COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA
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Messaggio Da FrancescoLoc Ven Ott 30, 2009 2:02 am

Il CPS di Roma ha elaborato una bozza di piattaforma per indire la giornata di mobilitazione del 4 dicembre e chiedere a tutti i sindacati che condividono la piattaforma di dichiarare lo sciopero. Ovviamente se riusciamo ad indire anche lo sciopero per conto nostro, tanto meglio, ma sarebbe importante comunicare la nostra decisione presa in assemblea il 23 ottobre il prima possibile. Per questo proponiamo di discutere la piattaforma entro pochi giorni e poi pubblicizzarla ed inviarla a tutti i sindacati.
La piattaforma è volutamente generica, cioè non entra nelle questioni specifiche che riguardano solo i precari, perché la nostra aspirazione è quella di parlare (e di mobilitare) a tutto il mondo della scuola, compresi i docenti di ruolo, gli studenti ed i genitori. Esprimiamoci.

Difendiamo la scuola pubblica, no alla scuola precaria!

Sciopero generale della scuola e manifestazione nazionale a Roma il 4 dicembre!

Il settore dell’istruzione pubblica sta vivendo un durissimo attacco da parte del Governo che con la Legge 133 attua 8 miliardi di euro di tagli al comparto della scuola pubblica e 1.5 miliardi a quello dell’Università nell’arco rispettivamente del triennio 2009-2012 e del quadriennio 2009-2013.

L’impatto dei tagli è devastante, con più di 150.000 licenziamenti nel solo settore della scuola pubblica ci troviamo di fronte al più grosso licenziamento di massa mai attuato nella storia della Repubblica.

Le scelte dell’attuale Governo si inseriscono però all’interno di un processo di lungo periodo che da almeno 15 anni si muove nella direzione della sottrazione di risorse economiche al settore della conoscenza e della formazione.
Basti pensare che la finanziaria del 2006 del Governo Prodi prevedeva per il triennio 2007-2009 tre miliardi di euro in meno di
finanziamenti alla scuola pubblica, mentre sul fronte opposto abbiamo visto crescere in modo esponenziale le risorse destinate alle scuole paritarie, tanto da passare dai 179 milioni di euro finanziati nel 2000 ai 520 milioni destinati al settore nell’ultima finanziaria
del Governo Berlusconi.

Scelte politiche ed economiche che denotano una profonda indifferenza nei confronti della qualità dell’istruzione e dell’offerta formativa della scuola pubblica, messa in ginocchio dalla mancanza di risorse e da un permanente stato di precarietà del reclutamento, al punto di poter affermare che oggi la precarietà nel settore scolastico, con oltre 200.000 insegnanti inseriti nelle graduatorie permanenti e un numero altrettanto considerevole di docenti neppure abilitati, è diventato elemento strutturale del settore della formazione.

Proprio il precariato si pone oggi come luogo topico in cui si esprimono le massime contraddizioni sociali e culturali del nostro Paese, con una precarietà che dal piano economico, lavorativo, contrattuale ed esistenziale si riversa su tutto il mondo della scuola e della cultura, tanto da generare una scuola “precaria” nell’offerta educativa, nel progetto culturale che esprime, priva di continuità didattica e di qualsivoglia organicità nelle attività extracurricolari che sviluppa, una scuola sempre più incapace di incidere nel contesto sociale in cui si inserisce in termini di integrazione e miglioramento delle prospettive di vita e di lavoro.

A fronte di un quadro di totale degrado pedagogico e culturale il Ministro Gelmini propaganda misure palliative come il “decreto salva precari” come strumento di risoluzione dell’emergenza sociale generata dai tagli del Governo, introducendo, nei fatti, ulteriori elementi di precarizzazione e flessibilità del lavoro. Assistiamo infatti all’applicazione di un modello contrattuale tipico del settore interinale e al declassamento della professione docente dal piano educativo a quello contenitivo. I contratti di disponibilità sono i nuovi progetti co.co.pro. della conoscenza, incapaci di incidere realmente sulla qualità dell’istruzione, indifferenti rispetto al bisogno di un ampliamento
dell’organico e determinanti, invece, nell’erosione dei diritti dei lavoratori e nel dividere la categoria.

Il caos generato in maniera che appare oggi quasi mirata nel campo del reclutamento rappresenta la premessa essenziale per l’attuazione del DDL Aprea, con la trasformazione delle scuole in fondazioni, il potere di nomina e licenziamento totalmente rimesso nelle mani dei dirigenti scolastici, la distruzione della democrazia nelle scuole mediante la neutralizzazione degli organi collegiali e la promozione di un merito definito in termini gerarchici e aziendalistici.

Al contrario noi riteniamo che la qualità della scuola e dell’istruzione pubblica sia incompatibile con una condizione di precarietà permanente, con il tentativo di annientare la libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione, con la continua sottrazione di risorse professionali ed economiche all’intero settore della formazione e della conoscenza.

Per questo motivo chiediamo:


  • Il ritiro dei tagli alla scuola previsti dalla legge 133/2008 e un consistente investimento di risorse per la scuola pubblica statale ;

  • Il ritiro del disegno di legge Aprea

  • Il ripristino delle compresenze nella scuola elementare e la valorizzazione del tempo pieno;

  • Un piano di assunzione a tempo indeterminato di tutte/i le/i precarie/i della scuola;

  • La non conversione in legge del decreto cd. “salvaprecari”;

  • Le dimissioni del ministro Gelmini.


Chiediamo a tutti i sindacati della scuola che condividono questa piattaforma di indire una giornata di sciopero per il quattro dicembre prossimo e di partecipare alla manifestazione nazionale della scuola promossa dai precari e dalle precarie.

Il Coordinamento Precari Scuola
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Messaggio Da mariapia Ven Ott 30, 2009 2:08 am

per la scuola ex elementare...ormai si dice primaria ....aggiungerei che si chiede il "RITIRO" dell'obbligo per i neoassunti alla specializzazione in lingua inglese a "garanzia della qualità" di un insegnamento che prevede un percorso adeguato e una predisposizione personale.
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Messaggio Da mariapia Ven Ott 30, 2009 2:12 am

Bisogna aggiungere qualcosa per il personale ATA.
Non so se sia dappertutto con lo stesso problema del transito degli impiegati Comunali allo STATO.....almeno a Palermo hanno una situazione assurda.......gli amministrativi hanno perso il loro posto a causa di questo passaggio Comune -Stato e a loro volta si sono ritrovati a fare delle supplenze come collaboratori scolastici e togliendo a questi ultimi il lavoro.
Non so spiegarlo bene ma dovremmo inserire qualcosa nella piattaforma.
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Messaggio Da Daniela Ricci Ven Ott 30, 2009 2:59 am

Per il CPS di Terni la bozza della piattaforma va bene. Ci sembra importante alcuni punti che abbiamo segnalato in rosso da inserire nella bozza


A fronte di un quadro di totale degrado
pedagogico e culturale il Ministro Gelmini propaganda misure
palliative come il “decreto salva precari” come strumento di
risoluzione dell’emergenza sociale generata dai tagli del Governo,
introducendo, nei fatti, ulteriori elementi di precarizzazione e
flessibilità del lavoro. Assistiamo infatti all’applicazione di un
modello contrattuale tipico del settore interinale e al declassamento
della professione docente dal piano educativo a quello contenitivo. I
contratti di disponibilità sono i nuovi progetti co.co.pro. della
conoscenza, incapaci di incidere realmente sulla qualità
dell’istruzione, indifferenti rispetto al bisogno di un ampliamento
dell’organico e determinanti, invece, nell’erosione dei diritti
dei lavoratori e nel dividere la categoria.

