qui ed ora, l’unica forma visibile a fine anno e quella fortemente richiesta dal movimento dei precari - che ha smosso fin da questa estate la “morta gora” del conflitto, con iniziative originali (l’invasione dei tetti, l’occupazione degli USP, i picchetti precari ecc..) che abbiamo contribuito ad organizzare - per recuperare forme di lotta incisive, scippateci in barba alla Costituzione. Ci auguriamo dunque che, malgrado l’anatema di Pantaleo, tanti iscritti/e Cgil non aspettino i mitici Stati Generali d’autunno e collaborino al successo di uno sciopero per evitare il massacro della scuola pubblica e l’espulsione spietata di decine di migliaia di docenti ed Ata.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
francescaP- Esperto/a
- Numero di messaggi : 573
Località : Roma
Ordine scuola : secondaria ii grado
Organizzazione : Cobas
Contributo al forum : 6495
Data d'iscrizione : 21.09.08
Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
ti viene proprio difficile mettere i tuoi interventi nel posto giusto?
Emma Giannì- Amministratore
- Numero di messaggi : 2680
Località : SCIACCA(AG)
Ordine scuola : Secondaria A029-A030
Organizzazione : Rete Precari Scuola Agrigento
Tesserata CGIL
Contributo al forum : 8775
Data d'iscrizione : 16.07.08
Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
scusatemi ma non condivido tutta questa dichiarazione.
Penso che i docenti non siano con il cervello condizionato dalle sigle in modo totale,per cui credo che sec'è voglia di aderire allo sciopero degli scrutini i docenti in servizio nelle scuole lo faranno ugualmente.
Pantaleo nel comunicato non ha detto PESTE E CORNA dei PROMOTORI.
Il comunicato spiega soltanto le ragioni del NO della flc.
In questo di Bernocchi ci trovo,di contro,tante parole che screditano quello che ha messo in campo la cgil da tanti mesi(scioperi infiniti e tante altre iniziative che poca risposta tra l'altro hanno trovato).
Se partiamo dal presupposto che bisogna invitare tutti a reagire senza distinzioni sindacali...io.sinceramente,questo comunicato dei cobas lo trovo fuori luogo perchè ci leggo dietro il messaggio che
LA SCUOLA e il suo smantellamento vengono utilizzati da COBAS e CGIL per risolvere le loro REMOTE questioni personali e politiche.
A questo punto ritengo che il ragionamento dei docenti poi sia del tutto legittimo quando dicono che NON CAMBiERA' NULLA!!!!
Penso che i docenti non siano con il cervello condizionato dalle sigle in modo totale,per cui credo che sec'è voglia di aderire allo sciopero degli scrutini i docenti in servizio nelle scuole lo faranno ugualmente.
Pantaleo nel comunicato non ha detto PESTE E CORNA dei PROMOTORI.
Il comunicato spiega soltanto le ragioni del NO della flc.
In questo di Bernocchi ci trovo,di contro,tante parole che screditano quello che ha messo in campo la cgil da tanti mesi(scioperi infiniti e tante altre iniziative che poca risposta tra l'altro hanno trovato).
Se partiamo dal presupposto che bisogna invitare tutti a reagire senza distinzioni sindacali...io.sinceramente,questo comunicato dei cobas lo trovo fuori luogo perchè ci leggo dietro il messaggio che
LA SCUOLA e il suo smantellamento vengono utilizzati da COBAS e CGIL per risolvere le loro REMOTE questioni personali e politiche.
A questo punto ritengo che il ragionamento dei docenti poi sia del tutto legittimo quando dicono che NON CAMBiERA' NULLA!!!!
mariapia- Coordinatore
- Numero di messaggi : 2772
Età : 68
Località : Palermo
Ordine scuola : Primaria
Organizzazione : CPS Palermo e neoiscritta Flcgil
Contributo al forum : 9082
Data d'iscrizione : 05.08.08
Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
E' vero! i lavoratori della scuola hanno la loro testa e non si faranno certo condizionare da sigle grandi o piccole ... su questo hai ragione., e decideranno da soli se e come aderire agli scioperi nei giorni degli scrutini.
