La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
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La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
Qualche riflessione a margine sul dibattito sugli ammortizzatori sociali, ovvero i contributi di disoccupazione, proposti dal PD e difesi dai sindacati confederali.
A mio parere gli ammortizzatori sociali sono una richiesta appena accettabile da parte di un SINDACATO.
Nell'ottica della difesa del lavoratore, infatti, si inserisce come una proposta che viene incontro alla fascia di lavoratori più debole, quella del precariato.
Ma tutto cambia, se a portare avanti la proposta degli ammortizzatori sociali è un partito politico, e non un sindacato. Da un partito, anzi, dal più importante partito dell'opposizione, ci si aspetterebbe delle PROPOSTE concrete, e soprattutto ci aspetteremmo una diversa FILOSOFIA ed impostazione CULTURALE rispetto alla scuola come bene pubblico.
Accettare gli ammortizzatori sociali, anzi, sbandierarli ai precari come "azione concreta" nei confronti di questi
ultimi, significa di fatto la MORTE della diversità culturale della sinistra rispetto alla destra. Significa infatti che anche a sinistra, anche nel PD è prevalsa ormai l'impostazione della SCUOLA COME MERCE, che risponde, in quanto tale, alle logiche di mercato. Su questo terreno si avverte come non mai l'omologazione culturale che attraversa il nostro intero arco parlamentare, da destra a sinistra, quello stesso "pensiero unico" che sottende ad iniziative quali il la "commissione Bertagna" e la legge delega sulla scuola della Moratti, il "quaderno bianco" di Fioroni, fino alle ultime proposte di legge della Aprea e di Pittoni-Cota. Una impostazione culturale sostenuta da organizzazioni rigorosamente bypartisan, quali la Fondazione Treellle e la Fondazione Agnelli, nonchè da alcune organizzazioni di "pasdaran" della scuola, come l'ANP.
Di cosa si tratta? Di una mutazione genetica del modo di intendere l'istruzione, non solo qui in Italia, ma anche in Europa. Trattare i tagli alla scuola allo stesso modo dei tagli alla Fiat o alla Zanussi, significa, come sottofondo culturale, che anche la sinistra, ESATTAMENTE COME LA DESTRA, considera la scuola non più un bene
fondamentale costituzionalmente garantito, ma come una "offerta" come le altre, che di per sé deve sottostare alle stesse logiche del mercato globale. Di fondo c'è la STESSA considerazione dello studente come "utente" (ricordate la Moratti?), o, peggio, del genitore come "cliente" dell'istituzione scuola.
IO NON CI STO !!! NOI NON CI DOBBIAMO STARE !!!
La cultura non è merce, la cultura non può sottostare alle stesse regole di mercato di una qualunque merce!
Questa impostazione filosofica discende in realtà dal Trattato di Lisbona, firmato dal governo Prodi e ratificato dal governo Berlusconi ALL'UNANIMITA' dei voti. Sostanzialmente legata a fattori politico-economici, tale trattato fu la "pezza a colori" inserita da Prodi dopo lo smacco della bocciatura (a ragione) della Costituzione europea da parte della Francia e di altri paesi aderenti all'Unione. Notizie sul trattato di Lisbona le trovate qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Lisbona#Contenuti
Allo stesso link è possibile, cliccando sui collegamenti esterni, arrivare al testo integrale in italiano del Trattato.
Al prossimo link, invece, trovate un articolo molto dettagliato sulle politiche europee sulla scuola e il trattato di Lisbona:
http://www.leggepopolare.it/doc_prep/lsb_2000_folder/lsb_2000_folder/Lisb_2000
Nel 2004 Renzetti aveva già le idee chiare. Riporto solo le conclusioni, riferite ad un partito, i DS, che adesso non esiste più:
<Lisbona 2000 è l’inizio dell’assalto privatistico alla scuola pubblica>>
A mio parere gli ammortizzatori sociali sono una richiesta appena accettabile da parte di un SINDACATO.
Nell'ottica della difesa del lavoratore, infatti, si inserisce come una proposta che viene incontro alla fascia di lavoratori più debole, quella del precariato.
Ma tutto cambia, se a portare avanti la proposta degli ammortizzatori sociali è un partito politico, e non un sindacato. Da un partito, anzi, dal più importante partito dell'opposizione, ci si aspetterebbe delle PROPOSTE concrete, e soprattutto ci aspetteremmo una diversa FILOSOFIA ed impostazione CULTURALE rispetto alla scuola come bene pubblico.