La riduzione del'orario scolastico, l'aumento degli alunni per classe, la eliminazione delle compresenze, l'impossibilità delle attività laboratoriali e dei progetti, il taglio ai finanziamenti della scuola hanno causato la dequalificazione della professione docente e dell'offerta formativa che verrà completata con la riforma degli istuti tecnici / professionali e dei licei

Il taglio del personale Ata ha creato gravi difficoltà alla gestione e funzionamento della scuola con forti danni alla qualità della vita scolastica

Il caos generato in maniera che appare
oggi quasi mirato nel campo del reclutamento rappresenta la premessa
essenziale per l’attuazione del DDL Aprea, con la trasformazione
delle scuole in fondazioni, il potere di nomina e licenziamento
totalmente rimesso nelle mani dei dirigenti scolastici, la
distruzione della democrazia nelle scuole mediante la
neutralizzazione degli organi collegiali e la promozione di un merito
definito in termini gerarchici e aziendalistici.

Al contrario noi riteniamo che la
qualità della scuola e dell’istruzione pubblica sia incompatibile
con una condizione di precarietà permanente, con il tentativo di
annientare la libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione,
con la continua sottrazione di risorse professionali ed economiche
all’intero settore della formazione e della conoscenza.

Per questo motivo chiediamo:



  • Il ritiro dei tagli alla scuola
    previsti dalla legge 133/2008 e un consistente investimento di
    risorse per la scuola pubblica statale ;



  • il ritiro della riforma degli istituti tecnici e professionali e dei licei

  • Il ritiro del disegno di legge
    Aprea

  • Il ripristino delle compresenze
    nella scuola elementare e la valorizzazione del tempo pieno;

  • Un piano di assunzione a tempo
    indeterminato di tutte/i le/i precarie/i della scuola;

  • La non conversione in legge del
    decreto cd. “salvaprecari”;

  • Le dimissioni del ministro
    Gelmini.
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Messaggio Da Antonino Buonamico Ven Ott 30, 2009 8:51 am

Aggiungerei il ritorno all'orario precedente nella scuola secondaria di primo grado, che ha determinato un taglio consistente delle cattedre di lettere ed educazione tecnica.
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Messaggio Da Emma Giannì Ven Ott 30, 2009 12:38 pm

Lavoriamo per modificare questa piattaforma


PIATTAFORMA DELLA RETE NAZIONALE PRECARI della SCUOLA.

La Rete nazionale precari della scuola rifiuta ogni tentativo di ridimensionamento della gestione statale dell’istruzione pubblica, che snatura la scuola statale nella sua funzione costituzionale del superamento delle differenze di sesso, religione, lingua, condizioni psico-fisiche e sociali.
Il sistema pubblico è il solo ad essere aperto a tutti, caratterizzato dalla libertà di insegnamento e dal pluralismo; esso è il solo modello che, se ben finanziato, può rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono l'eguaglianza dei cittadini. Questa funzione di emancipazione della scuola è stata notevolmente ridimensionata dalle politiche di tagli alle risorse destinate all’istruzione pubblica negli ultimi anni, in particolare con l’ultima manovra finanziaria della legge 133 (articolo 64). La piena attuazione dell’uguaglianza sostanziale richiede che sia assicurato a tutti i cittadini il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo personale e della partecipazione sociale, e ha come passaggio obbligato e ineliminabile la tutela di quanti abbiano minori possibilità culturali ed economiche.
La funzione principale che la scuola è chiamata a svolgere dalla Costituzione non è semplicemente quella di valorizzare gli alunni più meritevoli, ma di rendere possibile a tutti, compresi gli alunni più svantaggiati, la partecipazione attiva alla vita della scuola e successivamente della società. Invece, operazioni quali la reintroduzione del maestro unico, figura superata da decenni, cancellano anni di sperimentazione didattica e pedagogica basati sulla condivisione di responsabilità tra docenti e sugli approfondimenti disciplinari a favore del potenziamento, del recupero e dell’integrazione degli alunni.
“La promozione di una piena concorrenza tra istituzioni scolastiche” (PDL Aprea) che vede in competizione scuole pubbliche tra loro e scuole pubbliche con scuole private è alla base di un processo di destrutturazione del sistema dell’istruzione statale, che si sta evidenziando in maniera crescente. Il ridimensionamento del corpo docenti, l’aumento degli alunni per classe, la riduzione dell’orario d’insegnamento, l’accorpamento delle classi di concorso, la proposta di nuove forme di reclutamento (chiamate dirette dei dirigenti scolastici) e il ritorno del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, vanno di pari passo con una politica di attribuzione delle risorse modulate in funzione della capacità di ogni scuola di attrarre il maggior numero di studenti. La funzione emancipatrice della scuola viene condizionata da una logica prevalentemente mercantile dove il preside da primus inter pares, sottoposto alla volontà collettiva degli organi collegiali, diviene come dirigente scolastico un amministratore completamente assorbito dalla spasmodica ricerca di finanziamenti esterni tendenzialmente ridotti nel numero e nell’entità. La proposta d’introduzione delle fondazioni di diritto privato all’interno del consiglio d’amministrazione delle scuole e la conseguente riduzione della rappresentanza dei docenti non è altro che una conseguenza della riduzione dei fondi pubblici e della loro diseguale distribuzione. La paventata competizione tra scuola pubblica e privata si riduce, nei fatti, in una “privatizzazione” della scuola pubblica e dei rapporti di lavoro che in essa si esplicano.
Come insegnanti precari siamo direttamente sottoposti alla mannaia dei tagli. Qualora mantenessimo saltuariamente il nostro posto di lavoro ci troveremmo ad operare in una scuola nella quale i nostri diritti verrebbero ancor più calpestati: l’assunzione diretta da parte dei dirigenti scolastici alimenta quelle tendenze all’arbitrio ed alla mancanza di regole nell’assunzione che già oggi, in alcuni casi appaiono latenti. Quale libertà d’insegnamento ci potrà essere in una scuola nella quale un dirigente scolastico, rafforzato nel suo potere rispetto ad organi collegiali ridimensionati, viene pesantemente condizionato dalle direttive indicate dalle fondazioni private?
La combinazione di autoritarismo all’interno e di mercantilismo e subalternità verso le fondazioni all’esterno sviliscono la qualità della didattica, la scuola come fattore di partecipazione collettiva e di elaborazione di un sapere critico e, quindi, di uno sviluppo sociale ed intersoggettivo della persona.
La modificazione dello stato giuridico del docente, accompagnato dalla riduzione del livello della contrattazione nazionale rispetto a quella regionale e d’istituto elimineranno, di fatto, una reale rappresentanza delle RSU nelle scuole. A ciò si accompagna una stratificazione gerarchica delle varie figure di docente (iniziale, ordinario, esperto) la quale fa presagire una futura condizione di cannibalismo e di progressiva erosione di diritti e la ricattabilità continua nei confronti dell’intero corpo docente. La nostra condizione di precarietà verrà, di fatto, estesa all’insieme dei lavoratori della scuola, eliminando la condizione di pariteticità e cooperazione tra insegnanti, che è la migliore garanzia di qualità ed efficienza nel sistema dell’istruzione.
Dietro le roboanti proclamazioni di meritocrazia e lotta ai fannulloni si nasconde un modello di società fondato sulla miope esaltazione dell’individuo decontestualizzato che si traduce, nei fatti, nella svalutazione delle qualità personali e nella conseguente valorizzazione del servilismo, della continua ricerca dell’ambizione individuale e del clientelismo. L’attacco che riceviamo immediatamente come insegnanti precari si connette, quindi, organicamente con l’attacco che stanno subendo gli insegnanti di ruolo, il personale ATA, gli studenti medi ed universitari e, più in generale, l’intero comparto dell’istruzione e del complessivo mondo del lavoro. L’alleanza tra noi è posta nei fatti.
La lotta in difesa della scuola pubblica e della qualità dell’insegnamento, la capacità di emancipazione sociale che la contraddistingue sono direttamente collegate con la difesa dei diritti dei lavoratori che in essa operano, con l’estensione del principio di collegialità tra le sue componenti contro ogni logica di autoritarismo. Contrastiamo radicalmente la logica che scaturisce dall’articolo 64 della legge 133, dalla legge 169 e dal PDL Aprea e, soprattutto in virtù della nostra condizione di precari, rifiutiamo l’impianto complessivo della riforma della scuola e dell’Università.
La possibilità di ottenere dei risultati passa attraverso la nostra autorganizzazione, la costruzione di un movimento unitario di insegnanti precari all’interno del più ampio movimento in difesa dell’istruzione pubblica.