Ti ricordo comunque che lo sciopero è per tutti, quindi anche per le primarie che potranno bloccare le attività previste in quei due giorni ... e per il personale ata che può scioperare.
Quello su cui però vorrei farti riflettere è che tra COBAS e CGIL non ci sono cose personali e remote da risolvere.
Certo sono cose anche remote (ma che oggi trovano la loro conclusione) e non sono certo scazzi tra sigle.
Secondo te la possibilità di fare 24 ore a straordinario per i docenti delle secondarie (voluta da cgil-cisl-uil-snals e gilda nel contratto del '88) è una cosa personale e remota?
Secondo te i Contratti firmati in questi anni di concertazione (per concertazione non si intende la contrattazione che si fa prima, durante e dopo una lotta, ma il modello sindacale che prevede accordi predefiniti e senza un vero conflitto) e che per i precari non prevedono la parità di trattamento, sono cose personali e remote?
Il fatto che i precari non votino con pieni diritti nelle elezioni rsu - previsti negli accordi sindacati-aran, sono cose remote e personali?
Il fatto che i sindacati abbiano voluto (certo vent'anni fa) la legge 146 antisciopero, che ora ci lascia "castrati" senza possibilità di forme di lotta veramente incisive, è una cosa personale?
E il diritto d'assemblea in orario di lavoro che è appannaggio delle sigle sindacali concertative, mentre se vuoi fare una assemblea a scuola tua devi chiedere un favore alle rsu o come ad esempio CPS non puoi indire assemblee in orario di servizio? sono cose personali dei cobas oppure attiene alla democrazia sindacale?
Mi pare che anche la FIOM stia ponendo delle domande alla cgil ... come si può leggere dalle cronache sul recente congresso.
ciao
stefano micheletti venezia
Ti ricordo comunque che lo sciopero è per tutti, quindi anche per le primarie che potranno bloccare le attività previste in quei due giorni ... e per il personale ata che può scioperare.
Quello su cui però vorrei farti riflettere è che tra COBAS e CGIL non ci sono cose personali e remote da risolvere.
Certo sono cose anche remote (ma che oggi trovano la loro conclusione) e non sono certo scazzi tra sigle.
Secondo te la possibilità di fare 24 ore a straordinario per i docenti delle secondarie (voluta da cgil-cisl-uil-snals e gilda nel contratto del '88) è una cosa personale e remota?
Secondo te i Contratti firmati in questi anni di concertazione (per concertazione non si intende la contrattazione che si fa prima, durante e dopo una lotta, ma il modello sindacale che prevede accordi predefiniti e senza un vero conflitto) e che per i precari non prevedono la parità di trattamento, sono cose personali e remote?
Il fatto che i precari non votino con pieni diritti nelle elezioni rsu - previsti negli accordi sindacati-aran, sono cose remote e personali?
Il fatto che i sindacati abbiano voluto (certo vent'anni fa) la legge 146 antisciopero, che ora ci lascia "castrati" senza possibilità di forme di lotta veramente incisive, è una cosa personale?
E il diritto d'assemblea in orario di lavoro che è appannaggio delle sigle sindacali concertative, mentre se vuoi fare una assemblea a scuola tua devi chiedere un favore alle rsu o come ad esempio CPS non puoi indire assemblee in orario di servizio? sono cose personali dei cobas oppure attiene alla democrazia sindacale?
Mi pare che anche la FIOM stia ponendo delle domande alla cgil ... come si può leggere dalle cronache sul recente congresso.
ciao
stefano micheletti venezia
Stefano Micheletti- Esperto/a
- Numero di messaggi : 225
Località : Venezia
Ordine scuola : Secondaria II gr. (Liceo Artistico)
Organizzazione : Rete Organizzata Docenti e Ata precari del Veneto
Contributo al forum : 6162
Data d'iscrizione : 16.07.08
Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
mariapia credo che la tua lettura sia molto di parte. io leggo una risposta puntuale ad affermazioni gravissime della lettera di pantaleo ai suoi militanti. non si tratta di dire male di altri, si tratta di spiegare le contraddizioni di una lettera che dice ai propri lavoratori che non si ha intenzione di rispondere alle loro stesse richeste. l'intento è chiaro e preciso: rispondere alle scuse accampate - a tratti anche secondo me ridicole -ma soprattutto parecchio pericolose. bernocchi lo spiega molto bene. provo a selezionarti dei pezzi per spiegarmi meglio.