Accettare gli ammortizzatori sociali, anzi, sbandierarli ai precari come "azione concreta" nei confronti di questi
ultimi, significa di fatto la MORTE della diversità culturale della sinistra rispetto alla destra. Significa infatti che anche a sinistra, anche nel PD è prevalsa ormai l'impostazione della SCUOLA COME MERCE, che risponde, in quanto tale, alle logiche di mercato. Su questo terreno si avverte come non mai l'omologazione culturale che attraversa il nostro intero arco parlamentare, da destra a sinistra, quello stesso "pensiero unico" che sottende ad iniziative quali il la "commissione Bertagna" e la legge delega sulla scuola della Moratti, il "quaderno bianco" di Fioroni, fino alle ultime proposte di legge della Aprea e di Pittoni-Cota. Una impostazione culturale sostenuta da organizzazioni rigorosamente bypartisan, quali la Fondazione Treellle e la Fondazione Agnelli, nonchè da alcune organizzazioni di "pasdaran" della scuola, come l'ANP.
Di cosa si tratta? Di una mutazione genetica del modo di intendere l'istruzione, non solo qui in Italia, ma anche in Europa. Trattare i tagli alla scuola allo stesso modo dei tagli alla Fiat o alla Zanussi, significa, come sottofondo culturale, che anche la sinistra, ESATTAMENTE COME LA DESTRA, considera la scuola non più un bene
fondamentale costituzionalmente garantito, ma come una "offerta" come le altre, che di per sé deve sottostare alle stesse logiche del mercato globale. Di fondo c'è la STESSA considerazione dello studente come "utente" (ricordate la Moratti?), o, peggio, del genitore come "cliente" dell'istituzione scuola.
IO NON CI STO !!! NOI NON CI DOBBIAMO STARE !!!
La cultura non è merce, la cultura non può sottostare alle stesse regole di mercato di una qualunque merce!
Questa impostazione filosofica discende in realtà dal Trattato di Lisbona, firmato dal governo Prodi e ratificato dal governo Berlusconi ALL'UNANIMITA' dei voti. Sostanzialmente legata a fattori politico-economici, tale trattato fu la "pezza a colori" inserita da Prodi dopo lo smacco della bocciatura (a ragione) della Costituzione europea da parte della Francia e di altri paesi aderenti all'Unione. Notizie sul trattato di Lisbona le trovate qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Lisbona#Contenuti
Allo stesso link è possibile, cliccando sui collegamenti esterni, arrivare al testo integrale in italiano del Trattato.
Al prossimo link, invece, trovate un articolo molto dettagliato sulle politiche europee sulla scuola e il trattato di Lisbona:
http://www.leggepopolare.it/doc_prep/lsb_2000_folder/lsb_2000_folder/Lisb_2000
Nel 2004 Renzetti aveva già le idee chiare. Riporto solo le conclusioni, riferite ad un partito, i DS, che adesso non esiste più:
<Lisbona 2000 è l’inizio dell’assalto privatistico alla scuola pubblica>>
Ultima modifica di gialov il Lun Apr 06, 2009 8:09 am - modificato 2 volte.
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
concordo pienamente gia
perchè non copincolli dappertutto?
lo so che non si può...
perchè non copincolli dappertutto?
lo so che non si può...
manuel- Esperto/a
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
gialov ha scritto:
IO NON CI STO !!! NOI NON CI DOBBIAMO STARE !!!
La cultura non è merce, la cultura non può sottostare alle stesse regole di mercato di una qualunque merce!
Ti dico di più, anche considerando la cultura come merce, oggi come non mai di cultura c'è bisogno in italia, visto che come cultura l'italia figura agli ultimi posti in europa. La scuola non è in crisi come l'industria, anzi è in momenti di crisi che si investe sulla "merce" istruzione. Se ricordate la puntata presadiretta, con il caso svezia, lì la campagna elettorale si è giocata su quale delle due coalizioni era più credibile sugli investimenti per scuola e ricerca.
Quindi mi permetto, il problema in italia non è la destra ma questa destra.
Poi possiamo discutere sulla differenza tra destra e sinistra quando vogliamo, ed io sono daccordo con tutti voi, ma per cercare di aggregare quanta più gente possibile, dobbiamo proprio far capire che una scuola che funziona non è una cosa di sinistra ma una cosa giusta e sopratutto che avvantaggia le classi meno abbienti che sono la maggioranza che oggi come non mai deve smettere di essere "silenzionsa" e partecipare come società civile.