Le nostre richieste più immediate, che sottoponiamo alla discussione di tutte le componenti del precariato della scuola e dell’università, sono le seguenti:

- Abrogazione dell’ articolo 64 e 66 della legge 133 e della legge 169
- ABROGAZIONE DEI COMMI: 411 punto d) 413, 414 dell'art.2 della L.244/07
- Ritiro della Proposta di legge “Aprea”
- Aumento dei fondi destinati all’istruzione statale.
- Ripristino della pluralità docente e attuazione integrale del tempo pieno e modulare garantito nello stesso modo in tutte le regioni e finanziato dalla fiscalità generale
- Difesa dell’organico esistente docente e personale ATA
- Stabilizzazione dei 142.000 posti assegnati a livello nazionale dai vari CSA provinciali attraverso la trasformazione dell’organico di fatto in ruolo
- Stabilizzazione dell’organico di fatto del personale.
- Diminuzione degli alunni medi per classe nel rispetto dei parametri stabiliti per legge, condizionanti l’agibilità delle aule e dei laboratori scolastici, e in considerazione della presenza di alunni disabili, così come espresso nel Parere della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati sul Piano programmatico, approvato il 27/11/2008.
- Aumento del rapporto tra il numero degli insegnanti di sostegno e quello degli alunni diversamente abili
- Sblocco del turn over sostituendo tutti gli insegnanti in pensionamento.
- “ripulire” le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo (quindi, non più precari) al fine di capire il reale numero dei precari storici;
- Abrogazione della modifica del Titolo V della Costituzione che trasferendo le competenze dallo Stato alle regioni, province e comuni nega il principio costituzionale secondo il quale la scuola privata e confessionale è garantita senza oneri per lo Stato (nel rispetto dell’articolo 33 della costituzione).
- Applicazione nelle scuole private e paritarie delle condizioni contrattuali e delle modalità di reclutamento vigenti per i lavoratori delle scuole statali.
- Rafforzamento del potere degli organi collegiali all’interno della scuola e della loro funzione decisionale.
- parità di diritti e doveri tra personale a tempo indeterminato e personale a tempo determinato.
- Assegnazione di tutte le cattedre intere e frazionate tramite graduatorie ad esaurimento.
- No al ridimensionamento dei Centri Territoriali Permanenti, che comporta una riduzione delle cattedre con la conseguente congestione delle graduatorie.

Rete nazionale precari della scuola
http://retedocentiprecari.blogspot.com/

Allegati alla piattaforma.

Vengono qui raccolte le principali proposte di articolazione della piattaforma, emerse durante il dibattito dell’assemblea del 30 novembre e sostanzialmente condivise.

• l’assunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola, come richiesta della piattaforma. Rifiutiamo qualsiasi forma di prolungamento delle durate degli incarichi a tempo determinato, come quella di triennalizzare i contratti.
• l’equiparazione tra docenti di ruolo e docenti precari del punteggio derivante da servizio effettivamente prestato e dei diritti sul luogo di lavoro;
• la revisione dei criteri di formazione e di utilizzazione delle graduatorie di circolo e di istituto, per ottenere un ampliamento del numero di scuole disponibili, secondo due possibilità: graduatoria di circolo e di istituto unica provinciale, divisa in tre fasce; oppure, secondo il modello tuttora vigente, la scelta delle scuole potrebbe essere lasciata ai docenti (ma in numero più elevato rispetto a oggi - minimo 30) e ogni istituto, una volta esaurita la propria graduatoria di prima fascia, dovrebbe essere obbligato a utilizzare le graduatorie di prima fascia di tutti i circoli e gli istituti della provincia, per poi passare, secondo le stesse modalità, alla seconda e terza fascia.
• esaurire le graduatorie di prima fascia (docenti inseriti nella graduatoria ad esaurimento provinciale) di tutti i circoli ed istituti della provincia per poi convocare i docenti inseriti nelle graduatorie di seconda (abilitati) e terza fascia (non abilitati); dunque, tutte le istituzioni scolastiche, una volta esaurita la graduatoria interna di prima fascia dovranno attingere alle stesse dei circoli e/o istituti viciniori;
• “ripulire” le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo, compresi i docenti delle scuole private, al fine di capire il reale numero dei precari storici;
• vietare ai docenti già di ruolo di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento in altre province (alternativa per loro in mancanza di trasferimento e danno per i precari).
• rispettare il numero di 20 alunni per classe laddove vi è iscritto un alunno diversamente abile.


Rete nazionale precari della scuola


Ultima modifica di alta-Emma Giannì il Ven Ott 30, 2009 1:05 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da didier Ven Ott 30, 2009 3:04 pm

Secondo me una piattaforma tecnica dovrebbe contenere anche gli articoli e la legge dove si sono promulgate le riforme, dimostra che abbiamo competenza in materia.

Noi a Ct abbiamo tutta una serie di richieste cha ha fatto il personale ATA.

Questa piattaforma la trovo un po generica. Su un altro topic c'è la vecchia piattafforma della rete che secondo me è più tecnica.

Dovremmo lavorare su quella.
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Messaggio Da Emma Giannì Ven Ott 30, 2009 3:23 pm

ho unito i due argomenti.
Didier si riferisce alla bozza di Roma
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Messaggio Da donatello d'arcangelo Ven Ott 30, 2009 8:06 pm

mi sembra che abbiamo la necessità di definire in tempi brevi la piattaforma (entro lunedì).
Quindi, come ho proposto nell'assemblea del 23, la settimana prossima convocare un tavolo (mercoledì al massimo giovedì) con tutti i sindacati (dai sindacati di base alla Cgil) proponendo la nostra piattaforma, decidendo con loro i tempi della mobilitazione, anche perchè il 4 dicembre a ridosso del no berlusconi day rischiamo di fare un casino. quindi la proposta è quella di andare verso l'11 dic. in ogni caso sara conveniente decidere il percorso insieme, ripeto sulla base della nostra piattaforma, e quindi lanciare lo sciopero con una conferenza stampa nazionale con chi aderisce alla piattaforma . Mi pare che se procediamo in questo modo otteniamo 2 risultati importanti ossai
1) mantere intatta l'autonomia del movimento, visto che le eventuali allenze devono esser fatte sulla base di una proposta e con chi ci sta e senza pregiudiziali
2) la possibilità di indire uno sciopero che sia partecipato, cosa che in questo momento non siamo in grado ne di garantire ne di sostenere, che abbia anche un impatto politico e mediatico considerevole. Va tenuto conto del contesto delicatissimo dentro il quale ci stiamo muovendo e credo sia importante costruire dei percorsi unitario che ci garantisca spazi di agibiltà (pur restando sulle nostre specificità di lavoratori della scuola) evitando il pericolo di rinchiuderci in un recinto corporativo dal quale sarebbe poi difficile uscire.

