Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
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Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
RETE ORGANIZZATA DOCENTI E ATA PRECARI
della provincia di VENEZIA
1. I CONTENUTI DELLA LOTTA
Siamo contro i tagli previsti dall’art. 64 della legge 133/2008.
Gli effetti del primo anno di applicazione hanno già peggiorato la qualità del servizio scolastico, espulso dalla scuola migliaia di precari (soprattutto al Sud), reso ancora più precaria la condizione di coloro che sono riusciti ad ottenere un contratto a tempo determinato (soprattutto al Nord).
Siamo determinati a sviluppare una lotta radicale, assieme a tutti i lavoratori della scuola – precari e non – per il ritiro dei tagli già effettuati e per bloccare quelli previsti per i prossimi due anni a venire.
Ma vogliamo pure definire, con la lotta, una piattaforma per la fine del precariato nella scuola.
Fintantoché uno su cinque dei docenti è precario e uno su due degli ATA è un supplente, l’Amministrazione potrà giocare su questa massa di “invisibili” per effettuare tutti i tagli possibili per dismettere la scuola pubblica: un non assunto per l’anno scolastico prossimo non è formalmente un licenziato.
Vogliamo l’immissione in ruolo di tutti i precari!
Non ci interessa entrare nel merito dell’immissione in ruolo di questa o quella categoria di precari, non ci interessa solo la stabilizzazione degli attuali docenti e ATA con contratto a termine, ci interessa la lotta contro la precarietà, attuale e futura.
Vogliamo andare alla radice del problema.
A parità di lavoro parità di trattamento: basta con lo sfruttamento dei precari
- parità di trattamento economico, normativo e sindacale (diritto di voto attivo e passivo per le RSU) per quanto riguarda ferie, malattia, permessi tra il personale a tempo determinato e indeterminato.
- progressione di carriera (scatti di anzianità) anche per il personale a tempo determinato.
TUTTO QUESTO PER ELIMINARE LE CAUSE DELLA PRECARIETA’: L’ESTREMA CONVENIENZA PER L’AMMINISTRAZIONE NEL MANTENERE UNA QUOTA STRORDINARIA DI PERSONALE CON CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO; UN PRECARIO COSTA MEDIAMENTE 8.000/9.000 € IN MENO DI UN LAVORATORE DI RUOLO; questo per lo stipendio estivo che i supplenti fino al termine dell’attività didattica non percepiscono, ma soprattutto per la progressione di carriera inesistente.
La parità di trattamento tra personale a tempo determinato ed indeterminato, per un’uguale prestazione lavorativa, deve trovare posto nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Scuola, in scadenza il 31 dicembre di quest’anno.
Basta con la possibilità di effettuare sei ore settimanali di straordinario per il personale docente, provocando una vera e propria cannibalizzazione nella categoria
Sempre più colleghi, di ruolo e non, di fronte agli stipendi più bassi d’Europa, pensano bene di fare ore di straordinario, prendendo altre classi e rubando letteralmente il posto ai precari; senza contare la qualità dell’insegnamento, perché, con 24 ore settimanali, una didattica seria ed efficace è impossibile.
Ci si deve battere per cancellare dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro la possibilità di fare le sei ore settimanali di straordinario (norma stipulata da Cgil-Cisl-Uil-Snals e Gilda nel CCNL dal lontano 1989) e proporre invece una lotta seria per stipendi decenti e per liberare posti di lavoro per i precari.
Noi non vogliamo lasciare indietro nessuno:
. Corsi abilitanti per i docenti precari non abilitati che abbiano svolto un congruo numero di giorni di servizio.
ESCLUSIONE, NEL MODO PIU’ ASSOLUTO DELL’ASSUNZIONE DIRETTA DA PARTE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI, prevista nel progetto di legge Aprea.
2. LE FORME DELLA LOTTA
Denunciamo l’attuale normativa sugli scioperi nella scuola – la Legge 146/90 e successive modificazioni – che di fatto impedisce una lotta seria per opporsi allo sfascio Tremonti/Gelmini.
Sappiamo che la rigidissima e liberticida normativa vincola la possibilità di sviluppare conflitti efficaci e lotte autonome che possano vincere.
Alla storica forma dello sciopero dobbiamo affiancare altre e creative iniziative.
Innanzitutto ASSOLUTA NON COLLABORAZIONE
- BOICOTTAGGIO DEI CORSI DI RECUPERO: migliaia di docenti precari sono stati licenziati, con la prospettiva di non lavorare più nella scuola, e l’Amministrazione pretenderebbe di farci fare i corsi di recupero ex O.M. n. 92. Prima formano classi di oltre 30 alunni, dove è impossibile un normale insegnamento/apprendimento, e poi pretendono che con corsi di max 15 ore gli allievi possano recuperare i debiti; NON FACCIAMOLI, facciamoli fare a supplenti esterni, nostri colleghi rimasti già da quest’anno senza lavoro.
