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Documento nazionale sullo sciopero degli scrutini

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Messaggio Da Ospite Ven Apr 16, 2010 4:34 pm

I Precari della Scuola in Lotta di Palermo e il CPS Catania, propongono ai diversi gruppi di precari che hanno animato l'assemblea nazionale di Napoli, di sottoscrivere unitariamente il seguente documento, assumendolo come piattaforma ufficiale sullo sciopero degli scrutini.

*****

La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei “disegnati” per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in “scuole di avviamento” al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani. La scuola “berlusconiana” non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.

Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.

Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico, anche se puramente simbolico dal momento che quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei lavoratori delle fabbriche, non bloccano la produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero degli scrutini esprime un contenuto politico più radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo. Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico.

Esistono
dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.

Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.

Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.


Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito, accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la settimana degli scrutini, nella piena legalità come stabilito dalla legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito all’appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell’assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.[/size]


Ultima modifica di Alessandro Piccolo il Ven Apr 16, 2010 9:16 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da luigidelprete Ven Apr 16, 2010 4:59 pm

Ho inserito la firma
Alessandro Piccolo ha scritto:
I Precari della Scuola in Lotta di Palermo e il CPS Catania, propongono ai diversi gruppi di precari che hanno animato l'assemblea nazionale di Napoli, di sottoscrivere unitariamente il seguente documento, assumendolo come piattaforma ufficiale sullo sciopero degli scrutini.

*****

La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei “disegnati” per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in “scuole di avviamento” al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani. La scuola “berlusconiana” non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.

Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.

Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico, anche se puramente simbolico dal momento che quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei lavoratori delle fabbriche, non bloccano la produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero degli scrutini esprime un contenuto politico più radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo. Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico.

Esistono
dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.

Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.

Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.


Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito, accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la settimana degli scrutini, nella piena legalità come stabilito dalla legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito all’appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell’assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.
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Messaggio Da mariapia Ven Apr 16, 2010 7:15 pm

Ognuno faccia come crede e come può o come si sente di fare liberamente come è sempre stato fatto.
La mia opinione l'ho più volte espressa spiegandome i motivi per cui non voglio ripetermi risultando noiosa o infastidendo qualcuno.
D'altra parte io ripeterei una verità scomoda per tutti e cioè che,infine,qui si può dire quel che si vuole ed i coordinatori non sono i comandanti di nessuno.
In questo momento a Palermo nel CPS non c'è convinzione su questa forma di lotta.
Chiaramente se i colleghi di ruolo dovessero assumere una posizione pro sciopero scrutini,sicuramente aderirebbero molti più precari del previsto.
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Messaggio Da Ospite Ven Apr 16, 2010 7:55 pm

Luigi, c'è un vizio grave nel documento, nulla che non si possa sistemare! I lavoratori della scuola sono lavoratori produttivi come gli operai! Il fatto che non si partecipi direttamente alla produzione materiale non legittima l'affermazione che lo sciopero sia simbolico! Il profitto viene ricavato anche e soprattutto dai lavoratori della conoscenza! Interropendo il nostro servizio noi danneggiamo i nostri "utenti" anche se la nostra interruzione non è quantificabile in termini di prodotti sottratti alla produzione industriale, quindi il nostro sciopero ha un valore reale e non simbolico o "formale". Ora limitarsi alla produzione materiale al giorno d'oggi vuol dire non essere in grado di leggere le nuove direzioni nelle quali il lavoro viene sussunto sotto il capitale!
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Messaggio Da Ospite Ven Apr 16, 2010 9:17 pm

divino_marchese ha scritto:Luigi, c'è un vizio grave nel documento, nulla che non si possa sistemare! I lavoratori della scuola sono lavoratori produttivi come gli operai! Il fatto che non si partecipi direttamente alla produzione materiale non legittima l'affermazione che lo sciopero sia simbolico! Il profitto viene ricavato anche e soprattutto dai lavoratori della conoscenza! Interropendo il nostro servizio noi danneggiamo i nostri "utenti" anche se la nostra interruzione non è quantificabile in termini di prodotti sottratti alla produzione industriale, quindi il nostro sciopero ha un valore reale e non simbolico o "formale". Ora limitarsi alla produzione materiale al giorno d'oggi vuol dire non essere in grado di leggere le nuove direzioni nelle quali il lavoro viene sussunto sotto il capitale!
Si potrebbe correggere il testo cancellando la parte che ho evidenziato in grassetto.
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Messaggio Da antonella vaccaro Ven Apr 16, 2010 10:29 pm

il cps napoli oggi si è riunito in assemblea, prima di andarci ho stampato il vs documento. l'ho rivolto soprattutto a quelli delle superiori, inutile prendersi in giro alla primaria la cosa nu se po fa!

i colleghi delle superiori a breve comunicheranno
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Messaggio Da Ospite Ven Apr 16, 2010 10:44 pm

antonella vaccaro ha scritto:il cps napoli oggi si è riunito in assemblea, prima di andarci ho stampato il vs documento. l'ho rivolto soprattutto a quelli delle superiori, inutile prendersi in giro alla primaria la cosa nu se po fa!

i colleghi delle superiori a breve comunicheranno
Non si tratta di decidere se si può fare o meno, ma di sottoscriverlo, tutti i gruppi dell'assemblea di Napoli, e acquisirlo come documento ufficiale, dando seguito all'assemblea del 31 gennaio.
Si tenga conto che il testo ricalca un altro documento già firmato dai CPS di Bologna, Catania, Modena, Milano, dai Precari in lotta di Palermo, dai Gap di Genova e dai veneti.
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Messaggio Da mariapia Ven Apr 16, 2010 11:00 pm