Sarebbe secondo me opportuno in relazione alla piattaforma:
fare attenzione alla questione dei disabili ( contattare le associazioni a livello nazionale e farle partecipi del percorso e perchè no nella costruzione della manifestazione)
mi sembra anche opportuno a questo punto e considerendo che in consiglio dei ministri la riforma dell'università, includere anche il movimento studentesco e dei ricercatoeri precari.
scusate la prolissità ... un abraccio a tuttin e buon lavoro
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Messaggio Da francedima Ven Ott 30, 2009 9:04 pm

donatello d'arcangelo ha scritto:mi sembra che abbiamo la necessità di definire in tempi brevi la piattaforma (entro lunedì).
Quindi, come ho proposto nell'assemblea del 23, la settimana prossima convocare un tavolo (mercoledì al massimo giovedì) con tutti i sindacati (dai sindacati di base alla Cgil) proponendo la nostra piattaforma, decidendo con loro i tempi della mobilitazione, anche perchè il 4 dicembre a ridosso del no berlusconi day rischiamo di fare un casino. quindi la proposta è quella di andare verso l'11 dic. in ogni caso sara conveniente decidere il percorso insieme, ripeto sulla base della nostra piattaforma, e quindi lanciare lo sciopero con una conferenza stampa nazionale con chi aderisce alla piattaforma . Mi pare che se procediamo in questo modo otteniamo 2 risultati importanti ossai
1) mantere intatta l'autonomia del movimento, visto che le eventuali allenze devono esser fatte sulla base di una proposta e con chi ci sta e senza pregiudiziali
2) la possibilità di indire uno sciopero che sia partecipato, cosa che in questo momento non siamo in grado ne di garantire ne di sostenere, che abbia anche un impatto politico e mediatico considerevole. Va tenuto conto del contesto delicatissimo dentro il quale ci stiamo muovendo e credo sia importante costruire dei percorsi unitario che ci garantisca spazi di agibiltà (pur restando sulle nostre specificità di lavoratori della scuola) evitando il pericolo di rinchiuderci in un recinto corporativo dal quale sarebbe poi difficile uscire.

Sarebbe secondo me opportuno in relazione alla piattaforma:
fare attenzione alla questione dei disabili ( contattare le associazioni a livello nazionale e farle partecipi del percorso e perchè no nella costruzione della manifestazione)
mi sembra anche opportuno a questo punto e considerendo che in consiglio dei ministri la riforma dell'università, includere anche il movimento studentesco e dei ricercatoeri precari.
scusate la prolissità ... un abraccio a tuttin e buon lavoro

Salve a tutt*,
le proposte di Donatello mi trovano assolutamente d'accordo.
a Firenze ci siamo riunite/i ieri, e anche nella nostra discussione è
emersa qualche perlessità sulla data del 4 per la coincidenza col
no-Berlusconi day, e, sinceramente, anche per i tempi un po' stretti.
Contestualmente, l'uscita della riforma dell'Università e la mobilitazione conseguente, che speriamo si allarghi il più possibile, costituiscono per noi un'occasione fondamentale per creare dei legami e delle solidarietà indispensabili.
Quindi anche per noi,
sì a tavolo con i sindacati sulla ns piattaforma +conferenza stampa ENTRO LA METà DELLA PROX SETTIMANA
sì all'apertura al movimento universitario e agli altri soggetti
Quindi, domenica sera la piattaforma dovrebbe essere pronta. Mi offro per contribuire anhe se confesso che oggi non ho avuto tempo per leggere quanto è già stato scritto, ho solo 'buttato un occhio'. Domani, però..

Al lavoro, al lavoro, lo sciopero incombe!
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Messaggio Da antonella vaccaro Ven Ott 30, 2009 10:12 pm

la proposta di donatello mi pare ottima

convocare un tavolo con i sindacati è una splendida idea.

allora esprimiamoci sulla piattaforma in modo che poi possiamo convocare il tavolo
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Messaggio Da didier Ven Ott 30, 2009 11:05 pm

donatello d'arcangelo ha scritto:mi sembra che abbiamo la necessità di definire in tempi brevi la piattaforma (entro lunedì).
Quindi, come ho proposto nell'assemblea del 23, la settimana prossima convocare un tavolo (mercoledì al massimo giovedì) con tutti i sindacati (dai sindacati di base alla Cgil) proponendo la nostra piattaforma, decidendo con loro i tempi della mobilitazione, anche perchè il 4 dicembre a ridosso del no berlusconi day rischiamo di fare un casino. quindi la proposta è quella di andare verso l'11 dic. in ogni caso sara conveniente decidere il percorso insieme, ripeto sulla base della nostra piattaforma, e quindi lanciare lo sciopero con una conferenza stampa nazionale con chi aderisce alla piattaforma . Mi pare che se procediamo in questo modo otteniamo 2 risultati importanti ossai
1) mantere intatta l'autonomia del movimento, visto che le eventuali allenze devono esser fatte sulla base di una proposta e con chi ci sta e senza pregiudiziali
2) la possibilità di indire uno sciopero che sia partecipato, cosa che in questo momento non siamo in grado ne di garantire ne di sostenere, che abbia anche un impatto politico e mediatico considerevole. Va tenuto conto del contesto delicatissimo dentro il quale ci stiamo muovendo e credo sia importante costruire dei percorsi unitario che ci garantisca spazi di agibiltà (pur restando sulle nostre specificità di lavoratori della scuola) evitando il pericolo di rinchiuderci in un recinto corporativo dal quale sarebbe poi difficile uscire.

Sarebbe secondo me opportuno in relazione alla piattaforma:
fare attenzione alla questione dei disabili ( contattare le associazioni a livello nazionale e farle partecipi del percorso e perchè no nella costruzione della manifestazione)
mi sembra anche opportuno a questo punto e considerendo che in consiglio dei ministri la riforma dell'università, includere anche il movimento studentesco e dei ricercatoeri precari.
scusate la prolissità ... un abraccio a tuttin e buon lavoro

Sulla questione dei disabili ho materiale a bizzeffe. Pensa invece che c'è qualcuno che ritiene la questione dei disabili un tema troppo particolare Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin
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Messaggio Da Ospite Sab Ott 31, 2009 12:20 am

ddr67 ha scritto:Sulla questione dei disabili ho materiale a bizzeffe. Pensa invece che c'è qualcuno che ritiene la questione dei disabili un tema troppo particolare Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin
Didier, poi dici che non è vero che sei polemico! Laughing Laughing Laughing
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Messaggio Da ldonofri Sab Ott 31, 2009 10:53 am

Tutto bene, ma non dimentichiamo:

1) Immissione in ruolo da subito di tutti il personale docente abilitato a condizione che negli ultimi 5 anni hanno maturato almeno 3 anni di servizio prestato nella scuola per orario non inferiore alla metà dell’obbligo



2) parificazione dei diritti degli insegnanti della scuola pubblica al fine di evitare ingiustificate discriminazioni tra gli insegnanti di religione, che attualmente godono di un trattamento privilegiato, e gli insegnanti di tutte le altre discipline, sia di ruolo che precari.. Soltanto gli insegnanti di religione precari (con contratto a tempo determinato) maturano scatti stipendiali e di anzianità.



3) Revisione della normativa riguardante la mobilità del personale sia provinciale che interprovinciale



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Messaggio Da didier Sab Ott 31, 2009 11:29 am

gialov ha scritto:
ddr67 ha scritto:Sulla questione dei disabili ho materiale a bizzeffe. Pensa invece che c'è qualcuno che ritiene la questione dei disabili un tema troppo particolare Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin
Didier, poi dici che non è vero che sei polemico! Laughing Laughing Laughing
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Beh dai.... una piccolo disappunto per una questione da troppi ritenuta interesse di parte, interessi solo dei colleghi di sostegno, quando invece, non solo riguarda tutti gli ordini di scuola, ma è anche una questione di civiltà.

Se poi avessi detto che c'è qualcuno che vorrebbe eliminare i diversamente abili e con loro tutti gli insegnanti di sostegno che sono una massa di fannulloni, allora avresti avuto ragionissima.

Un po di critica è il sale della democrazia......sai che palle ad essere sempre tutti d'accrdo Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin
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Messaggio Da mariapia Sab Ott 31, 2009 5:24 pm

purtroppo oggi non ho molto tempo da dedicare al forum.....perchè sto andando alla manifestazione anti Cammarata di Palermo.
Sono pienamente d'accordo nel convocare un tavolo sindacale.
Per quanto riguarda lo sciopero perchè non proponiamo la data del 12 dicembre.....per rivivere lo sciopero generale della CGIL dell'anno scorso....quando gli altri sindacati la lasciarono da sola a correre?
Molti di noi a Palermo scioperarono quel giorno....parlai come docente precaria dal Palco della CGIL .....non ero neanche una iscritta ....dove fu un'impresa salire....senza preavviso.
Mi rivolsi agli operai che erano nella piazza.......per dire che la LOTTA si fa INSIEME.