- Assoluta non collaborazione dei precari: niente attività che non rientrano nel mansionario per il personale ATA, niente gite scolastiche, visite d’istruzione, attività extra non obbligatorie, niente supplenze “tappabuchi”.
- Chiamare in VV.FF. in ogni situazione di classi superaffollate e contro la normativa (max 26 persone per aula).
- Organizziamo performance della protesta creativa: manifestazioni in cui i precari ad esempio si travestono da lavavetri ai semafori, a segnalare il futuro occupazionale incerto per migliaia di persone e le loro famiglie.
- DAL 1 FEBBRAIO IN TUTTA ITALIA organizziamo picchetti davanti alle scuole superiori, destinate all’attuazione dei nuovi ordinamenti che produrranno dai 17 ai 20 mila tagli agli organici, tenendo fuori dei cancelli colleghi e studenti per la prima ora di lezione, per informare e denunciare la situazione.
- Picchetti ed iniziative agli open day delle scuole superiori, dove si presenteranno agli studenti e genitori delle future prime classi, lo sfascio della riforma Gelmini.
- Organizziamo altre iniziative di protesta con i genitori delle scuole del primo ciclo, a denunciare lo sfascio della fine delle compresenze con il maestro unico alla primaria.
- Rilanciamo gli scioperi della fame a staffetta in tutta Italia contro il licenziamento dei precari.
Ma il nostro sforzo deve esser rivolto ad una fine travagliata dell’anno scolastico.
Scioperi, proteste e boicottaggi devono mettere in discussione la regolare effettuazione di scrutini ed esami. Solo bloccando concretamente qualcosa potremmo sperare di ribaltare gli attuali rapporti di forza.
Gli operai bloccano la produzione, i trasportatori bloccano la mobilità, i ferrovieri e tranvieri bloccano treni e mezzi pubblici, docenti e ata non possono che bloccare scrutini ed esami, a costo di travalicare la legge liberticida antisciopero con la disobbedienza civile di massa.
3. LE FORME DELL’ORGANIZZAZIONE
E’ evidente che abbiamo bisogno di nuove forme di organizzazione.
Abbiamo bisogno di autorganizzarci, abbiamo bisogno di indipendenza da partiti e sindacati.
Essere autonomi non vuol dire essere “n’è di questo, né di quello”: né con la cgil, né con i cobas, con lo Snals o con la Cisl, in una generica trasversalità.
Abbiamo bisogno di tutti i precari, indipendentemente da quale sindacato siano iscritti. Anche se tutti dovrebbero ritirare le deleghe ai sindacati gialli che fiancheggiano il governo nei tagli alla scuola.
Costruire un movimento autonomo dei precari significa partire dal basso, rifiutare la delega ai sindacati e a chiunque; basta anche con il delegare ai colleghi che in questi mesi si sono dati più da fare generosamente come coordinatori; solo prendendo in mano direttamente la propria situazione, individuale e collettiva si può vincere.
Basta anche con i mugugni contro partiti e sindacati che non ci rappresenterebbero o contro la stampa che ci oscura: abbiamo i partiti e i sindacati che ci meritiamo!
Costruiamo la nostra organizzazione indipendente.
Costruiamo la nostra comunicazione indipendente, sulla stampa o in TV si va solo se facciamo lotte radicali, non se piangiamo sulla nostra condizione.
Partiamo dai nostri interessi materiali di salvare il nostro posto di lavoro, che coincidono con gli interessi generali di salvare la scuola di tutti.
Partiamo dai nostri interessi materiali, che coincidono con quelli di tutti i precari, non da interessi particolari di questo o quel gruppo, fascia di graduatoria od altro che creano solo la “guerra tra poveri”.
Con il “dividi et impera” della guerra dei punti, delle “code” o dei “pettini” ci stanno solo portando alla disperazione e alla sconfitta.
Costruire un movimento autonomo ed indipendente dei precari significa avere una piattaforma incompatibile con le politiche dei tagli che tutti i governi hanno attuato.
Costruire un movimento autonomo dei precari significa rivendicare - ad esempio - l’immissione in ruolo su tutti i posti disponibili.
Rivendicare invece - ad esempio - il completamento del piano assunzioni di Fioroni della Finanziaria 2007 non vuol dire essere autonomi; non tanto perché è un piano della compagine politica che era prima al governo, ma perché non risolveva il problema della precarietà della scuola ed era assolutamente compatibile con l’andamento del turn-over e con i tagli che lo stesso centrosinistra ha fatto ed intendeva proseguire a fare.