Il nun se po fa di Antonella,penso,che voglia dire che alla primaria non aderirà che pochissima gente!
E' chiaro a tutti che lo sciopero scrutini si può fare!
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Messaggio Da Ospite Ven Apr 16, 2010 11:04 pm

mariapia ha scritto:Il nun se po fa di Antonella,penso,che voglia dire che alla primaria non aderirà che pochissima gente!
E' chiaro a tutti che lo sciopero scrutini si può fare!
Sì, sì, era chiaro, l'avevo capito.
Volevo dire che la questione posta in questo argomento non vuole essere l'ennesimo dibattito sullo sciopero degli scrutini, ma la sottoscrizione di un documento.
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Messaggio Da antonella vaccaro Ven Apr 16, 2010 11:19 pm

scusa alessandro mi sono espressa male

cmq il cps napoli lo sottoscriverà ma aspetto il comunicato, stasera ci siamo ridistribuiti un pò i compiti

da oggi le comuncazioni del cps napoli le farà un'altra collega fino al 30 giugno
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Messaggio Da Ospite Ven Apr 16, 2010 11:21 pm

antonella vaccaro ha scritto:scusa alessandro mi sono espressa male

cmq il cps napoli lo sottoscriverà ma aspetto il comunicato, stasera ci siamo ridistribuiti un pò i compiti

da oggi le comuncazioni del cps napoli le farà un'altra collega fino al 30 giugno
Sì, sì avevo capito.
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Messaggio Da luigidelprete Sab Apr 17, 2010 1:21 am

Alessandro Piccolo ha scritto:
I Precari della Scuola in Lotta di Palermo e il CPS Catania, propongono ai diversi gruppi di precari che hanno animato l'assemblea nazionale di Napoli, di sottoscrivere unitariamente il seguente documento, assumendolo come piattaforma ufficiale sullo sciopero degli scrutini.

*****

La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei “disegnati” per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in “scuole di avviamento” al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani. La scuola “berlusconiana” non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.

Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.

Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico, anche se puramente simbolico dal momento che quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei lavoratori delle fabbriche, non bloccano la produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero degli scrutini esprime un contenuto politico radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo. Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico.

Esistono
dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.

Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.

Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.


Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito, accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la settimana degli scrutini, nella piena legalità come stabilito dalla legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito all’appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell’assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.[/size]


potremmo eliminare tutta la parte in neretto!
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Messaggio Da luigidelprete Sab Apr 17, 2010 1:37 am

Alessandro Piccolo ha scritto:volevo dire che la questione posta in questo argomento non vuole essere l'ennesimo dibattito sullo sciopero degli scrutini, ma la sottoscrizione di un documento.

quoto Alessandro, non diamo vita ad un altro "dibattito" sullo sciopero. E' stato indetto,l'avevamo chiesto, il documento è la naturale conseguenza.
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Messaggio Da Giuseppe Palatrasio Sab Apr 17, 2010 9:04 am

divino_marchese ha scritto:Luigi, c'è un vizio grave nel documento, nulla che non si possa sistemare! I lavoratori della scuola sono lavoratori produttivi come gli operai! Il fatto che non si partecipi direttamente alla produzione materiale non legittima l'affermazione che lo sciopero sia simbolico! Il profitto viene ricavato anche e soprattutto dai lavoratori della conoscenza! Interropendo il nostro servizio noi danneggiamo i nostri "utenti" anche se la nostra interruzione non è quantificabile in termini di prodotti sottratti alla produzione industriale, quindi il nostro sciopero ha un valore reale e non simbolico o "formale". Ora limitarsi alla produzione materiale al giorno d'oggi vuol dire non essere in grado di leggere le nuove direzioni nelle quali il lavoro viene sussunto sotto il capitale!

Sono d'accordo anch'io con le osservazioni di Luigi, la rilettura del documento e le ultime prese di posizioni mi spingono a suggerire queste modifiche: io eliminerei quel contenuto negativo alla parola "simbolico"; ogni sciopero è simbolico ma questo non significa che non sia un atto fortemente politico e che incide. Eliminerei anche il "purtroppo" perchè se è vero che non si può più annunciare il blocco degli scrutini questo non significa che uno sciopero non abbia un grosso contenuto fattuale di sospensione della normalità scolastica e di miccia per future lotte in altre forme; inoltre in presenza di una vasta adesione e consenso si può fare tutto anche se ciò va contro una legge anti-democratica come quella attuale (pensate a quello che hanno fatto i tranvieri a Milano 4-5 anni fa). Inoltre porrei in evidenza la LEGALITA' dello sciopero degli scrutini e l'idea che questo è una forma di lotta capillare, scuola per scuola, da Nord a Sud e che coinvolge e unisce insegnanti precari e di ruola. Io quindi non eliminerei il paragrafo ma cambierei così una parte del testo:

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco attuale sferrato dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini.

Questa forma di lotta oggi è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici, tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero assolutamente legale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in modo da farne slittare lo svolgimento e che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico e simbolico dal momento che come i lavoratori delle fabbriche, scioperando, bloccano la produzione, noi lavoratori della scuola con lo sciopero degli scrutini blocchiamo la nostra "produzione" ossia l'atto burocratico più importante dell'anno scolstico. Lo sciopero degli scrutini restituisce l'idea di una decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo, diffusa scuola per scuola, da Nord a Sud e che coinvolge e unisce nella stessa lotta insegnanti di ruolo e insegnanti precari. Lo sciopero è oggi l'arma più importante rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare perchè interrompe la "normalità" scolstica e prepara l'avvia di future lotte in altre forme, ma altrettanto radicali.