Dovrebbero PENTIRSI gli altri sindacati di aver LASCIATO SOLI non la CGIL ma I LAVORATORI
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Messaggio Da Antonino Buonamico Sab Ott 31, 2009 5:27 pm

Ho un ricordo triste del 12 dicembre. La partecipazione fu davvero scarsa. Dopo il 17 ottobre e soprattutto il 30 ottobre, la gente era stanca di scioperare anche perché non si fidava più dei sindacati.


Ultima modifica di Antonino Buonamico il Sab Ott 31, 2009 5:40 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da didier Sab Ott 31, 2009 5:36 pm

mariapia ha scritto:purtroppo oggi non ho molto tempo da dedicare al forum.....perchè sto andando alla manifestazione anti Cammarata di Palermo.
Sono pienamente d'accordo nel convocare un tavolo sindacale.
Per quanto riguarda lo sciopero perchè non proponiamo la data del 12 dicembre.....per rivivere lo sciopero generale della CGIL dell'anno scorso....quando gli altri sindacati la lasciarono da sola a correre?
Molti di noi a Palermo scioperarono quel giorno....parlai come docente precaria dal Palco della CGIL .....non ero neanche una iscritta ....dove fu un'impresa salire....senza preavviso.
Mi rivolsi agli operai che erano nella piazza.......per dire che la LOTTA si fa INSIEME.

Dovrebbero PENTIRSI gli altri sindacati di aver LASCIATO SOLI non la CGIL ma I LAVORATORI

Manco fosse una commemorazione Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin
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Messaggio Da mariafortino Sab Ott 31, 2009 6:03 pm

18 e 19 per cortesia no che abbiamo il no ponte a reggio.
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Messaggio Da antonella vaccaro Sab Ott 31, 2009 6:18 pm

maria stvamo valutando l'11 giusto una settimana in più e per evitare di essere oscurati dal no berluscono day

che ne pensi??
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Messaggio Da manuel Sab Ott 31, 2009 8:05 pm

anche io non dimenticherei quel che dice il donofrio

anche se non sono d'accordo di chiedere ai sindacati di fare lo sciopero
mobilitimoci noi piuttosto... anche se in questo forum silavora solo per "chiedere" ai sindacati

il fatto che ci sia una piattaforma va bene: le rivendicazioni vanno messe per iscrritto, sono d'accordissimo

ma non siamo AUTONOMI nè radicali: dopo il 3 ottobre questo è un dato di fatto, tutti hanno capito che biamo bisogno di appoggio: un conto è conrrattare da posizionidi forza per conquistarlo un conto è "chiedere" sempre ai confederali

l'assemblea del 23 serviva solo per dare a loro una data di sciopero e
non per compattare il movimento
, molti lo hanno capito e si domandano
perchè debba essere così per la seconda volta dopo il 3 ottobre

se chiediamo ancora ai sindacati di fare quello che dovremmo fare noi...

al momento no ho proposte, lavoro per leggere la piattaforma e capire se va bene così o no
ma rifletto sui presupposti che ho soprascritto


ldonofri ha scritto:Tutto bene, ma non dimentichiamo:
1) Immissione in ruolo da subito di tutti il personale docente abilitato a condizione che negli ultimi 5 anni hanno maturato almeno 3 anni di servizio prestato nella scuola per orario non inferiore alla metà dell’obbligo
2) parificazione dei diritti degli insegnanti della scuola pubblica al fine di evitare ingiustificate discriminazioni tra gli insegnanti di religione, che attualmente godono di un trattamento privilegiato, e gli insegnanti di tutte le altre discipline, sia di ruolo che precari.. Soltanto gli insegnanti di religione precari (con contratto a tempo determinato) maturano scatti stipendiali e di anzianità.
3) Revisione della normativa riguardante la mobilità del personale sia provinciale che interprovinciale



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Messaggio Da mariapia Sab Ott 31, 2009 8:43 pm

scegliete qualunque data...per me va bene lo stesso...mi rimetto alla maggioranza.
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Messaggio Da Emanuele Sab Ott 31, 2009 11:04 pm

Per me la piattaforma iniziale generica va bene e sono anche d'accordo nell'invitare i sindacati ad uno sciopero unitario,
per la posizione ufficiale del MSP Milano, vi faccio sapere al più presto perchè non abbiamo avuto il tempo di riunirci,
ciao,
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Messaggio Da ldonofri Dom Nov 01, 2009 11:05 am

30/10/2009 Precari: Importante sentenza sull'illegittimità della reiterazione dei contratti a tempo determinato



http://www.gildanapoli.it/gildanews/2009/30_10/Comunicato%20ricorso.pdf
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Messaggio Da lucy Dom Nov 01, 2009 11:39 am

Così di primo acchito a me sembra più completa, anche se molto lunga, la piattaforma della rete nazionale precari della scuola. Forse sarebbe da accompagnare da un veloce volantino riassuntivo. Alcune parole d'ordine significative, ma per il momento non mi viene in mente niente.
Anche se forse, in virtù della ridondanza, una delle principali necessità di una comunicazione significativa, sarebbe meglio riprendere dei vecchi colantini.
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Messaggio Da antonella vaccaro Dom Nov 01, 2009 3:53 pm

manel nessuno dei 2 movimenti è del tutto autonomo
anche l'altro necessita di scioperi cobas

intanto noi ci stiamo mobilitando abbiamo un impegno il 6 che è del tutto automo

aderiremo, almeno noi, anche al posto fisso day
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Messaggio Da donatello d'arcangelo Dom Nov 01, 2009 5:58 pm

caro manuel,
l'autonomia e la radicalità la costruiamo insieme, costruendo percorsi iniziative con chi condivide le nostre posizioni, dando voce e gambe alla conflittualità diffusa sui territori e, quando ci sono le condizioni, stringendo alleanze con altre soggettività del mondo del lavoro,
non possiamo permetterci di non tener conto dei rapporti di forza... e di una strategia complessiva in relazione alla delicata situazione del paese e della crisi dei sindacati e dei partiti ormai autoreferenziali e lontani dal paese reale.
l'autonomia e la radicalità la costruiamo sul terreno del conflitto... e non come posizioni preconcette.. in questa situazione queste condizioni le poniamo in essere non le enunciamo... e non mi pare che ci manchino autonomia ne radicalità... teniamo nella giusta considerazione i rapporti di forza ... e forse noi non siamo, per ora così forti... è bene ricordarselo.
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Messaggio Da antonella vaccaro Dom Nov 01, 2009 8:30 pm

gianluca posso chiederti di fare ordine e postare la piattaforma con tutte le richieste fatte??

io mi perdo un po
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Messaggio Da Emma Giannì Dom Nov 01, 2009 8:42 pm

QUESTE LE MODIFICHE CHE ERANO STATE APPORTATE ALLA BOZZA DI ROMA
ROMA
Sciopero generale della scuola e manifestazione nazionale a Roma il 4 dicembre!

Il settore dell’istruzione pubblica sta vivendo un durissimo attacco da parte del Governo che con la Legge 133 attua 8 miliardi di euro di tagli al comparto della scuola pubblica e 1.5 miliardi a quello dell’Università nell’arco rispettivamente del triennio 2009-2012 e del quadriennio 2009-2013.

L’impatto dei tagli è devastante, con più di 150.000 licenziamenti nel solo settore della scuola pubblica ci troviamo di fronte al più grosso licenziamento di massa mai attuato nella storia della Repubblica.

Le scelte dell’attuale Governo si inseriscono però all’interno di un processo di lungo periodo che da almeno 15 anni si muove nella direzione della sottrazione di risorse economiche al settore della conoscenza e della formazione.
Basti pensare che la finanziaria del 2006 del Governo Prodi prevedeva per il triennio 2007-2009 tre miliardi di euro in meno di
finanziamenti alla scuola pubblica, mentre sul fronte opposto abbiamo visto crescere in modo esponenziale le risorse destinate alle scuole paritarie, tanto da passare dai 179 milioni di euro finanziati nel 2000 ai 520 milioni destinati al settore nell’ultima finanziaria
del Governo Berlusconi.