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
Beh ... ultimamente vi leggo poco, ma questo post va fatto conoscere ... :-)
Io intanto lo faccio conoscere ai Veneti ...
Io intanto lo faccio conoscere ai Veneti ...
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
divino_marchese ha scritto:Beh ... ultimamente vi leggo poco, ma questo post va fatto conoscere ... :-)
Io intanto lo faccio conoscere ai Veneti ...
Che vuoi dire?? dovresti spiegare anzichè fare il criptico.
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
Grazie per gli apprezzamenti. In particolare ringrazio manuel.
In occasione delle elezioni europee, avremo a che fare con molti comizi e molte possibilità di incontro con esponenti del PD.
Potemmo chiedere loro come mai, per esempio, in Commissione cultura votano contro il ddl Aprea, ma prima, nel 2008, hanno votato senza colpo ferire il Trattato di Lisbona, che riguardo alla scuola riporta praticamente LE STESSE COSE CHE LA APREA HA MESSO NEL DDL.
Noi dobbiamo chiedere che l'Italia RIPUDI UNILATERALMENTE il Trattato di Lisbona, o almeno la parte relativa all'istruzione.
Chiediamo impegni scritti, in documenti pubblici da inviare ai giornali, a tutti i politici con i quali avremo a che fare in queste settimane. Poi conserviamo i giornali o le dichiarazioni. Una volta eletti, dobbiamo chiedere conto di questo.
A Taranto iniziamo con Fioroni, che viene lunedì: il CIP Taranto farà pubblicamente, se gli sarà consentito, o personalmente queste domande all'ex ministro.
In occasione delle elezioni europee, avremo a che fare con molti comizi e molte possibilità di incontro con esponenti del PD.
Potemmo chiedere loro come mai, per esempio, in Commissione cultura votano contro il ddl Aprea, ma prima, nel 2008, hanno votato senza colpo ferire il Trattato di Lisbona, che riguardo alla scuola riporta praticamente LE STESSE COSE CHE LA APREA HA MESSO NEL DDL.
Noi dobbiamo chiedere che l'Italia RIPUDI UNILATERALMENTE il Trattato di Lisbona, o almeno la parte relativa all'istruzione.
Chiediamo impegni scritti, in documenti pubblici da inviare ai giornali, a tutti i politici con i quali avremo a che fare in queste settimane. Poi conserviamo i giornali o le dichiarazioni. Una volta eletti, dobbiamo chiedere conto di questo.
A Taranto iniziamo con Fioroni, che viene lunedì: il CIP Taranto farà pubblicamente, se gli sarà consentito, o personalmente queste domande all'ex ministro.
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
penso anch'io:il problema non è destra o sinistra.......ma l'idea sbagliata che ha della formazione la nostra classe politica TUTTA, che negli anni ha portato a tutto questoddr67 ha scritto:gialov ha scritto:
IO NON CI STO !!! NOI NON CI DOBBIAMO STARE !!!
La cultura non è merce, la cultura non può sottostare alle stesse regole di mercato di una qualunque merce!
Ti dico di più, anche considerando la cultura come merce, oggi come non mai di cultura c'è bisogno in italia, visto che come cultura l'italia figura agli ultimi posti in europa. La scuola non è in crisi come l'industria, anzi è in momenti di crisi che si investe sulla "merce" istruzione. Se ricordate la puntata presadiretta, con il caso svezia, lì la campagna elettorale si è giocata su quale delle due coalizioni era più credibile sugli investimenti per scuola e ricerca.
Quindi mi permetto, il problema in italia non è la destra ma questa destra.
Poi possiamo discutere sulla differenza tra destra e sinistra quando vogliamo, ed io sono daccordo con tutti voi, ma per cercare di aggregare quanta più gente possibile, dobbiamo proprio far capire che una scuola che funziona non è una cosa di sinistra ma una cosa giusta e sopratutto che avvantaggia le classi meno abbienti che sono la maggioranza che oggi come non mai deve smettere di essere "silenzionsa" e partecipare come società civile.
Emma Giannì- Amministratore
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
https://www.facebook.com/topic.php?topic=9113&post=61976&uid=35733685501#/topic.php?uid=35733685501&topic=9113
Emma Giannì- Amministratore
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
Grazie Emma.