Inoltre farei un accenno al fatto che se l'attacco alla scuola pubblica è così diretto e feroce verso la scuola ciò è dovuto anche alla mancanza di iniziativa dell'opposizione e alla strisciante condivisione tra destra e sinistra:

"Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche i progetti governativi - purtroppo fin'ora non efficacemente contrastati, se non addirittura condivisi, da alcuni settori dalla sinistra istituzionale e dai sindacati confederali - di aziendalizzazione, privatizzazione e regionalizzazione della scuola pubblica e statale, e le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese."
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Messaggio Da luigidelprete Sab Apr 17, 2010 10:02 am

Alessandro Piccolo ha scritto:
I Precari della Scuola in Lotta di Palermo e il CPS Catania, propongono ai diversi gruppi di precari che hanno animato l'assemblea nazionale di Napoli, di sottoscrivere unitariamente il seguente documento, assumendolo come piattaforma ufficiale sullo sciopero degli scrutini.

*****

La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei “disegnati” per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in “scuole di avviamento” al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani. La scuola “berlusconiana” non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.

Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.

Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico. Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.

Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.

Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.


Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito, accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la settimana degli scrutini, nella piena legalità, come stabilito dalla legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito all’appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell’assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.[/size]


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Ho eliminato la parte in neretto e aggiunto la correzione di Giuseppe!
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Messaggio Da Vincenzo Sab Apr 17, 2010 11:31 am

Il C.P.S. di Napoli riunitosi ieri 16/04/2010 Approva e aderisce
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Messaggio Da LAS Sab Apr 17, 2010 12:24 pm

Ciao,



suggerisco queste mofiche (in grassetto):



La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, non solo introducendo i privati nei comitati tecnico-scientifici degli istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei “disegnati” per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in “scuole di avviamento” al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani. La scuola “berlusconiana” non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale, mentre aumenta significativamente i finanziamenti alle “scuole-diplomifici” private. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.

Denunciamo altresì il peggioramento delle condizioni lavorative dei docenti precari e di ruolo, costretti ad insegnare in classi sovraffollate, scoperte, smembrate, e il disconoscimento della professionalità docente, con provvedimenti quali l’accorpamento di classi di concorso, i contratti di disponibilità, i patti territoriali. Denunciamo infine la generaleriduzione dei diritti dei lavoratori della scuola, ad esempio con la normativa vessatoria in tema di malattia, lariduzione della contrattazione collettiva e del potere d’acquisto dei salari prevista dalla riforma del modello contrattuale, l’accesso disuguale al salario accessorio e gli inasprimenti disciplinari, previsti dalla legge Brunetta.Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.

Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico. Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.

Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.

Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.


Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito, accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la settimana degli scrutini, nella piena legalità, come stabilito dalla legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito all’appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell’assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.



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Messaggio Da luigidelprete Sab Apr 17, 2010 3:02 pm

Sara Branca ha scritto:Ciao,

La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, non solo introducendo i privati nei comitati tecnico-scientifici degli istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei “disegnati” per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in “scuole di avviamento” al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani. La scuola “berlusconiana” non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale, mentre aumenta significativamente i finanziamenti alle “scuole-diplomifici” private. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.

Denunciamo altresì il peggioramento delle condizioni lavorative dei docenti precari e di ruolo, costretti ad insegnare in classi sovraffollate e smembrate, nonchè il disconoscimento della professionalità docente, con provvedimenti quali l’accorpamento di classi di concorso, i contratti di disponibilità e gli accordi stato-regioni. Denunciamo infine la generaleriduzione dei diritti dei lavoratori della scuola, ad esempio con la normativa vessatoria in tema di malattia, lariduzione della contrattazione collettiva e del potere d’acquisto dei salari prevista dalla riforma del modello contrattuale, l’accesso disuguale al salario accessorio e gli inasprimenti disciplinari previsti dalla legge Brunetta.
Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.

Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.

Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.

Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico. Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.

Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.

Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.


Chiediamo, infine, a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini e, a tal proposito, accogliamo con soddisfazione la decisione dei Cobas Scuola di indire nel mese di giugno uno sciopero di due giorni in coincidenza con la settimana degli scrutini, nella piena legalità, come stabilito dalla legge 146/90. Una decisione, quella dei Cobas scuola, che dà seguito all’appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell’assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.



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ho apportato le modifiche di Sara ho solo sostituito i patti territoriali con gli accordi stato-regioni(penso intendessi questi!)
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Messaggio Da LAS Sab Apr 17, 2010 4:13 pm

Sì, grazie Luigi, intendevo quelli. In Lombardia li hanno chiamati anche patti territoriali.
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Messaggio Da luigidelprete Sab Apr 17, 2010 10:01 pm

I precari area Cobas propongono una loro documento:
Chiedo a Manuel, Pandolfi, Piccolo, Sara,Giuseppe ecc. ecc. di provare ad unificare i due documenti e dare vita ad un documento unico.

I/LE PRECARI/E DELLA SCUOLA SARANNO IN PRIMA LINEA NELLO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI DI FINE ANNO
di Precari Scuola Cobas




Mentre la devastazione sistematica della scuola pubblica messa in atto dal Governo si consuma nella sostanziale indifferenza dei sindacati concertativi e delle forze di tutto l'arco istituzionale, è stata annunciata la cancellazione di altri 41mila posti di lavoro, che si sommano ai 50mila tagli dello scorso anno e agli altri 50mila circa già previsti per il 2011/2012.