credo che difficilmente si possa dire diversamente. ahimè
gravissima affermazione. credo che anche su questo ci sia poco da discutere. è pericolosissimo affermare che per non disturbare nessuno meglio non scioperare... sapete cosa significa? ma secondo te mariapia la società si sveglia con i compromessi al ribasso, le lotte silenziose che non danno troppo fastidio? per favore non cadiamo nel ridicolo questa affermazione va stigmatizzata e criticata con durezza da qualunque lavoratore.
cosa c'è da discutere in questa risposta? nulla. la cgil racconta menzogne e le scrive anche. dire ai lavoratori che lo sciopero degli scrutini è la lotta solo di alcuni è un argomento osceno, perché dimostra o di voler consapevolmente raccontare falsità ai lavoratori oppure di non essere all'altezza del proprio compito e non conoscere la normativa che permette anche agli ata di scioperare e ai docenti delle classi terminali pure visto che non esistono docenti che hanno solo esclusivamente classi terminali. il gioco a chi la racconta meglio ai lavoratori va smantellato proprio nelle assemblee sindacali. nella mia scuola la persona che la cgil ha inviato per informare sosteneva mercoledì scorso che la cgil sta studiando la normativa per farci fare lo sciopero degli scrutini (cominciano a studiare la normativa che dovrebbero conoscere perfettamente all'alba del 5 maggio quando chiediamo lo sciopero degli scrutini da mesi) e che la loro ipotesi era quella di farci scioperare solo ad uno scrutinio al giorno per perdere meno soldi in busta paga: una roba che non esiste. perché nella normativa sullo sciopero c'è scritto chiaramente che s presenzio allo scrutinio della mia quinta ma poi sciopero per lo scrutinio della terza i soldi me li tolgono per intero in ogni caso. ovviamente la figuraccia davanti ai colleghi è stata gravissima.
è questa mariapia non è una lettura di parte. è la lettura sconfortata di una persona che nel 2007 aveva la tessera cgil e dall'autunno del 2008 non l'ha mai più rinnovata pur sperando in fondo in fondo che qualcosa sarebbe cambiato.
p.s. a Emma: credo che l'aver postato la lettera di risposta in un post diverso da quello della lettera di pantaleo sia più che corretto perché tutti possano commentare l'una e l'altra in modo diverso. questo è la mia opinione ovviamente.
“La scuola italiana sta vivendo il periodo più buio che si ricordi con conseguenze pesanti non solo sul personale ma anche sulla qualità del nostro sistema formativo fino a mettere in seria discussione lo stesso diritto all’istruzione”. Però, a tali drammatiche ma pertinenti constatazioni non è seguita alcuna iniziativa di lotta
credo che difficilmente si possa dire diversamente. ahimè
Il primo argomento usato è davvero grave. Scrive Pantaleo: “Abbiamo la necessità in questa fase di costruire alleanze con tutti i soggetti che si oppongono al progetto di questo governo contro la scuola pubblica…e una forma di protesta che danneggerebbe in primo luogo gli studenti e le famiglie non ci pare congruente con tale obiettivo”. Ora, a parte che è uno sciopero in difesa della scuola pubblica e non su temi corporativi, Pantaleo non può non sapere dove porta una simile affermazione, perché è l’argomento con il quale sono stati attaccati tutti gli scioperi nell’ultimo ventennio: e cioè che essi “danneggiano” i cittadini.
Ma, applicato alla lettera, tale principio avrebbe dovuto portare la FLC a non convocare alcuno sciopero negli ultimi anni. Perché anche lo sciopero di una giornata “danneggia” gli studenti che devono rinunciare all’istruzione o i genitori con “il tempo pieno” che non sanno dove sistemare il bimbo/a: anzi, il “danno” appare ben maggiore che il ritardo di uno scrutinio, che non sottrae istruzione. D’altra parte, che senso avrebbe uno sciopero che non incide per nulla sulle attività della scuola? Se niente si modifica nella vita della scuola, perché farlo? Masochismo?
gravissima affermazione. credo che anche su questo ci sia poco da discutere. è pericolosissimo affermare che per non disturbare nessuno meglio non scioperare... sapete cosa significa? ma secondo te mariapia la società si sveglia con i compromessi al ribasso, le lotte silenziose che non danno troppo fastidio? per favore non cadiamo nel ridicolo questa affermazione va stigmatizzata e criticata con durezza da qualunque lavoratore.