Mi hai dato un'idea. Ho pubblicato il testo sul mio facebook, e l'ho linkato proprio nella tana del lupo, cioè sulla bacheca della Bastico. Che colpo!
Mi hai dato un'idea. Ho pubblicato il testo sul mio facebook, e l'ho linkato proprio nella tana del lupo, cioè sulla bacheca della Bastico. Che colpo!
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
Io ci starei sugli ammortizzatori sociali, il fatto è che non ce li daranno! la proposta è stata bocciata già alla camera e non vedo perché dovrebbe passare al senato. anche la petizione, nel migliore dei casi, sortirà l'effetto di un dibattito in parlamento, ma dubito che saranno mai approvate le proposte del PD- Pura campagna elettorale, pura demagogia...
Antonino Buonamico- Moderatore
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
anche io ci sto agli ammortizzatori sociali perchè il governo non torna indietro
nella lettera quì sotto spiego i motivi.
eddie
Ravenna, 2 Aprile 2009
Al Presidente della Provincia di Ravenna - Francesco Giangrandi
Al Sindaco di Ravenna - Fabrizio Matteucci
Siamo un gruppo di precari che da anni lavora nella Scuola Pubblica Italiana di questa provincia e siamo fortemente preoccupati per le ripercussioni che gli 8 miliardi di tagli all’istruzione avranno sia sulla qualità della Scuola e sia sul nostro futuro e di quello delle nostre famiglie.
Si tratta infatti di un taglio enorme, che mortifica la scuola pubblica e toglie risorse alla qualità della didattica e alla stessa funzionalità del servizio. Un colpo mortale all’autonomia organizzativa delle stesse istituzioni scolastiche strette nella morsa dei tagli all’organico e dall’azzeramento dei fondi per il funzionamento didattico e amministrativo. La nostra preoccupazione cresce poi anche per l’innalzamento del rapporto alunni/classe che renderà molto difficile fare lezione e creerà aule sovraffollate e meno sicure.
C’è infine il problema dei tagli al personale, 87.000 docenti e 44.500 ATA (il personale di servizio, amministrativo e tecnico) entro il 2012, per cui potrebbero venire a mancare in Provincia , se non ci sarà alcuna marcia indietro, 293 posti da insegnante e 213 posti Ata: oltre 500 posti in tutto.
Noi ci rendiamo perfettamente conto che il tema della precarietà e della perdita dei posti di lavoro riguarda non solo i lavoratori della scuola ma tutti i lavoratori, di tutti i settori, pubblici e privati, così come siamo consapevoli che proprio su tutti questi lavoratori, più deboli, si vuole scaricare la crisi economica.
Per questo rivendichiamo il diritto di avere un lavoro stabile e non precario non solo per noi, ma per chiunque si trovi in una condizione di disagio ed incertezza lavorativa e psicologica.
I telegiornali ci informano in questi giorni, tra l’altro, che i leader del G20 si sono impegnati ad aiutare chi perderà il lavoro, ma, allo stato attuale, in Italia i precari della scuola e non solo, non hanno nessun tipo di ammortizzatori sociali.
Chiediamo pertanto al Sindaco della città di Ravenna e al Presidente di questa Provincia di sopperire a questa grave ed ingiusta mancanza predisponendo ammortizzatori sociali sia per il personale Ata e gli insegnanti precari, inseriti nelle graduatorie provinciali o d’istituto che hanno prestato servizio nel corrente anno scolastico, e a cui non verrà rinnovato il contratto il prossimo settembre, sia per tutti i precari degli altri settori lavorativi.
Confessiamo comunque che, come insegnanti che operano nella Scuola Pubblica Italiana, in molti casi anche da decenni, ci sentiamo umiliati a dover giungere a tanto ed in maniera così plateale, ma mettiamo l’orgoglio da parte e pensiamo a quanti di noi hanno figli, persone a carico e/o un mutuo da pagare, e chiediamo che non ci si dimentichi di noi e né di chi, sfruttato, è nelle nostre stesse condizioni.