Ciò significa che buona parte dei precari, dopo 10/ 20 anni di lavoro verrà espulsa definitivamente dalla scuola, mentre il personale già assunto, a causa del consistente numero di sovrannumerari, si troverà ad affrontare una vita da precario di ruolo.

Ma questo non è tutto:una serie di false riforme, utili solo a contenere la spesa ed a tagliare le gambe alla Scuola Pubblica stanno favorendo una strisciante privatizzazione dell'istruzione statale, mentre l'azzeramento dei debiti che lo Stato ha accumulato nei confronti delle scuole che hanno dovuto anticipare soldi di finanziamenti mai arrivati, sta mettendo in ginocchio l'intero sistema scolastico, che non ha più liquidi né per il pagamento delle supplenze né per affrontare le minime spese correnti .

Accanto a questo, poi, l'aumento del numero degli alunni per classe, l'eliminazione delle sperimentazioni nei licei, la riduzione del numero delle ore di insegnamento nei tecnici e professionali, la scomparsa di intere classi di concorso, stanno compromettendo definitivamente la qualità dell'insegnamento e la possibilità che la scuola sia elemento centrale nel percorso formativo delle nuove generazioni.

Per questi motivi la proclamazione dello sciopero degli scrutini di fine anno scolastico, fatta dai Cobas Scuola, non può che essere una scelta condivisa dai precari, visto che accoglie una richiesta che viene da tutto il mondo del precariato organizzato. L'Assemblea Nazionale dei precari scuola del 31 gennaio a Napoli si era data infatti questo obiettivo di lotta e la richiesta di proclamare uno sciopero degli scrutini è stata poi ribadita con forza negli interventi che hanno concluso la manifestazione nazionale del 12 marzo a Roma. Da quella data, dal Veneto alla Sicilia, sono stati lanciati ulteriori appelli per la proclamazione dello sciopero.

Oggi abbiamo lo strumento per rendere la fine d'anno scolastico veramente turbolenta; ci vogliono invisibili, noi cercheremo di conquistare il massimo di visibilità e lanceremo un segnale forte a questo governo e a quelle forze che con il loro silenzio si sono rese complici della devastazione della scuola pubblica statale.

I precari dovranno essere in prima linea e per questo facciamo appello a tutti i comitati, coordinamenti, organizzazioni e singoli per condividere con noi un calendario di iniziative che da domani fino a giugno dovranno informare e mobilitare tutto il mondo della scuola in vista dello sciopero degli scrutini.

A questo proposito proponiamo:
1) Assemblee provinciali da tenere nell'ultima settimana di aprile
• per informare i colleghi e le colleghe, diffondendo il Vademecum sullo sciopero (a cura dei Cobas) che servirà a fugare i dubbi e le menzogne;
• per convocare la stampa e le televisioni locali affinché si dia spazio allo sciopero anche nelle cronache provinciali e regionali;
2) Agli inizi di maggio conferenza stampa nazionale a Roma sullo sciopero di fine anno con la presenza di delegati da tutt'Italia, e a seguire riunione nazionale degli stessi per discutere dello stato della mobilitazione e per decidere ulteriori iniziative da mettere in campo;
3) In occasione dell'uscita degli organici, presidi sotto gli Uffici scolastici provinciali e/o regionali;
4)Da quella data sino allo sciopero degli scrutini, picchetti, assemblee, volantinaggi, sit-in, banchetti per continuare il lavoro di informazione e coinvolgimento di tutto il mondo della scuola.

Si invitano tutti i coordinamenti, comitati, collettivi, realtà organizzate a sottoscrivere questo appello in modo che si possa inviare agli organi di stampa un comunicato congiunto e condiviso che dimostri l'unità dei precari contro le politiche scolastiche in atto.

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Messaggio Da mariapia Sab Apr 17, 2010 10:05 pm

luigidelprete ha scritto:I precari area Cobas propongono una loro documento:
Chiedo a Manuel, Pandolfi, Piccolo, Sara,Giuseppe ecc. ecc. di provare ad unificare i due documenti e dare vita ad un documento unico.

I/LE PRECARI/E DELLA SCUOLA SARANNO IN PRIMA LINEA NELLO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI DI FINE ANNO
di Precari Scuola Cobas




Mentre la devastazione sistematica della scuola pubblica messa in atto dal Governo si consuma nella sostanziale indifferenza dei sindacati concertativi e delle forze di tutto l'arco istituzionale, è stata annunciata la cancellazione di altri 41mila posti di lavoro, che si sommano ai 50mila tagli dello scorso anno e agli altri 50mila circa già previsti per il 2011/2012.

Ciò significa che buona parte dei precari, dopo 10/ 20 anni di lavoro verrà espulsa definitivamente dalla scuola, mentre il personale già assunto, a causa del consistente numero di sovrannumerari, si troverà ad affrontare una vita da precario di ruolo.

Ma questo non è tutto:una serie di false riforme, utili solo a contenere la spesa ed a tagliare le gambe alla Scuola Pubblica stanno favorendo una strisciante privatizzazione dell'istruzione statale, mentre l'azzeramento dei debiti che lo Stato ha accumulato nei confronti delle scuole che hanno dovuto anticipare soldi di finanziamenti mai arrivati, sta mettendo in ginocchio l'intero sistema scolastico, che non ha più liquidi né per il pagamento delle supplenze né per affrontare le minime spese correnti .