C’è un ultimo argomento impiegato da Pantaleo contro lo sciopero ed ha la stessa pretestuosità dei precedenti: il fatto che lo sciopero “coinvolge solo il personale docente e solo quello delle classi non terminali…con seri dubbi sul reale coinvolgimento dei docenti della scuola primaria”. Innanzitutto, lo sciopero riguarda tutte le attività scolastiche: dunque coinvolge anche gli Ata. E non solo “senza bidelli non si aprono i cancelli”; ma il blocco del lavoro Ata interrompe anche le attività burocratiche preparatorie e successive allo scrutinio vero e proprio. Poi, lo sciopero coinvolge anche i docenti delle classi terminali, visto che il numero di essi che hanno solo tali classi è minimo. E’ vero che la scuola primaria non ha un ruolo centrale in questo sciopero: ma questo è successo, al contrario, anche durante le lotte in difesa del Tempo pieno o contro la “maestra unica”, temi che toccavano solo la scuola primaria e che, ciò malgrado, hanno portato agli scioperi, Cobas ma anche FLC, tutti gli ordini di scuola. D’altra parte, il colpo più grosso questo anno non lo hanno ricevuto le scuole superiori con la “riforma Gelmini”?
cosa c'è da discutere in questa risposta? nulla. la cgil racconta menzogne e le scrive anche. dire ai lavoratori che lo sciopero degli scrutini è la lotta solo di alcuni è un argomento osceno, perché dimostra o di voler consapevolmente raccontare falsità ai lavoratori oppure di non essere all'altezza del proprio compito e non conoscere la normativa che permette anche agli ata di scioperare e ai docenti delle classi terminali pure visto che non esistono docenti che hanno solo esclusivamente classi terminali. il gioco a chi la racconta meglio ai lavoratori va smantellato proprio nelle assemblee sindacali. nella mia scuola la persona che la cgil ha inviato per informare sosteneva mercoledì scorso che la cgil sta studiando la normativa per farci fare lo sciopero degli scrutini (cominciano a studiare la normativa che dovrebbero conoscere perfettamente all'alba del 5 maggio quando chiediamo lo sciopero degli scrutini da mesi) e che la loro ipotesi era quella di farci scioperare solo ad uno scrutinio al giorno per perdere meno soldi in busta paga: una roba che non esiste. perché nella normativa sullo sciopero c'è scritto chiaramente che s presenzio allo scrutinio della mia quinta ma poi sciopero per lo scrutinio della terza i soldi me li tolgono per intero in ogni caso. ovviamente la figuraccia davanti ai colleghi è stata gravissima.
è questa mariapia non è una lettura di parte. è la lettura sconfortata di una persona che nel 2007 aveva la tessera cgil e dall'autunno del 2008 non l'ha mai più rinnovata pur sperando in fondo in fondo che qualcosa sarebbe cambiato.
p.s. a Emma: credo che l'aver postato la lettera di risposta in un post diverso da quello della lettera di pantaleo sia più che corretto perché tutti possano commentare l'una e l'altra in modo diverso. questo è la mia opinione ovviamente.
egle ernesta- Veterano/a
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Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
egle, se le scrivevo io queste cose ero finito...
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Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
manuel ha scritto:egle, se le scrivevo io queste cose ero finito...
sempre il solito prevenuto!
Si vede che egle sa argomentare meglio di te(questione di carattere ovviamente! )
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Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
Stefano Micheletti ha scritto:E' vero! i lavoratori della scuola hanno la loro testa e non si faranno certo condizionare da sigle grandi o piccole ... su questo hai ragione., e decideranno da soli se e come aderire agli scioperi nei giorni degli scrutini.