Scelte politiche ed economiche che denotano una profonda indifferenza nei confronti della qualità dell’istruzione e dell’offerta formativa della scuola pubblica, messa in ginocchio dalla mancanza di risorse e da un permanente stato di precarietà del reclutamento, al punto di poter affermare che oggi la precarietà nel settore scolastico, con oltre 200.000 insegnanti inseriti nelle graduatorie permanenti e un numero altrettanto considerevole di docenti neppure abilitati, è diventato elemento strutturale del settore della formazione.

Proprio il precariato si pone oggi come luogo topico in cui si esprimono le massime contraddizioni sociali e culturali del nostro Paese, con una precarietà che dal piano economico, lavorativo, contrattuale ed esistenziale si riversa su tutto il mondo della scuola e della cultura, tanto da generare una scuola “precaria” nell’offerta educativa, nel progetto culturale che esprime, priva di continuità didattica e di qualsivoglia organicità nelle attività extracurricolari che sviluppa, una scuola sempre più incapace di incidere nel contesto sociale in cui si inserisce in termini di integrazione e miglioramento delle prospettive di vita e di lavoro.

A fronte di un quadro di totale degrado pedagogico e culturale il Ministro Gelmini propaganda misure palliative come il “decreto salva precari” come strumento di risoluzione dell’emergenza sociale generata dai tagli del Governo, introducendo, nei fatti, ulteriori elementi di precarizzazione e flessibilità del lavoro. Assistiamo infatti all’applicazione di un modello contrattuale tipico del settore interinale e al declassamento della professione docente dal piano educativo a quello contenitivo. I contratti di disponibilità sono i nuovi progetti co.co.pro. della conoscenza, incapaci di incidere realmente sulla qualità dell’istruzione, indifferenti rispetto al bisogno di un ampliamento
dell’organico e determinanti, invece, nell’erosione dei diritti dei lavoratori e nel dividere la categoria.

Il caos generato in maniera che appare oggi quasi mirata nel campo del reclutamento rappresenta la premessa essenziale per l’attuazione del DDL Aprea, con la trasformazione delle scuole in fondazioni, il potere di nomina e licenziamento totalmente rimesso nelle mani dei dirigenti scolastici, la distruzione della democrazia nelle scuole mediante la neutralizzazione degli organi collegiali e la promozione di un merito definito in termini gerarchici e aziendalistici.

Al contrario noi riteniamo che la qualità della scuola e dell’istruzione pubblica sia incompatibile con una condizione di precarietà permanente, con il tentativo di annientare la libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione, con la continua sottrazione di risorse professionali ed economiche all’intero settore della formazione e della conoscenza.

Per questo motivo chiediamo:
*

Il ritiro dei tagli alla scuola previsti dalla legge 133/2008 e un consistente investimento di risorse per la scuola pubblica statale ;
*

Il ritiro del disegno di legge Aprea
*

Il ripristino delle compresenze nella scuola elementare e la valorizzazione del tempo pieno;
*

Un piano di assunzione a tempo indeterminato di tutte/i le/i precarie/i della scuola;
*

La non conversione in legge del decreto cd. “salvaprecari”;
*

Le dimissioni del ministro Gelmini.
Chiediamo a tutti i sindacati della scuola che condividono questa piattaforma di indire una giornata di sciopero per il quattro dicembre prossimo e di partecipare alla manifestazione nazionale della scuola promossa dai precari e dalle precarie.

Il Coordinamento Precari Scuola

PALERMO

per la scuola ex elementare...ormai si dice primaria ....aggiungerei che si chiede il "RITIRO" dell'obbligo per i neoassunti alla specializzazione in lingua inglese a "garanzia della qualità" di un insegnamento che prevede un percorso adeguato e una predisposizione personale.
Bisogna aggiungere qualcosa per il personale ATA.

TERNI

.........La riduzione del'orario scolastico, l'aumento degli alunni per classe, la eliminazione delle compresenze, l'impossibilità delle attività laboratoriali e dei progetti, il taglio ai finanziamenti della scuola hanno causato la dequalificazione della professione docente e dell'offerta formativa che verrà completata con la riforma degli istuti tecnici / professionali e dei licei

Il taglio del personale Ata ha creato gravi difficoltà alla gestione e funzionamento della scuola con forti danni alla qualità della vita scolastica......

.......
# il ritiro della riforma degli istituti tecnici e professionali e dei licei............

BARI

Aggiungerei il ritorno all'orario precedente nella scuola secondaria di primo grado, che ha determinato un taglio consistente delle cattedre di lettere ed educazione tecnica.
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Messaggio Da Emma Giannì Dom Nov 01, 2009 8:43 pm

alta-Emma Giannì ha scritto:


PIATTAFORMA DELLA RETE NAZIONALE PRECARI della SCUOLA.