Accanto a questo, poi, l'aumento del numero degli alunni per classe, l'eliminazione delle sperimentazioni nei licei, la riduzione del numero delle ore di insegnamento nei tecnici e professionali, la scomparsa di intere classi di concorso, stanno compromettendo definitivamente la qualità dell'insegnamento e la possibilità che la scuola sia elemento centrale nel percorso formativo delle nuove generazioni.

Per questi motivi la proclamazione dello sciopero degli scrutini di fine anno scolastico, fatta dai Cobas Scuola, non può che essere una scelta condivisa dai precari, visto che accoglie una richiesta che viene da tutto il mondo del precariato organizzato. L'Assemblea Nazionale dei precari scuola del 31 gennaio a Napoli si era data infatti questo obiettivo di lotta e la richiesta di proclamare uno sciopero degli scrutini è stata poi ribadita con forza negli interventi che hanno concluso la manifestazione nazionale del 12 marzo a Roma. Da quella data, dal Veneto alla Sicilia, sono stati lanciati ulteriori appelli per la proclamazione dello sciopero.

Oggi abbiamo lo strumento per rendere la fine d'anno scolastico veramente turbolenta; ci vogliono invisibili, noi cercheremo di conquistare il massimo di visibilità e lanceremo un segnale forte a questo governo e a quelle forze che con il loro silenzio si sono rese complici della devastazione della scuola pubblica statale.

I precari dovranno essere in prima linea e per questo facciamo appello a tutti i comitati, coordinamenti, organizzazioni e singoli per condividere con noi un calendario di iniziative che da domani fino a giugno dovranno informare e mobilitare tutto il mondo della scuola in vista dello sciopero degli scrutini.

A questo proposito proponiamo:
1) Assemblee provinciali da tenere nell'ultima settimana di aprile
• per informare i colleghi e le colleghe, diffondendo il Vademecum sullo sciopero (a cura dei Cobas) che servirà a fugare i dubbi e le menzogne;
• per convocare la stampa e le televisioni locali affinché si dia spazio allo sciopero anche nelle cronache provinciali e regionali;
2) Agli inizi di maggio conferenza stampa nazionale a Roma sullo sciopero di fine anno con la presenza di delegati da tutt'Italia, e a seguire riunione nazionale degli stessi per discutere dello stato della mobilitazione e per decidere ulteriori iniziative da mettere in campo;
3) In occasione dell'uscita degli organici, presidi sotto gli Uffici scolastici provinciali e/o regionali;
4)Da quella data sino allo sciopero degli scrutini, picchetti, assemblee, volantinaggi, sit-in, banchetti per continuare il lavoro di informazione e coinvolgimento di tutto il mondo della scuola.

Si invitano tutti i coordinamenti, comitati, collettivi, realtà organizzate a sottoscrivere questo appello in modo che si possa inviare agli organi di stampa un comunicato congiunto e condiviso che dimostri l'unità dei precari contro le politiche scolastiche in atto.

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Messaggio Da luigidelprete Sab Apr 17, 2010 10:15 pm

No mediazione


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Messaggio Da antonella vaccaro Sab Apr 17, 2010 10:16 pm

ragazzi però con tutti sti documenti io non ci capisco più nulla

cerchiamo di fare un po d'ordine

luigi cosa non va nel cumunicato postato da alessandro??

arriva quello dei cobas e tutto deve cambiare??

basta ragazzi

io ho portato in assemblea ieri un documento che ora non è più lo stesso pertanto a questo punto va valutata di nuovo la sottoscrizione del cps napoli
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Messaggio Da mariapia Sab Apr 17, 2010 10:30 pm

alla faccia "dell'autonomia" della quale tanto si è parlato!
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Messaggio Da Brunello Arborio Sab Apr 17, 2010 10:31 pm

Scusate ma così non ci siamo, serve un chiarimento.
Chiedo ai precari COBAS se vogliono fare un comunicato congiunto o chiedono semplicemente una adesione al loro.
Nel secondo caso ritengo che il CPS debba uscire con un comunicato autonomo.
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Messaggio Da antonella vaccaro Sab Apr 17, 2010 10:35 pm

su questo forum che tanto criticate i documenti si costruiscoono alla luce del giorno

in ogni caso cerchiamo di arrivare a una soluzione e propongo a questo punto che sia firmato con le sigle di appartenenza, ovviamente dopo averlo sottoposto di nuovo agli altri
ricordo che brunello lo aveva già inviato a tutti i coordinatori ,
brunello prima di rimandarlo accertati che sia definitivo


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e chiunque si voglia aggiungere

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Messaggio Da Ospite Sab Apr 17, 2010 10:37 pm

Leggo ora il forum dopo alcuni giorni. Francamente non riesco a raccapezzarmi: ci sono due discussioni aperte su un documento nazionale, e tre documenti inseriti, in varie versioni.

Ho provato a fare ordine modificando i titoli.
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Messaggio Da Brunello Arborio Sab Apr 17, 2010 10:38 pm

ddr67 ha scritto:C'era una volta la rete nazionale precari della scuola, ma a qualcuno non andava bene e quindi è nato il coordinamento precari scuola, ma anche questo a qualcuno non è andato più bene e alcuni comitati ne sono usciti.

Ora volete scrivere una piattaforma che dovrebbe vivere fino a giugno firmata con un altra sigla!!!!!!!!

Mi sembrate tutti dei matti, gente che ha perso il senso delle cose pratiche e gioca al grande monopoli della politica.

