COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA
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Il primo giorno di scuola...

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Messaggio Da dantedinanni Dom Ago 31, 2008 12:32 pm

Questo è davvero un anno eccezionale. Dopo anni, ma che dico anni, decenni di sterili discussioni, il governo ha finalmente deciso di cambiare la scuola. Certo, ci sono state proteste, scene di disperazione da parte del personale docente e non docente, ma alla fine ce l'abbiamo fatta: il nostro paese ha una scuola al passo coi tempi. E i risultati si vedono.

Giungo a scuola accolto da una miriade di bandierine raffiguranti le tante fondazioni che hanno preso a cuore l'istruzione pubblica: c'è quella nota azienda di software e quella dei pelati che tanto piacciono a mio figlio. Che dire poi dei cosmetici? Finalmente entro in una sala docenti degna di questo nome: pulita, piena di coloratissimi manifesti, moderna. I docenti sono tutti sorridenti, consapevoli della missione che devono portare avanti. Certo, siamo molti meno dell'anno scorso: soprattutto non ci sono più quei precari che ogni anno venivano a cercar l'elemosina nella nostra scuola, sempre a lamentarsi. Certo, la loro fine ha comportato dei costi, ma in fondo non è male avere a che fare con classi di 35 persone, di potermi finalmente confrontare con un numero così grande di studenti, tutti uguali, con il grembiulino, e opportunamente terrorizzate dalla prospettiva di ripetere l'anno con un bel sette in condotta sulla pagella.

In classe non ci sono più scritte sui muri: come in aula prof, tutto è al suo posto, sebbene si noti un certo affollamento. Un docente, che probabilmente non ha capito bene che i bei vecchi tempi (per lui) sono finiti, mi fa notare che potrebbero esserci gli estremi per una denuncia. Mi parla della 626 e di altre leggi comuniste, ma è isolato, ridicolo, con quella barba, quegli occhiali, quell'antica giacca che sa tanto di sessantotto ...

La prima ora è offerta dall'azienda di cosmetici. Le ragazze ascoltano con attenzione lo spot trasmesso su splendidi video al plasma attaccati alla parete. Finita la pubblicità si discute sull'efficacia di un certo tipo di crema anti brufoli, una vera e propria peste bubbonica per adolescenti come loro.

Si passa alla lezione canonica, che grazie alla riforma non dura più di una mezz'oretta. Siamo in Lombardia e ho il privilegio di insegnare: "lingua e letteratura lombarda". Sono emozionatissima. Purtroppo una parte della classe, decisamente minoritaria, disdegna questa nuova materia, ma con l'arma del sette in condotta sono in grado, ora, di riportarli alla ragione.

Finisce l'ora. Passo nella classe accanto, una prima. Ci saranno almeno quaranta studenti, tutti con addosso quei bei grembiulini firmati, gli stessi che ho comprato per mio figlio. Anche qui la lezione viene preceduta da uno spot, questa volta dell'azienda di pelati. Si discute quindi della dieta mediterranea e della necessità, soprattutto per le ragazze, di mantenere la linea, in quanto - come si sa - per sfondare in questa jungla bisogna sempre mostrarsi carine e disponibili. La lezione viene interrotta una seconda volta da una circolare del Consiglio di Amministrazione. Faccio notare come a portare il foglio non sia il solito bidello meridionale con gli zoccoli ai piedi, ma una specie di steward giovane, bello e sorridente: lui conferma. Lavorava all'Alitalia. Per fortuna gli esuberi gli hanno consentito di spendere le sue competenze in questa scuola. E' quasi un piacere fare una pausa del genere.
La nota del Consiglio di Amministrazione dice che per il pomeriggio è prevista una convention di alcune aziende locali, con vendita di prodotti al dettaglio. Siamo tutti invitati, compresi i genitori. E' la prima di una lunga serie di iniziative che la scuola ha messo a punto per interagire con le forze economiche del territorio.

L'intervallo è - come dicono i miei studenti - uno sballo. Ci sono gazebo dove si vendono a prezzi stracciatissimi popcorn e hamburger, patatine e coca cola. Il tutto condito con una musica di sottofondo che fa sentire gli studenti davvero a casa loro. E poi, non più quei dieci minuti che sembran dieci secondi, ma mezz'ora di pausa!

L'ora successiva è a disposizione. Ne approfitto per attaccare sul mio armadietto il calendario che il ministero dell'istruzione ha regalato a tutti noi docenti, con le foto delle più belle le ministre del governo, davvero tutte affascinanti.
Incontro il Dirigente Scolastico: bellissimo, gentilissimo, non quei pachidermi cha affollavano la scuola italiana fino all'anno scorso. "Noi abbiamo una missione", mi dice con voce suadente. "Dobbiamo formare la classe dirigente di domani". Parliamo della scomparsa del precariato, delle lotte dell'anno passato, degli scioperi. "Brutta gente, brutto periodo. Ma per fortuna tutto è finito. Ora possiamo lavorare senza problemi!".

La giornata volge al termini e all'uscita veniamo accolti da giovani ragazze pon pon che offrono gratuitamente bibite a tutti, docenti e bidelli compresi. Vado a casa davvero soddisfatta.