Autonomia, indipendenza, autorganizzazione.
I precari della scuola non si arrendono.
Venezia, 27 gennaio 2010
della provincia di VENEZIA
Contributo per l’assemblea nazionale di Napoli del 31 gennaio 2010
Per una lotta contro i tagli Tremonti/Gelmini che stanno conducendo alla dismissione della scuola pubblica
per una lotta per la fine della precarietà nella scuola
Per una lotta contro i tagli Tremonti/Gelmini che stanno conducendo alla dismissione della scuola pubblica
per una lotta per la fine della precarietà nella scuola
1. I CONTENUTI DELLA LOTTA
Siamo contro i tagli previsti dall’art. 64 della legge 133/2008.
Gli effetti del primo anno di applicazione hanno già peggiorato la qualità del servizio scolastico, espulso dalla scuola migliaia di precari (soprattutto al Sud), reso ancora più precaria la condizione di coloro che sono riusciti ad ottenere un contratto a tempo determinato (soprattutto al Nord).
Siamo determinati a sviluppare una lotta radicale, assieme a tutti i lavoratori della scuola – precari e non – per il ritiro dei tagli già effettuati e per bloccare quelli previsti per i prossimi due anni a venire.
Ma vogliamo pure definire, con la lotta, una piattaforma per la fine del precariato nella scuola.
Fintantoché uno su cinque dei docenti è precario e uno su due degli ATA è un supplente, l’Amministrazione potrà giocare su questa massa di “invisibili” per effettuare tutti i tagli possibili per dismettere la scuola pubblica: un non assunto per l’anno scolastico prossimo non è formalmente un licenziato.
Vogliamo l’immissione in ruolo di tutti i precari!
Non ci interessa entrare nel merito dell’immissione in ruolo di questa o quella categoria di precari, non ci interessa solo la stabilizzazione degli attuali docenti e ATA con contratto a termine, ci interessa la lotta contro la precarietà, attuale e futura.
Vogliamo andare alla radice del problema.
A parità di lavoro parità di trattamento: basta con lo sfruttamento dei precari
- parità di trattamento economico, normativo e sindacale (diritto di voto attivo e passivo per le RSU) per quanto riguarda ferie, malattia, permessi tra il personale a tempo determinato e indeterminato.
- progressione di carriera (scatti di anzianità) anche per il personale a tempo determinato.
TUTTO QUESTO PER ELIMINARE LE CAUSE DELLA PRECARIETA’: L’ESTREMA CONVENIENZA PER L’AMMINISTRAZIONE NEL MANTENERE UNA QUOTA STRORDINARIA DI PERSONALE CON CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO; UN PRECARIO COSTA MEDIAMENTE 8.000/9.000 € IN MENO DI UN LAVORATORE DI RUOLO; questo per lo stipendio estivo che i supplenti fino al termine dell’attività didattica non percepiscono, ma soprattutto per la progressione di carriera inesistente.
La parità di trattamento tra personale a tempo determinato ed indeterminato, per un’uguale prestazione lavorativa, deve trovare posto nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Scuola, in scadenza il 31 dicembre di quest’anno.
Basta con la possibilità di effettuare sei ore settimanali di straordinario per il personale docente, provocando una vera e propria cannibalizzazione nella categoria
Sempre più colleghi, di ruolo e non, di fronte agli stipendi più bassi d’Europa, pensano bene di fare ore di straordinario, prendendo altre classi e rubando letteralmente il posto ai precari; senza contare la qualità dell’insegnamento, perché, con 24 ore settimanali, una didattica seria ed efficace è impossibile.
Ci si deve battere per cancellare dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro la possibilità di fare le sei ore settimanali di straordinario (norma stipulata da Cgil-Cisl-Uil-Snals e Gilda nel CCNL dal lontano 1989) e proporre invece una lotta seria per stipendi decenti e per liberare posti di lavoro per i precari.
Noi non vogliamo lasciare indietro nessuno:
. Corsi abilitanti per i docenti precari non abilitati che abbiano svolto un congruo numero di giorni di servizio.
ESCLUSIONE, NEL MODO PIU’ ASSOLUTO DELL’ASSUNZIONE DIRETTA DA PARTE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI, prevista nel progetto di legge Aprea.
2. LE FORME DELLA LOTTA
Denunciamo l’attuale normativa sugli scioperi nella scuola – la Legge 146/90 e successive modificazioni – che di fatto impedisce una lotta seria per opporsi allo sfascio Tremonti/Gelmini.