La Rete nazionale precari della scuola rifiuta ogni tentativo di ridimensionamento della gestione statale dell’istruzione pubblica, che snatura la scuola statale nella sua funzione costituzionale del superamento delle differenze di sesso, religione, lingua, condizioni psico-fisiche e sociali.
Il sistema pubblico è il solo ad essere aperto a tutti, caratterizzato dalla libertà di insegnamento e dal pluralismo; esso è il solo modello che, se ben finanziato, può rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono l'eguaglianza dei cittadini. Questa funzione di emancipazione della scuola è stata notevolmente ridimensionata dalle politiche di tagli alle risorse destinate all’istruzione pubblica negli ultimi anni, in particolare con l’ultima manovra finanziaria della legge 133 (articolo 64). La piena attuazione dell’uguaglianza sostanziale richiede che sia assicurato a tutti i cittadini il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo personale e della partecipazione sociale, e ha come passaggio obbligato e ineliminabile la tutela di quanti abbiano minori possibilità culturali ed economiche.
La funzione principale che la scuola è chiamata a svolgere dalla Costituzione non è semplicemente quella di valorizzare gli alunni più meritevoli, ma di rendere possibile a tutti, compresi gli alunni più svantaggiati, la partecipazione attiva alla vita della scuola e successivamente della società. Invece, operazioni quali la reintroduzione del maestro unico, figura superata da decenni, cancellano anni di sperimentazione didattica e pedagogica basati sulla condivisione di responsabilità tra docenti e sugli approfondimenti disciplinari a favore del potenziamento, del recupero e dell’integrazione degli alunni.
“La promozione di una piena concorrenza tra istituzioni scolastiche” (PDL Aprea) che vede in competizione scuole pubbliche tra loro e scuole pubbliche con scuole private è alla base di un processo di destrutturazione del sistema dell’istruzione statale, che si sta evidenziando in maniera crescente. Il ridimensionamento del corpo docenti, l’aumento degli alunni per classe, la riduzione dell’orario d’insegnamento, l’accorpamento delle classi di concorso, la proposta di nuove forme di reclutamento (chiamate dirette dei dirigenti scolastici) e il ritorno del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, vanno di pari passo con una politica di attribuzione delle risorse modulate in funzione della capacità di ogni scuola di attrarre il maggior numero di studenti. La funzione emancipatrice della scuola viene condizionata da una logica prevalentemente mercantile dove il preside da primus inter pares, sottoposto alla volontà collettiva degli organi collegiali, diviene come dirigente scolastico un amministratore completamente assorbito dalla spasmodica ricerca di finanziamenti esterni tendenzialmente ridotti nel numero e nell’entità. La proposta d’introduzione delle fondazioni di diritto privato all’interno del consiglio d’amministrazione delle scuole e la conseguente riduzione della rappresentanza dei docenti non è altro che una conseguenza della riduzione dei fondi pubblici e della loro diseguale distribuzione. La paventata competizione tra scuola pubblica e privata si riduce, nei fatti, in una “privatizzazione” della scuola pubblica e dei rapporti di lavoro che in essa si esplicano.
Come insegnanti precari siamo direttamente sottoposti alla mannaia dei tagli. Qualora mantenessimo saltuariamente il nostro posto di lavoro ci troveremmo ad operare in una scuola nella quale i nostri diritti verrebbero ancor più calpestati: l’assunzione diretta da parte dei dirigenti scolastici alimenta quelle tendenze all’arbitrio ed alla mancanza di regole nell’assunzione che già oggi, in alcuni casi appaiono latenti. Quale libertà d’insegnamento ci potrà essere in una scuola nella quale un dirigente scolastico, rafforzato nel suo potere rispetto ad organi collegiali ridimensionati, viene pesantemente condizionato dalle direttive indicate dalle fondazioni private?
La combinazione di autoritarismo all’interno e di mercantilismo e subalternità verso le fondazioni all’esterno sviliscono la qualità della didattica, la scuola come fattore di partecipazione collettiva e di elaborazione di un sapere critico e, quindi, di uno sviluppo sociale ed intersoggettivo della persona.
La modificazione dello stato giuridico del docente, accompagnato dalla riduzione del livello della contrattazione nazionale rispetto a quella regionale e d’istituto elimineranno, di fatto, una reale rappresentanza delle RSU nelle scuole. A ciò si accompagna una stratificazione gerarchica delle varie figure di docente (iniziale, ordinario, esperto) la quale fa presagire una futura condizione di cannibalismo e di progressiva erosione di diritti e la ricattabilità continua nei confronti dell’intero corpo docente. La nostra condizione di precarietà verrà, di fatto, estesa all’insieme dei lavoratori della scuola, eliminando la condizione di pariteticità e cooperazione tra insegnanti, che è la migliore garanzia di qualità ed efficienza nel sistema dell’istruzione.
Dietro le roboanti proclamazioni di meritocrazia e lotta ai fannulloni si nasconde un modello di società fondato sulla miope esaltazione dell’individuo decontestualizzato che si traduce, nei fatti, nella svalutazione delle qualità personali e nella conseguente valorizzazione del servilismo, della continua ricerca dell’ambizione individuale e del clientelismo. L’attacco che riceviamo immediatamente come insegnanti precari si connette, quindi, organicamente con l’attacco che stanno subendo gli insegnanti di ruolo, il personale ATA, gli studenti medi ed universitari e, più in generale, l’intero comparto dell’istruzione e del complessivo mondo del lavoro. L’alleanza tra noi è posta nei fatti.
La lotta in difesa della scuola pubblica e della qualità dell’insegnamento, la capacità di emancipazione sociale che la contraddistingue sono direttamente collegate con la difesa dei diritti dei lavoratori che in essa operano, con l’estensione del principio di collegialità tra le sue componenti contro ogni logica di autoritarismo. Contrastiamo radicalmente la logica che scaturisce dall’articolo 64 della legge 133, dalla legge 169 e dal PDL Aprea e, soprattutto in virtù della nostra condizione di precari, rifiutiamo l’impianto complessivo della riforma della scuola e dell’Università.
La possibilità di ottenere dei risultati passa attraverso la nostra autorganizzazione, la costruzione di un movimento unitario di insegnanti precari all’interno del più ampio movimento in difesa dell’istruzione pubblica.

Le nostre richieste più immediate, che sottoponiamo alla discussione di tutte le componenti del precariato della scuola e dell’università, sono le seguenti:

- Abrogazione dell’ articolo 64 e 66 della legge 133 e della legge 169
- ABROGAZIONE DEI COMMI: 411 punto d) 413, 414 dell'art.2 della L.244/07
- Ritiro della Proposta di legge “Aprea”
- Aumento dei fondi destinati all’istruzione statale.
- Ripristino della pluralità docente e attuazione integrale del tempo pieno e modulare garantito nello stesso modo in tutte le regioni e finanziato dalla fiscalità generale
- Difesa dell’organico esistente docente e personale ATA
- Stabilizzazione dei 142.000 posti assegnati a livello nazionale dai vari CSA provinciali attraverso la trasformazione dell’organico di fatto in ruolo
- Stabilizzazione dell’organico di fatto del personale.
- Diminuzione degli alunni medi per classe nel rispetto dei parametri stabiliti per legge, condizionanti l’agibilità delle aule e dei laboratori scolastici, e in considerazione della presenza di alunni disabili, così come espresso nel Parere della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati sul Piano programmatico, approvato il 27/11/2008.
- Aumento del rapporto tra il numero degli insegnanti di sostegno e quello degli alunni diversamente abili
- Sblocco del turn over sostituendo tutti gli insegnanti in pensionamento.
- “ripulire” le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo (quindi, non più precari) al fine di capire il reale numero dei precari storici;
- Abrogazione della modifica del Titolo V della Costituzione che trasferendo le competenze dallo Stato alle regioni, province e comuni nega il principio costituzionale secondo il quale la scuola privata e confessionale è garantita senza oneri per lo Stato (nel rispetto dell’articolo 33 della costituzione).
- Applicazione nelle scuole private e paritarie delle condizioni contrattuali e delle modalità di reclutamento vigenti per i lavoratori delle scuole statali.
- Rafforzamento del potere degli organi collegiali all’interno della scuola e della loro funzione decisionale.
- parità di diritti e doveri tra personale a tempo indeterminato e personale a tempo determinato.
- Assegnazione di tutte le cattedre intere e frazionate tramite graduatorie ad esaurimento.
- No al ridimensionamento dei Centri Territoriali Permanenti, che comporta una riduzione delle cattedre con la conseguente congestione delle graduatorie.

Rete nazionale precari della scuola
http://retedocentiprecari.blogspot.com/

Allegati alla piattaforma.

Vengono qui raccolte le principali proposte di articolazione della piattaforma, emerse durante il dibattito dell’assemblea del 30 novembre e sostanzialmente condivise.

• l’assunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola, come richiesta della piattaforma. Rifiutiamo qualsiasi forma di prolungamento delle durate degli incarichi a tempo determinato, come quella di triennalizzare i contratti.
• l’equiparazione tra docenti di ruolo e docenti precari del punteggio derivante da servizio effettivamente prestato e dei diritti sul luogo di lavoro;
• la revisione dei criteri di formazione e di utilizzazione delle graduatorie di circolo e di istituto, per ottenere un ampliamento del numero di scuole disponibili, secondo due possibilità: graduatoria di circolo e di istituto unica provinciale, divisa in tre fasce; oppure, secondo il modello tuttora vigente, la scelta delle scuole potrebbe essere lasciata ai docenti (ma in numero più elevato rispetto a oggi - minimo 30) e ogni istituto, una volta esaurita la propria graduatoria di prima fascia, dovrebbe essere obbligato a utilizzare le graduatorie di prima fascia di tutti i circoli e gli istituti della provincia, per poi passare, secondo le stesse modalità, alla seconda e terza fascia.
• esaurire le graduatorie di prima fascia (docenti inseriti nella graduatoria ad esaurimento provinciale) di tutti i circoli ed istituti della provincia per poi convocare i docenti inseriti nelle graduatorie di seconda (abilitati) e terza fascia (non abilitati); dunque, tutte le istituzioni scolastiche, una volta esaurita la graduatoria interna di prima fascia dovranno attingere alle stesse dei circoli e/o istituti viciniori;
• “ripulire” le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo, compresi i docenti delle scuole private, al fine di capire il reale numero dei precari storici;
• vietare ai docenti già di ruolo di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento in altre province (alternativa per loro in mancanza di trasferimento e danno per i precari).
• rispettare il numero di 20 alunni per classe laddove vi è iscritto un alunno diversamente abile.


Rete nazionale precari della scuola


ABBRUZZO

Sarebbe secondo me opportuno in relazione alla piattaforma:
fare attenzione alla questione dei disabili ( contattare le associazioni a livello nazionale e farle partecipi del percorso e perchè no nella costruzione della manifestazione)
mi sembra anche opportuno a questo punto e considerendo che in consiglio dei ministri la riforma dell'università, includere anche il movimento studentesco e dei ricercatoeri precari.