Il pomeriggio mi telefona il coordinatore di materia, il quale, non trovando più un importante documento in tutto quell'ordine, mi invita a raggiungerlo per dargli una mano. Poco male. Abito vicino.

La sera, prima di coricarmi, mi chiama il preside, il quale mi invita ad una cena con alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione. Non esito un attimo, sebbene mio marito sia un po' contrariato. Ma la carriera è carriera!

Alla cena un consigliere ci prova. So benissimo che il mio futuro lavorativo dipende dal giudizio positivo del Consiglio e dunque sorrido anche se vorrei scappare.

La mattina dopo mi alzo m non ho il coraggio di guardare in faccia il mio compagno né la mia allo specchio. Arrivo a scuola un po' in ritado e tutti mi guardano male. Non sorrido più, non ho la forza.

Entro in classe e comincio a fare lezione. Improvvisamente dai video sui muri parte una musica assordante. Mi ero dimenticata degli spot. Divento viola dalla rabbia. Gli studenti non capiscono.
La ripresa della lezione è difficile e quando un ragazzo, nel tentativo di raggiungere la porta per andare ai servizi, inciampa sullo zaino di un suo compagno rovinando su un altro, esplodo: "BASTA!". Non ce l'ho con loro, ma certo che la classe è poco sicura. Cosa potrebbe succedere in caso di incendio, mi chiedo? Mentre riprendo la lezione, non posso fare a meno di pensare alle e parole del collega comunista, di quegli strani termini: 626, sicurezza, diritti ...

Esco più stanca e depressa di quando sono entrata. Anche nell'altra classe devo aspettare tre minuti prima che lo spot cessi di trapanarmi le orecchie. Non ce la faccio più.

L'intervallo è un incubo. La musica è più alta del solito e l'odore di olio fritto riciclato mi fa venire il vomito. Esco per fumarmi una sigaretta da sola ma subito vengo abbordata da una ragazza pon pon che mi offre tutta una serie di cosmetici per la pelle. Forse faccio davvero schifo.

Le ultime ore sono un incubo. Un bidello che sembra uscito da una sfilata di moda entra sorridendo per annunciare il ballo di inizio anno: "siete tutti invitati. Naturalmente anche lei, professoressa!".

Mi sento male. Chiedo scusa ai ragazzi e vado in Segreteria a chiedere di potere uscire un'ora prima. "Sta scherzando? Lei è tenuta a stare in classe, costi quel che costi. Se se ne va non solo non le paghiamo l'intera giornata, ma mette a rischio anche la sua carriera in questo istituto". Sbatto il registro sulla scrivania e me ne vado ... a testa bassa, tra una miriade di giovani e giovanissimi che all'uscita mi offrono ogni ben di dio.

Mi metto a letto e ripenso agli anni passati, ai tanti colleghi che ho perso, alle classi di 20 studenti, alla mia materia che non c'è più, ai vecchi e noiosissimi collegi docenti che hanno abolito, al preside terrone, ai bidelli con gli zoccoli, alla puzza di muffa della sala professori, ai precari casinisti. Che bello ...

Mi addormento ... Improvvisamente una mano calda si posa sulla mia guancia. Mi alzo di scatto, pensando a quanto successo la sera prima, alla cena con i consiglieri. Ma la mano è quella di mio marito. Facciamo l'amore tutta la notte. Domani è un altro giorno ... e non sarò più a scuola.
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Messaggio Da monia Dom Ago 31, 2008 12:56 pm

insomma, più che primo giorno di scuola... ultimo direi


:suspect:
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Messaggio Da dantedinanni Dom Ago 31, 2008 1:17 pm

monia ha scritto:insomma, più che primo giorno di scuola... ultimo direi


:suspect:


Infatti .... visto che finezza? :o 8)
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Messaggio Da monia Dom Ago 31, 2008 2:30 pm

dantedinanni ha scritto:


Infatti .... visto che finezza? :o 8)

un cerchio che si chiude.

bello, ennio, il racconto...
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Messaggio Da subprecario MARCOS Dom Ago 31, 2008 3:31 pm

Bravo Che!
Molto bello e, spero davvero, poco profetico...!
Un saluto,
El Sup
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Messaggio Da dantedinanni Dom Ago 31, 2008 5:15 pm

Grazie anche a voi ...
Speriamo davvero sia fantascienza, ma, sai, certe volte il "fanta" supera la realtà .... aristotelicamente, diciamo che la "riforma" è in potenza così, nella "attualità" staremo a vedere. Molto dipenderà da noi
ciao
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Messaggio Da lucy Dom Ago 31, 2008 5:35 pm

Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy DIECI E LODE

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:applauso: :applauso: :applauso: :applauso: :applauso: :applauso:
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Messaggio Da subprecario MARCOS Dom Ago 31, 2008 5:38 pm

dantedinanni ha scritto:Grazie anche a voi ...
Speriamo davvero sia fantascienza, ma, sai, certe volte il "fanta" supera la realtà .... aristotelicamente, diciamo che la "riforma" è in potenza così, nella "attualità" staremo a vedere. Molto dipenderà da noi
ciao

Ti confesso che mi sembra un quadro realistico, seppure a tinte letterariamente surrealiste...
Dipende da noi!!!!!! Speriamo che il tuo splendido racconto serva, restando ad Aristotele, a farci prendere solo una catartica "strizza"...
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