Confidiamo in una pubblica risposta e siamo pronti ad un confronto sul problema
Un gruppo di Precari della Scuola Pubblica di Ravenna e Provincia
nella lettera quì sotto spiego i motivi.
eddie
Ravenna, 2 Aprile 2009
Al Presidente della Provincia di Ravenna - Francesco Giangrandi
Al Sindaco di Ravenna - Fabrizio Matteucci
Siamo un gruppo di precari che da anni lavora nella Scuola Pubblica Italiana di questa provincia e siamo fortemente preoccupati per le ripercussioni che gli 8 miliardi di tagli all’istruzione avranno sia sulla qualità della Scuola e sia sul nostro futuro e di quello delle nostre famiglie.
Si tratta infatti di un taglio enorme, che mortifica la scuola pubblica e toglie risorse alla qualità della didattica e alla stessa funzionalità del servizio. Un colpo mortale all’autonomia organizzativa delle stesse istituzioni scolastiche strette nella morsa dei tagli all’organico e dall’azzeramento dei fondi per il funzionamento didattico e amministrativo. La nostra preoccupazione cresce poi anche per l’innalzamento del rapporto alunni/classe che renderà molto difficile fare lezione e creerà aule sovraffollate e meno sicure.
C’è infine il problema dei tagli al personale, 87.000 docenti e 44.500 ATA (il personale di servizio, amministrativo e tecnico) entro il 2012, per cui potrebbero venire a mancare in Provincia , se non ci sarà alcuna marcia indietro, 293 posti da insegnante e 213 posti Ata: oltre 500 posti in tutto.
Noi ci rendiamo perfettamente conto che il tema della precarietà e della perdita dei posti di lavoro riguarda non solo i lavoratori della scuola ma tutti i lavoratori, di tutti i settori, pubblici e privati, così come siamo consapevoli che proprio su tutti questi lavoratori, più deboli, si vuole scaricare la crisi economica.
Per questo rivendichiamo il diritto di avere un lavoro stabile e non precario non solo per noi, ma per chiunque si trovi in una condizione di disagio ed incertezza lavorativa e psicologica.
I telegiornali ci informano in questi giorni, tra l’altro, che i leader del G20 si sono impegnati ad aiutare chi perderà il lavoro, ma, allo stato attuale, in Italia i precari della scuola e non solo, non hanno nessun tipo di ammortizzatori sociali.
Chiediamo pertanto al Sindaco della città di Ravenna e al Presidente di questa Provincia di sopperire a questa grave ed ingiusta mancanza predisponendo ammortizzatori sociali sia per il personale Ata e gli insegnanti precari, inseriti nelle graduatorie provinciali o d’istituto che hanno prestato servizio nel corrente anno scolastico, e a cui non verrà rinnovato il contratto il prossimo settembre, sia per tutti i precari degli altri settori lavorativi.
Confessiamo comunque che, come insegnanti che operano nella Scuola Pubblica Italiana, in molti casi anche da decenni, ci sentiamo umiliati a dover giungere a tanto ed in maniera così plateale, ma mettiamo l’orgoglio da parte e pensiamo a quanti di noi hanno figli, persone a carico e/o un mutuo da pagare, e chiediamo che non ci si dimentichi di noi e né di chi, sfruttato, è nelle nostre stesse condizioni.
Confidiamo in una pubblica risposta e siamo pronti ad un confronto sul problema
Un gruppo di Precari della Scuola Pubblica di Ravenna e Provincia
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
Oh, ragazzi, intendiamoci! Io non sono affatto contro gli ammortizzatori sociali, anzi!
Semplicemente credo ce come risposta "politica" di un partito sia equivalente alla bandiera bianca.
Semplicemente credo ce come risposta "politica" di un partito sia equivalente alla bandiera bianca.
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
anche io!dovrebbero risolvere il problema,non metterci una pezzagialov ha scritto:Oh, ragazzi, intendiamoci! Io non sono affatto contro gli ammortizzatori sociali, anzi!
Semplicemente credo ce come risposta "politica" di un partito sia equivalente alla bandiera bianca.
Emma Giannì- Amministratore
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
altamarea ha scritto:anche io!dovrebbero risolvere il problema,non metterci una pezzagialov ha scritto:Oh, ragazzi, intendiamoci! Io non sono affatto contro gli ammortizzatori sociali, anzi!
Semplicemente credo ce come risposta "politica" di un partito sia equivalente alla bandiera bianca.
Ma per ora siamo vicini alla bandiera bianca....più che dei partiti, credo che siamo nelle mani dei sindacati.
Comunque ho capito la vostra delusione, che è anche la mia, per un'offerta che rappresenta una miseria rispetto alle nostre richieste.