Sappiamo che la rigidissima e liberticida normativa vincola la possibilità di sviluppare conflitti efficaci e lotte autonome che possano vincere.
Alla storica forma dello sciopero dobbiamo affiancare altre e creative iniziative.
Innanzitutto ASSOLUTA NON COLLABORAZIONE
- BOICOTTAGGIO DEI CORSI DI RECUPERO: migliaia di docenti precari sono stati licenziati, con la prospettiva di non lavorare più nella scuola, e l’Amministrazione pretenderebbe di farci fare i corsi di recupero ex O.M. n. 92. Prima formano classi di oltre 30 alunni, dove è impossibile un normale insegnamento/apprendimento, e poi pretendono che con corsi di max 15 ore gli allievi possano recuperare i debiti; NON FACCIAMOLI, facciamoli fare a supplenti esterni, nostri colleghi rimasti già da quest’anno senza lavoro.
- Assoluta non collaborazione dei precari: niente attività che non rientrano nel mansionario per il personale ATA, niente gite scolastiche, visite d’istruzione, attività extra non obbligatorie, niente supplenze “tappabuchi”.
- Chiamare in VV.FF. in ogni situazione di classi superaffollate e contro la normativa (max 26 persone per aula).
- Organizziamo performance della protesta creativa: manifestazioni in cui i precari ad esempio si travestono da lavavetri ai semafori, a segnalare il futuro occupazionale incerto per migliaia di persone e le loro famiglie.
- DAL 1 FEBBRAIO IN TUTTA ITALIA organizziamo picchetti davanti alle scuole superiori, destinate all’attuazione dei nuovi ordinamenti che produrranno dai 17 ai 20 mila tagli agli organici, tenendo fuori dei cancelli colleghi e studenti per la prima ora di lezione, per informare e denunciare la situazione.
- Picchetti ed iniziative agli open day delle scuole superiori, dove si presenteranno agli studenti e genitori delle future prime classi, lo sfascio della riforma Gelmini.
- Organizziamo altre iniziative di protesta con i genitori delle scuole del primo ciclo, a denunciare lo sfascio della fine delle compresenze con il maestro unico alla primaria.
- Rilanciamo gli scioperi della fame a staffetta in tutta Italia contro il licenziamento dei precari.
Ma il nostro sforzo deve esser rivolto ad una fine travagliata dell’anno scolastico.
Scioperi, proteste e boicottaggi devono mettere in discussione la regolare effettuazione di scrutini ed esami. Solo bloccando concretamente qualcosa potremmo sperare di ribaltare gli attuali rapporti di forza.
Gli operai bloccano la produzione, i trasportatori bloccano la mobilità, i ferrovieri e tranvieri bloccano treni e mezzi pubblici, docenti e ata non possono che bloccare scrutini ed esami, a costo di travalicare la legge liberticida antisciopero con la disobbedienza civile di massa.
3. LE FORME DELL’ORGANIZZAZIONE
E’ evidente che abbiamo bisogno di nuove forme di organizzazione.
Abbiamo bisogno di autorganizzarci, abbiamo bisogno di indipendenza da partiti e sindacati.
Essere autonomi non vuol dire essere “n’è di questo, né di quello”: né con la cgil, né con i cobas, con lo Snals o con la Cisl, in una generica trasversalità.
Abbiamo bisogno di tutti i precari, indipendentemente da quale sindacato siano iscritti. Anche se tutti dovrebbero ritirare le deleghe ai sindacati gialli che fiancheggiano il governo nei tagli alla scuola.
Costruire un movimento autonomo dei precari significa partire dal basso, rifiutare la delega ai sindacati e a chiunque; basta anche con il delegare ai colleghi che in questi mesi si sono dati più da fare generosamente come coordinatori; solo prendendo in mano direttamente la propria situazione, individuale e collettiva si può vincere.
Basta anche con i mugugni contro partiti e sindacati che non ci rappresenterebbero o contro la stampa che ci oscura: abbiamo i partiti e i sindacati che ci meritiamo!
Costruiamo la nostra organizzazione indipendente.
Costruiamo la nostra comunicazione indipendente, sulla stampa o in TV si va solo se facciamo lotte radicali, non se piangiamo sulla nostra condizione.
Partiamo dai nostri interessi materiali di salvare il nostro posto di lavoro, che coincidono con gli interessi generali di salvare la scuola di tutti.
Partiamo dai nostri interessi materiali, che coincidono con quelli di tutti i precari, non da interessi particolari di questo o quel gruppo, fascia di graduatoria od altro che creano solo la “guerra tra poveri”.