Esiste uno sgangherato, agonizzante cps, esistono altri comitati che non si riconoscono, bene, ma è inutile, per sparare sulla crocerossa inventarsi un altra sigla che ne cancelli un altra che ha cmq ormai molti mesi di vita.

I comitati che non vogliono riconoscersi nel cps o non si riconoscono più, che si riuniscano e diano vita ad un altro coordinamento nazionale, le sigle non mancano la fantasia l'avete, e d'ora in poi quando si vorranno fare delle iniziative o documenti condivisi si mettono le due sigle altrimenti ognuno fai i propri.

E invece cosa è successo in questi mesi, documenti e comunicati a nome dei più svariati gruppi, con mix dei più svariati e la gente comune come anche penso giornalisti, politici, sindacalisti non ci capiscono più niente!!!

Ora l'asse Palermo-catania farà l'assemblea del fantomatico moss tua vita mea solo per uscire con un documento per lo sciopero degli scrutini con un altra sigla.

Poveri precari, povera sinistra e povera italia! com'è che riuscite a prendere il peggio.

Non posso, ogni volta che mi chiedono spiegazioni sul movimento dei precari perdere ore per spiegarlo, che tristezza.

torno al mio esilio va che è meglio.

antonella vaccaro ha scritto:ddr ti straquoto

ci sono almeno 4 post aperti tra appelli e documenti


emma questo chiudilo perchè ce n'è una copia nell'altro post




antonella vaccaro ha scritto:su questo forum che tanto criticate i documenti si costruiscoono alla luce del giorno

in ogni caso cerchiamo di arrivare a una soluzione e propongo a questo punto che sia firmato con le sigle di appartenenza

CPS Nazionale
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e chiunque si voglia aggiungere

niente assemblea nazionale dei precari

Concordo, l'obiezione sollevata da Didier è giusta.
Comunque ho l'impressione che stiamo facendo i conti senza l'oste, non ho letto da nessuna parte che i precari cobas siano intenzionati a scrivere un comunicato congiunto con il CPS, se fosse così propongo che il CPS esca con un suo comunicato autonomo.
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Messaggio Da mariapia Sab Apr 17, 2010 11:01 pm

Niente assemblea Nazionale.
Concordo con il comunicato autonomo.
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Messaggio Da manuel Dom Apr 18, 2010 12:23 am

il cps nazionale non esiste
il nome "nazionale" che avete forgiato qui sul forum, per far passare i contenuti vostri: assai morbidi e spesso incerti sullo sciopero degli scrutini, non collimano con le richieste più radicali di altri cps i quali hanno sentito il bisogno di fare quel documento
l'assemblea NAZIONALE si riferisce a tutte le sigle apparteneti e richiedenti lo sciopero degli scrutini il 31 gennaio e quindi non solo al cps di questo forum
lasciatelo così e basta per favore

antonella vaccaro ha scritto:su questo forum che tanto criticate i documenti si costruiscoono alla luce del giorno

in ogni caso cerchiamo di arrivare a una soluzione e propongo a questo punto che sia firmato con le sigle di appartenenza, ovviamente dopo averlo sottoposto di nuovo agli altri
ricordo che brunello lo aveva già inviato a tutti i coordinatori ,
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Ultima modifica di manuel il Dom Apr 18, 2010 1:02 am - modificato 1 volta.
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Messaggio Da antonella vaccaro Dom Apr 18, 2010 12:30 am

io non ho detto solo il cps

ho detto che è meglio firmarlo con le singole sigle

il cps nazionale esiste e a napoli c'era tutto forse lo hai dimenticato

però non si può sottoscrivere un documento e poi cambiarlo

io sono x la prima versione con le correzioni di sara del cps milano

l'integrazione arrivata dopo se la si vuole si fanno 2 documenti

io non posso fare un'altra assemblea x sottoporre il nuovo documento solo perchè ai cobas gira cosi

in quello del cps catania e dei precari in lotta di palermo con le modifiche di forma di milano andava bene
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Messaggio Da luigidelprete Dom Apr 18, 2010 4:10 am

No mediazione


Ultima modifica di luigidelprete il Lun Apr 19, 2010 1:33 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Ospite Dom Apr 18, 2010 10:01 am

luigidelprete ha scritto:Proviamo a chiarire i termini,visto che si cerca di modificare la realtà: io ed alessandro abbiamo postato un documento da dibattere con tutti i presenti all'assemblea nazionale precari scuola. I precari area cobas hanno fatto uscire un loro documento di cui chiedevano la condivisione, io ho proposto una mediazione che unisse i due documenti a firma assemblea nazionale precari.
Il documento di mediazione è questo:

La controriforma della scuola secondaria di secondo grado rappresenta l’ultimo tassello del grande progetto berlusconiano di dequalificazione e impoverimento dell’istruzione pubblica italiana. Tutto l’impianto delle leggi in tema di istruzione, all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, non solo introducendo i privati nei comitati tecnico-scientifici degli istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana. Le misure adottate dal governo rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, licei sempre più licei “disegnati” per le elite della borghesia cittadina dove la classe dirigente del domani potrà formarsi e accedere all’università; tecnici e professionali sempre trasformati in “scuole di avviamento” al lavoro in cui si formeranno già a quattordici anni gli operai e gli artigiani del domani. La scuola “berlusconiana” non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale, mentre aumenta significativamente i finanziamenti alle “scuole-diplomifici” private. Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Gelmini nel mondo della scuola, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell'Italia repubblicana sul tessuto sociale del nostro paese. La nostra è una battaglia per il diritto al lavoro e per la difesa della scuola pubblica intesa come strumento di promozione culturale e sociale, nonchè luogo di diffusione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di lotta ad ogni forma di illegalità.
Denunciamo altresì il peggioramento delle condizioni lavorative dei docenti precari e di ruolo, costretti ad insegnare in classi sovraffollate e smembrate, nonchè il disconoscimento della professionalità docente, con provvedimenti quali l’accorpamento di classi di concorso, i contratti di disponibilità e gli accordi stato-regioni. Denunciamo infine la generaleriduzione dei diritti dei lavoratori della scuola, ad esempio con la normativa vessatoria in tema di malattia, lariduzione della contrattazione collettiva e del potere d’acquisto dei salari prevista dalla riforma del modello contrattuale, l’accesso disuguale al salario accessorio e gli inasprimenti disciplinari previsti dalla legge Brunetta.
Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini.
Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici.
Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.
Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico. Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Secondo la legge, nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito, nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.
Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole. Chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.
La proclamazione dello sciopero degli scrutini di fine anno scolastico da parte dei Cobas Scuola, non può che essere una scelta condivisa dai precari, visto che accoglie una richiesta che viene da tutto il mondo del precariato organizzato. L'Assemblea Nazionale dei precari scuola del 31 gennaio a Napoli si era data infatti questo obiettivo di lotta e la richiesta di proclamare uno sciopero degli scrutini è stata poi ribadita con forza negli interventi che hanno concluso la manifestazione nazionale del 12 marzo a Roma. Da quella data, dal Veneto alla Sicilia, sono stati lanciati ulteriori appelli per la proclamazione dello sciopero. Oggi abbiamo lo strumento per rendere la fine d'anno scolastico veramente turbolenta; ci vogliono invisibili, noi cercheremo di conquistare il massimo di visibilità e lanceremo un segnale forte a questo governo e a quelle forze che con il loro silenzio si sono rese complici della devastazione della scuola pubblica statale.
I precari dovranno essere in prima linea e per questo facciamo appello a tutti i comitati, coordinamenti, organizzazioni e singoli per condividere con noi un calendario di iniziative che da domani fino a giugno dovranno informare e mobilitare tutto il mondo della scuola in vista dello sciopero degli scrutini.
A questo proposito proponiamo:
1) Assemblee provinciali da tenere nell'ultima settimana di aprile
• per informare i colleghi e le colleghe, diffondendo il Vademecum sullo sciopero (a cura dei Cobas) che servirà a fugare i dubbi e le menzogne;
• per convocare la stampa e le televisioni locali affinché si dia spazio allo sciopero anche nelle cronache provinciali e regionali;
2) Agli inizi di maggio conferenza stampa nazionale a Roma sullo sciopero di fine anno con la presenza di delegati da tutt'Italia, e a seguire riunione nazionale degli stessi per discutere dello stato della mobilitazione e per decidere ulteriori iniziative da mettere in campo;
3) In occasione dell'uscita degli organici, presidi sotto gli Uffici scolastici provinciali e/o regionali;
4)Da quella data sino allo sciopero degli scrutini, picchetti, assemblee, volantinaggi, sit-in, banchetti per continuare il lavoro di informazione e coinvolgimento di tutto il mondo della scuola


Assemblea nazionale precari scuola

A me piace,è chiaro,incisivo,chiarisce i termini e porta una solo sigla che unisce tutti i precari.
Chiedo ai precari area cobas e ai Cps di esprimersi su questa mediazione.
Io la mia parte l'ho fatta, il resto sono "solo chiacchiere e distintivo", da qualsiasi parte vengano
Questa di Luigi mi sembra un'ottima sintesi, che rispetta nello spirito e nel contenuto tutti i documenti finora prodotti sull'argomento. Il probelema della firma può essere risolto aggiungendo tra parentesi le firme dei tre gruppi che hanno animato l'assemblea di Napoli, cioè Assemblea Nazionale Precari Scuola (CPS, Precari COBAS, Precari della Scuola in Lotta), in modo da tranquillizzare chi teme che qualcuno di noi, colpito da furia iconoclasta, intenda distruggere le sigle precedenti.
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Messaggio Da francescaP Dom Apr 18, 2010 10:43 am

Scusatemi, ho scoperto per caso di questo nuovo documento e francamente resto basita. Nessuno dei precari cobas sapeva nulla. Non entro nel merito dei contenuti ora ma solo dei processi democratici per compiere scelte condivise, che evitino inutili incidenti di percorso.Io non rappresento i  precari cobas e non sono nè la portavoce nè l'intermediaria di nessuno.Uso questo forum solo come strumento d'informazione ma generalmente non partecipo ai dibattiti perchè ho deciso di non entrare in questioni interne di altri gruppi organizzati di precari, avendo io scelto un percorso diverso,  nè tantomeno approvo la gestazione dei documenti sui forum di pubblica lettura dove chiunque può intervenire (anche la gelmini) e chiunque può fare un copia incolla di versioni non definitive diffonderle in rete  e creare casini immensi (è successo più di una volta). Vi ricordo che la rete dei precari cobas comunica con ben 2 mailing list nazionali AN1febbraio e precaricobas23ottobre e volendo ci sarebbe anche il forum di area cobas retecomitatiprecariscuola , di cui siete tutti a conoscenza ma che non viene usato per elaborare documenti ma solo per scambio info, date mobilitazioni, dibattiti generali.Vi prego quindi di utilizzare quei canali di comunicazione e ovviamente di non utilizzare nè la firma Assemblea Nazionale, nè quella dei precari cobas per questo documento fino a quando tutti i comitati cobas e di area non saranno al corrente della cosa e si saranno pronuinciati in merito.
Grazie francesca
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Messaggio Da Ospite Dom Apr 18, 2010 10:47 am