Ma cosa facciamo? Questi tirano dritto, negano ogni dialogo e fanno quello che gli pare...........bè, se avete il coraggio, facciamo pressione su qualche sindacato perchè ci aiuti a bloccare gli scrutini.
Iniziamo a spargere la voce! Anzi, la proposta.
io vi seguo e, almeno nella mia scuola, altri farebbero altrettanto.
Perchè dobbiamo rispettare la legge sul blocco degli scrutini, se il governo fa leggi che non rispettano la costituzione?
Perchè rispettare la legge se questa aiuta chi ci ruba il nostro futuro?
I più grandi progressi si sono avuti non rispettando ciò che la legge stabiliva perchè era ingiusta.
Abbiamo solo doveri?
Forse è ora di fare sentire la nostra voce e di fargli capire che sarà battaglia!
Facciamogli almeno fare una figuraccia davanti a tutto il paese
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
sai come si svolge lo scrutinio quando si decide di bloccare?
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
www.cislscuolapiemonte.it/varie/R0293_1.doc
ho trovato delle info qui
si può fare, purtroppo, però, si possono bloccare gli scrutini solo per 5 giorni e non a oltranza
ho trovato delle info qui
si può fare, purtroppo, però, si possono bloccare gli scrutini solo per 5 giorni e non a oltranza
eddie- Coordinatore
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
http://www.gildavenezia.it/normativa/schede/scheda_sciopero-scrutini_2007.pdf
eddie- Coordinatore
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
http://www.scuolidea.it/didattika/allegati2/ctpbsaon.pdf
era il 2007 e l'unicobas minacciava lo sciopero ad oltranza.....bisogna avere l'appoggio almeno della cgil e dei sindacati di base per avere un grosso peso.
L’Unicobas sta valutando la possibilità di promuovere un blocco degli scrutini (e della consegna delle schede di valutazione) ad oltranza. Di fronte alla continua violazione delle norme (il contratto era
biennale, ma lorsignori se ne infischiano) diviene lecita ogni violazione della regolamentazione sul diritto di
sciopero.
Stefano d’Errico
(SEGRETARIO NAZIONALE – CELL. 3355272588)
era il 2007 e l'unicobas minacciava lo sciopero ad oltranza.....bisogna avere l'appoggio almeno della cgil e dei sindacati di base per avere un grosso peso.
L’Unicobas sta valutando la possibilità di promuovere un blocco degli scrutini (e della consegna delle schede di valutazione) ad oltranza. Di fronte alla continua violazione delle norme (il contratto era
biennale, ma lorsignori se ne infischiano) diviene lecita ogni violazione della regolamentazione sul diritto di
sciopero.
Stefano d’Errico
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
S^ è già discussso del blocco degli scrutini. Può riuscire solo con un'adesione davvero di mmassa, e non solo di noi precari, ma anche dei colleghi di ruolo. Dubito che si verificherebbe...
Antonino Buonamico- Moderatore
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Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
Amicanto ha scritto:S^ è già discussso del blocco degli scrutini. Può riuscire solo con un'adesione davvero di mmassa, e non solo di noi precari, ma anche dei colleghi di ruolo. Dubito che si verificherebbe...
La mia era una domanda retorica infatti. Chi ha attuato in passato il blocco delgi scrutini, mi ha spoegato come funziona: intanto tu ci devi andare, poi comunichi all'inziio degli scrutini tu comunichi al preside o a chi preside gli scrutini che intendi bloccare e allora il consiglio viene riconvocato dopo un ora e così via. Risultato: rischi il linciaggio dei colleghi e ti perdi la loro poca voglia di protestare. Per questo io sono contrario.
Molo to più proficuo e meno dispendioso è invece l'azione di boicottare la chiamata di un solo giorno che ti fanno a luglio-agosto per ratificare la promozione o bocciatura degli alunni con debito. Quella si che è un gran porcata, docenti trattati come lavoratori a giornata, con tutto il rispetto per questa categoria di lavoratori.
Ospite- Ospite
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
altamarea ha scritto:anche io!dovrebbero risolvere il problema,non metterci una pezzagialov ha scritto:Oh, ragazzi, intendiamoci! Io non sono affatto contro gli ammortizzatori sociali, anzi!