Con il “dividi et impera” della guerra dei punti, delle “code” o dei “pettini” ci stanno solo portando alla disperazione e alla sconfitta.
Costruire un movimento autonomo ed indipendente dei precari significa avere una piattaforma incompatibile con le politiche dei tagli che tutti i governi hanno attuato.
Costruire un movimento autonomo dei precari significa rivendicare - ad esempio - l’immissione in ruolo su tutti i posti disponibili.
Rivendicare invece - ad esempio - il completamento del piano assunzioni di Fioroni della Finanziaria 2007 non vuol dire essere autonomi; non tanto perché è un piano della compagine politica che era prima al governo, ma perché non risolveva il problema della precarietà della scuola ed era assolutamente compatibile con l’andamento del turn-over e con i tagli che lo stesso centrosinistra ha fatto ed intendeva proseguire a fare.
Autonomia, indipendenza, autorganizzazione.
I precari della scuola non si arrendono.
Venezia, 27 gennaio 2010
Stefano Micheletti- Esperto/a
- Numero di messaggi : 225
Località : Venezia
Ordine scuola : Secondaria II gr. (Liceo Artistico)
Organizzazione : Rete Organizzata Docenti e Ata precari del Veneto
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Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
non ci sarà nessuno di voi stefano??
antonella vaccaro- Amministratore
- Numero di messaggi : 2769
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Località : Napoli
Ordine scuola : Primaria
Organizzazione : CPS Napoli
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Data d'iscrizione : 03.12.08
Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
Se ci saranno digli che non si può incitare i colleghi allo sciopero della fame che invece è un atto drammatico, di disperazione interiore al quale si può solo dare solidarietà quando è avvenuto ma che si deve subito invitare ad interrompere.
Sfortunato quel paese che ha bisogno di eroi diceva qualcuno
Sfortunato quel paese che ha bisogno di eroi diceva qualcuno
didier- Esperto/a
- Numero di messaggi : 1747
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Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
lo farò ddr la penso come te
antonella vaccaro- Amministratore
- Numero di messaggi : 2769
Età : 53
Località : Napoli
Ordine scuola : Primaria
Organizzazione : CPS Napoli
Contributo al forum : 8761
Data d'iscrizione : 03.12.08
Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
Comincio a preoccuparmiantonella vaccaro ha scritto:lo farò ddr la penso come te
dovrò farmi anch'io il tatuaggio della cgil nelle parti intime??
didier- Esperto/a
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Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
gialov ha scritto:a didier: ma smettila!
didier- Esperto/a
- Numero di messaggi : 1747
Località : Catania
Ordine scuola : Secondaria di II grado
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Data d'iscrizione : 17.07.09
Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
Scusate il doppio post, nel metterla sullo scherzo ho forse involontariamente distolto l'attenzione sul fatto più importante che il sottoscritto e antonella volevano segnalare.
Invochiamo blocchi, occupazioni e scioperi di tutti i tipi ma mai lo sciopero della fame, con la salute non si scherza, non siamo mica dei professionisti come pannella!!!
Invochiamo blocchi, occupazioni e scioperi di tutti i tipi ma mai lo sciopero della fame, con la salute non si scherza, non siamo mica dei professionisti come pannella!!!
didier- Esperto/a
- Numero di messaggi : 1747
Località : Catania
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Organizzazione : RETE PRECARI SCUOLA SICILIA
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Data d'iscrizione : 17.07.09
Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
Anch'io sono d'accordo: lo sciopero della fame è una cosa grave la cui scelta spetta alla singola persona, ma l'abbiamo aggiunto perchè qualcuno l'ha proposto ... e qualcuno l'ha pure fatto ... a palermo ad esempio.
ciao
stefano micheletti venezia
ciao
stefano micheletti venezia
Stefano Micheletti- Esperto/a
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Organizzazione : Rete Organizzata Docenti e Ata precari del Veneto
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Re: Contributo da Venezia per l'assemblea nazionale di Napoli
Stefano Micheletti ha scritto:Anch'io sono d'accordo: lo sciopero della fame è una cosa grave la cui scelta spetta alla singola persona, ma l'abbiamo aggiunto perchè qualcuno l'ha proposto ... e qualcuno l'ha pure fatto ... a palermo ad esempio.
ciao
stefano micheletti venezia
Beh.. siccome avete scritto "rilanciamo lo sciopero della fame" ho osservato che è una iniziativa da non diffondere attraverso proclami sia oralmente che addirittura in forma scritta.
Lo so che a palermo qualcuno l'ha fatto, non sono mica di asiago
didier- Esperto/a
- Numero di messaggi : 1747
Località : Catania
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