francescaP ha scritto:Scusatemi, ho scoperto per caso di questo nuovo documento e francamente resto basita. Nessuno dei precari cobas sapeva nulla. Non entro nel merito dei contenuti ora ma solo dei processi democratici per compiere scelte condivise, che evitino inutili incidenti di percorso.Io non rappresento i precari cobas e non sono nè la portavoce nè l'intermediaria di nessuno.Uso questo forum solo come strumento d'informazione ma generalmente non partecipo ai dibattiti perchè ho deciso di non entrare in questioni interne di altri gruppi organizzati di precari, avendo io scelto un percorso diverso, nè tantomeno approvo la gestazione dei documenti sui forum di pubblica lettura dove chiunque può intervenire (anche la gelmini) e chiunque può fare un copia incolla di versioni non definitive diffonderle in rete e creare casini immensi (è successo più di una volta). Vi ricordo che la rete dei precari cobas comunica con ben 2 mailing list nazionali AN1febbraio e precaricobas23ottobre e volendo ci sarebbe anche il forum di area cobas retecomitatiprecariscuola , di cui siete tutti a conoscenza ma che non viene usato per elaborare documenti ma solo per scambio info, date mobilitazioni, dibattiti generali.Vi prego quindi di utilizzare quei canali di comunicazione e ovviamente di non utilizzare nè la firma Assemblea Nazionale, nè quella dei precari cobas per questo documento fino a quando tutti i comitati cobas e di area non saranno al corrente della cosa e si saranno pronuinciati in merito.
Grazie francesca
Infatti era solo una proposta. Si attendono risposte.
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Messaggio Da Ospite Dom Apr 18, 2010 7:22 pm

Grazie, Francesca, per la precisazione.

In linea di massima sono piuttosto perplesso all'idea di utilizzare sigle diverse per individuare gli stessi gruppi e le stesse persone: potrebbe creare problemi di identità alle persone Documento nazionale sullo sciopero degli scrutini Icon_smile Documento nazionale sullo sciopero degli scrutini Icon_smile Documento nazionale sullo sciopero degli scrutini Icon_smile

Scherzi a parte, potrebbe invece ingenerare confusioni. Ricordate che due anni fa la stampa confondeva il Cip con il Cps...
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Messaggio Da Antonino Buonamico Dom Apr 18, 2010 7:31 pm

Infatti, visto che bisognerebbe attendere la risposta di tutti i gruppi Cobas e ci sono perplessità da parte di alcuni CPS forse è meglio avere due documenti separati: uno Cobas e uno Cps e Precari in Lotta.
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Messaggio Da mariapia Dom Apr 18, 2010 8:19 pm

e perchè no tre?
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Messaggio Da mariapia Dom Apr 18, 2010 8:28 pm

Comunque sono contraria a questa riunione i primi di maggio a Roma per fare un comunicato stampa.
Che bisogno c'è?
Delegati da tutta Italia ecc ecc.con grande dispendio di energie e "denaro".
A noi il viaggio non lo paga nessuno come tutti sapete!
Siamo autonomi per le spese.
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Messaggio Da antonella vaccaro Dom Apr 18, 2010 8:53 pm

mariapia ha scritto:Comunque sono contraria a questa riunione i primi di maggio a Roma per fare un comunicato stampa.
Che bisogno c'è?
Delegati da tutta Italia ecc ecc.con grande dispendio di energie e "denaro".
A noi il viaggio non lo paga nessuno come tutti sapete!
Siamo autonomi per le spese.

mariapia dove hai letto di questa riunione a roma il 1 maggio??
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Messaggio Da Brunello Arborio Dom Apr 18, 2010 8:58 pm

antonella vaccaro ha scritto:
mariapia ha scritto:Comunque sono contraria a questa riunione i primi di maggio a Roma per fare un comunicato stampa.
Che bisogno c'è?
Delegati da tutta Italia ecc ecc.con grande dispendio di energie e "denaro".
A noi il viaggio non lo paga nessuno come tutti sapete!
Siamo autonomi per le spese.

mariapia dove hai letto di questa riunione a roma il 1 maggio??

Lo ha letto sulla sintesi di mediazione proposta da Luigi del Prete, presa dai documenti CPS e dei precari cobas

2) Agli inizi di maggio conferenza stampa nazionale a Roma sullo sciopero di fine anno con la presenza di delegati da tutt'Italia, e a seguire riunione nazionale degli stessi per discutere dello stato della mobilitazione e per decidere ulteriori iniziative da mettere in campo;
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Messaggio Da antonella vaccaro Dom Apr 18, 2010 9:01 pm

sorry, mi è sfuggito
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Messaggio Da mariapia Dom Apr 18, 2010 9:08 pm

antonella vaccaro ha scritto:sorry, mi è sfuggito

i primi di maggio sono alle porte!
Un conto chi è là vicino ed un conto chi viene da lontano!
Inoltre per il primo maggio abbiamo Portella della Ginestra qui!
Almeno un gruppetto vorremmo andare!
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Messaggio Da Antonino Buonamico Dom Apr 18, 2010 10:06 pm

Noi siamo impegnati a Bari il primo maggio, dove dovrebbero venire Emma Giannì e altri colleghi al di fuori della Puglia, sicuramente alcuni da Napoli e da Roma.
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Messaggio Da mariapia Dom Apr 18, 2010 10:10 pm

sì lo avevo letto Antonino!
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