Semplicemente credo ce come risposta "politica" di un partito sia equivalente alla bandiera bianca.
giusto!
si dice o no che questo governo DECIDE contrariamente a quello che c'era prima? è uno dei loro cavalli di battaglia no?
si gloriano tanto di aver risolto il problema dei rifiuti a Napoli,e quello degli immigrati,ma non riescono a trovare soluzioni per noi!!!!!!!! :berlusca: :bu:
ovviamente l'Italia resta sempre fanalino di coda dell'Europa;tutti hanno il reddito minimo,noi e la Grecia no
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
scusa didier,ma chi come me viene licenziato il 30/06 e non viene richiamato?ddr67 ha scritto:Amicanto ha scritto:S^ è già discussso del blocco degli scrutini. Può riuscire solo con un'adesione davvero di mmassa, e non solo di noi precari, ma anche dei colleghi di ruolo. Dubito che si verificherebbe...
La mia era una domanda retorica infatti. Chi ha attuato in passato il blocco delgi scrutini, mi ha spoegato come funziona: intanto tu ci devi andare, poi comunichi all'inziio degli scrutini tu comunichi al preside o a chi preside gli scrutini che intendi bloccare e allora il consiglio viene riconvocato dopo un ora e così via. Risultato: rischi il linciaggio dei colleghi e ti perdi la loro poca voglia di protestare. Per questo io sono contrario.
Molo to più proficuo e meno dispendioso è invece l'azione di boicottare la chiamata di un solo giorno che ti fanno a luglio-agosto per ratificare la promozione o bocciatura degli alunni con debito. Quella si che è un gran porcata, docenti trattati come lavoratori a giornata, con tutto il rispetto per questa categoria di lavoratori.
L'anno scorso non mi hanno chiamato
Emma Giannì- Amministratore
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Tesserata CGIL
Contributo al forum : 8776
Data d'iscrizione : 16.07.08
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
per bloccare gli srutini ci vorrebbe l'adesione di un grande sindacato, es. la cgil.
In passato i sindacati, anche all'estero, sono stati multati per non avere scioperato secondo le regole vigenti. Perchè non potrebbero farlo anche ora?
perchè ci siamo abituati a sentirci dire non si può e lo accettiamo senza lottare?
Ora, sono i sindacati a non volerlo fare o siamo noi che non lo chiediamo con forza?
Perchè non raccogliamo migliaia di firme tramite la rete e le inviamo ai sindacati per chiedere l'appoggio a questa iniziativa?
probabilmente non se ne farà nulla, ma almeno si prova, non si sa mai - inoltre si spronano i sindacati a difenderci con maggior forza.
PS: un docente incazzato e disperato, ma che non vuole mollare
In passato i sindacati, anche all'estero, sono stati multati per non avere scioperato secondo le regole vigenti. Perchè non potrebbero farlo anche ora?
perchè ci siamo abituati a sentirci dire non si può e lo accettiamo senza lottare?
Ora, sono i sindacati a non volerlo fare o siamo noi che non lo chiediamo con forza?
Perchè non raccogliamo migliaia di firme tramite la rete e le inviamo ai sindacati per chiedere l'appoggio a questa iniziativa?
probabilmente non se ne farà nulla, ma almeno si prova, non si sa mai - inoltre si spronano i sindacati a difenderci con maggior forza.
PS: un docente incazzato e disperato, ma che non vuole mollare
eddie- Coordinatore
- Numero di messaggi : 590
Località : Cesena
Ordine scuola : Secondaria II gr.
Organizzazione : Flc Cgil Ravenna
Contributo al forum : 6431
Data d'iscrizione : 15.03.09
Re: La scuola come una merce. Gli ammortizzatori sociali e il trattato di Lisbona
gialov ha scritto:Grazie per gli apprezzamenti. In particolare ringrazio manuel.
In occasione delle elezioni europee, avremo a che fare con molti comizi e molte possibilità di incontro con esponenti del PD.
Potemmo chiedere loro come mai, per esempio, in Commissione cultura votano contro il ddl Aprea, ma prima, nel 2008, hanno votato senza colpo ferire il Trattato di Lisbona, che riguardo alla scuola riporta praticamente LE STESSE COSE CHE LA APREA HA MESSO NEL DDL.
purtroppo in commissione cultura molti pd hanno votato anche per l'aprea e tante altre cosine...
manuel- Esperto/a
- Numero di messaggi : 1419
Età : 63
Località : Venezia - Mestre
Ordine scuola : ancora da inserire
Organizzazione : Nessuna
Contributo al forum : 7532
Data d'iscrizione : 14.07.08
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