Ti ricordo comunque che lo sciopero è per tutti, quindi anche per le primarie che potranno bloccare le attività previste in quei due giorni ... e per il personale ata che può scioperare.
Quello su cui però vorrei farti riflettere è che tra COBAS e CGIL non ci sono cose personali e remote da risolvere.
Certo sono cose anche remote (ma che oggi trovano la loro conclusione) e non sono certo scazzi tra sigle.
Secondo te la possibilità di fare 24 ore a straordinario per i docenti delle secondarie (voluta da cgil-cisl-uil-snals e gilda nel contratto del '88) è una cosa personale e remota?
Secondo te i Contratti firmati in questi anni di concertazione (per concertazione non si intende la contrattazione che si fa prima, durante e dopo una lotta, ma il modello sindacale che prevede accordi predefiniti e senza un vero conflitto) e che per i precari non prevedono la parità di trattamento, sono cose personali e remote?
Il fatto che i precari non votino con pieni diritti nelle elezioni rsu - previsti negli accordi sindacati-aran, sono cose remote e personali?
Il fatto che i sindacati abbiano voluto (certo vent'anni fa) la legge 146 antisciopero, che ora ci lascia "castrati" senza possibilità di forme di lotta veramente incisive, è una cosa personale?
E il diritto d'assemblea in orario di lavoro che è appannaggio delle sigle sindacali concertative, mentre se vuoi fare una assemblea a scuola tua devi chiedere un favore alle rsu o come ad esempio CPS non puoi indire assemblee in orario di servizio? sono cose personali dei cobas oppure attiene alla democrazia sindacale?
Mi pare che anche la FIOM stia ponendo delle domande alla cgil ... come si può leggere dalle cronache sul recente congresso.
ciao
stefano micheletti venezia
Caro Stefano,sicuramente tu hai argomenti migliori dei miei dato che ti occupi di politica e sindacato senza dubbio da tempo.
Ma,vedi,io rappresento la stragrande maggioranza di chi non ne capisce tanto per cui penso che la mia lettura possa essere moooolto condivisa dai più.
In questo momento quello che ci nteressa è proseguire un percorso di lotta più o meno incisivo e poco importa CHI è che lo porta avanti.
E' chiaro che tutti poniamo domande ai Confederali e non solo alla flc.
Recentemente mi sono recata anche alla CISL.
Qui se c'è qualcuno che non è "di Parte" sono tra questi e con me tutti coloro che a Palermo fanno riferimento a me.
Questo è uno degli aspetti che ci contraddistingue da altri gruppi più o meno politicizzati o più o meno sindacalizzati.
Relativamente al fatto che lo sciopero sia per tutti (non discuto questo,è chiaro che quando serve la categoria DEVE schierarsi e fare fronte comune).
Purtroppo in realtà non è così.
Potrei dire martedì all'assemblea nella mia scuola(di pomeriggio quindi avrei potuto essere io a indirla come la precedente...la mossa di chiedere alle RSU è strategica)...io aderirò allo sciopero degli scrutini!!!!
Non escludo di farlo.
Però,bisogna comprendere che da soli NON SERVE.
Se il personale di ruolo sarà per il NO,quei pochi precari che ci sono non lo faranno(lo dico perchè me lo hanno detto chiaramente).
Infine...dimenticavo la cosa più importante....
La gente è STUFA di perderedenaro con gli scioperi.
mariapia- Coordinatore
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Re: LA FLC CGIL CONTRO LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI - LA RISPOSTA COBAS
Ci sono due discussioni aperte sullo stesso argomento. Chiudo questa per overposting, e rimando all'altra, che si trova qui:
https://docentiprecari.forumattivo.com/discussioni-comuni-sul-precariato-scolastico-f1/la-flc-cgil-chiude-definitivamente-la-questione-sciopero-degli-scrutiniora-la-parola-ai-lavoratori-della-scuola-t3299.htm
https://docentiprecari.forumattivo.com/discussioni-comuni-sul-precariato-scolastico-f1/la-flc-cgil-chiude-definitivamente-la-questione-sciopero-degli-scrutiniora-la-parola-ai-lavoratori-della-scuola-t3299.htm
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