AVELLINO

1) Immissione in ruolo da subito di tutti il personale docente abilitato a condizione che negli ultimi 5 anni hanno maturato almeno 3 anni di servizio prestato nella scuola per orario non inferiore alla metà dell’obbligo



2) parificazione dei diritti degli insegnanti della scuola pubblica al fine di evitare ingiustificate discriminazioni tra gli insegnanti di religione, che attualmente godono di un trattamento privilegiato, e gli insegnanti di tutte le altre discipline, sia di ruolo che precari.. Soltanto gli insegnanti di religione precari (con contratto a tempo determinato) maturano scatti stipendiali e di anzianità.



3) Revisione della normativa riguardante la mobilità del personale sia provinciale che interprovinciale


UDINELucia
Così di primo acchito a me sembra più completa, anche se molto lunga, la piattaforma della rete nazionale precari della scuola. Forse sarebbe da accompagnare da un veloce volantino riassuntivo. Alcune parole d'ordine significative, ma per il momento non mi viene in mente niente.
Anche se forse, in virtù della ridondanza, una delle principali necessità di una comunicazione significativa, sarebbe meglio riprendere dei vecchi colantini.


Ultima modifica di alta-Emma Giannì il Dom Nov 01, 2009 8:54 pm - modificato 4 volte.
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Messaggio Da antonella vaccaro Dom Nov 01, 2009 8:45 pm

emma questa che hai postato x ultima è quella aggiornata con tutte le rettifiche???
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Messaggio Da Emma Giannì Dom Nov 01, 2009 8:47 pm

DAMMI IL TEMPO
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Messaggio Da FrancescoLoc Dom Nov 01, 2009 8:48 pm

Credo che dovremmo rinviare la discussione sulla piattaforma generale del Coordinamento ad un altro momento (magari un seminario, come avevamo pensato il 15 luglio?). Ora ci serve una piattaforma per indire una giornata di mobilitazione e sciopero, che parli non solo ai precari ma anche agli studenti, ai docenti di ruolo, al personale ATA e alla società civile in generale. Eviterei quindi di inserire punti troppo particolari. Credo che le proposte di aggiunta e modifica della bozza del cps roma siano tutte accoglibili, compreso un passaggio sul sostegno da inserire nel cappello introduttivo. Se però cominciamo a ridiscutere tutta la piattaforma generale del Coordinamento a partire dalla vecchia bozza della rete non ne usciamo più. Vi proporrei quindi di continuare ad integrare la prima bozza in questo topic, se ci sono mancanze fondamentali, e di chiudere la discussione entro un paio di giorni.

Sulla questione dello spostamento della data dal 4 all'11, non
mi sembra un buon metodo ridiscutere via internet quello che era stato
deciso in assemblea, comunque il CPS Roma si esprimerà domani sera ed accetterà la
decisione della maggioranza dei coordinamenti, ovviamente. Non sarebbe
comunque il caso di predisporre una consultazione sul forum dei coordinatori, come quella che si fece per il percorso del 3 ottobre?
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Messaggio Da Emma Giannì Dom Nov 01, 2009 8:59 pm

trovate la bozza di Roma e la piattaforma della rete,entrambe con gli interventi
Se siete daccordo leviamo tutto quelllo che precede oppure sposto ......
questo perchè non riuscite a lasciare un argomento TECNICO Evil or Very Mad Wink
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Messaggio Da didier Dom Nov 01, 2009 9:12 pm

L'abolizione del rapporto di un insegnante di sostegno ogni due alunni diversamente abili ed il ripristino delle deroghe per l'assegnazione di ore aggiuntive non dovrebbe essere messo solo nel cappello ma inserito nei punti.

Questo chiedono tutte le famiglie degli alunni diversamente abili d'italia per non essere costrette a spendere dei soldi con i ricorsi per far valere i diritti dei propri figli.

A titolo personale:
Io non metterei le dimissioni della Gelmini in quanto inutili e anche perchè darebbe la scusa alla ministra per rifiutare un tavolo di confronto.

Sono anche daccordo per uscire con una piattaforma snella per il 4 o 11 diocembre, ma è necessario porre fin d'ora la questione per una riflessione serena per scrivere una piattaforma programmatica tecnica precisa con più punti da presentare per i prossimi appuntamenti.
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Messaggio Da Antonino Buonamico Dom Nov 01, 2009 10:56 pm

Credo anch'io che dobbiamo decidere la piattaforma entro un paio di giorni, e poi chiedere subito lo sciopero. Credo che il sostegno debba entrare, si tratta di tagli per risparmiare risorse e che vanno non solo a danno di noi docenti precari, ma anche di tanti studenti diversamente abili e delle loro famiglie.
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Messaggio Da diego77 Dom Nov 01, 2009 11:30 pm

1) ritengo ottimo il livello di dibattito sulla costruzione della piattaforma.
daltronde, siamo dei secchioni, no??? Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_eek Contribuisci alla nuova Piattaforma CPS per lo sciopero Icon_biggrin
quindi, credo che è il caso di passare alla costruzione vera e propria dello sciopero, ovvero contattare le org.ni sindacali e coinvolgerle sulla NOSTRA piattaforma
2) è necessario considerare che in molti saremo impegnati per la costruzione della giornata del "no berlusconi day" del 5 dicembre...potremmo rimandare all'11 dicembre, no??
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Messaggio Da antonella vaccaro Dom Nov 01, 2009 11:58 pm

diego il contatto con le oo ss dovete prenderlo voi di roma

ragazzi esprimetevi sia sulla piattaforma che sull'undici in breve tempo x favore

non facciamoci anticipare
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Messaggio Da francedima Lun Nov 02, 2009 12:34 am

Salve a tutt*,
oggi a Firenze abbiamo fatto la prima assemblea regionale delle/dei precarie/i della scuola.
Abbiamo letto insieme le due piattaforme (Francesco e Mariapia, per intendersi), e ci è sembrato opportuno integrare anche quella più vecchia, perché rappresenta un livello di elaborazione molto alto che è giusto riproporre.
Sulla base delle nostre considerazioni, ho provato a fare un'integrazione dei due documenti, anche se forse l'assemblaggio ne è risultato un po' meccanico -alla Frankestein, insomma-
Comunque, io ve la attacco, di sicuro mancano le integrazioni su disabili e sostegno, che leggo ora e forse, nel copia-incolla, mi è saltato qualcosa, ergo, integrate o tagliate quello che non funziona.
Inoltre, ho introdotto l'uso del linguaggio sessuato, perché il cordinamento di Firenze -sapevatelo!- pullula di femministe Wink direttamente trasferitesi da un collettivo di donne e perché la sottolineatura dei generi è elemento di civiltà. Se me lo criticate, vi preannuncio che vi inviterò a leggervi l'intera bibliografia sull'argomento.
Ultimo, prima di lasciarvi alla piattaforma-monstrum, vi comunico che in Toscana abbiamo deciso di convocare anche un tavolo regionale con i sindacati sul tema dello sciopero in sostegno al CPS nazionale.
Se nel documento c'è qualche dimenticanza o incongruenza, perdonatemi, giuro che sono stanca
A presto
Francesca






PIATTAFORMA
DELLA RETE NAZIONALE PRECARI della SCUOLA.






Il settore dell’istruzione pubblica sta vivendo un durissimo attacco da parte
del Governo che con la Legge 133 attua 8 miliardi di euro di tagli al comparto
della scuola pubblica e 1.5 miliardi a quello dell’Università nell’arco
rispettivamente del triennio 2009-2012 e del quadriennio 2009-2013.
L’impatto dei tagli è devastante, con più di 150.000 licenziamenti nel solo
settore della scuola pubblica ci troviamo di fronte al più grosso licenziamento
di massa mai attuato nella storia della Repubblica.


Le
scelte dell’attuale Governo vengono a determinare il collasso del sistema
dell’istruzione pubblica, che appare però già indebolito da un lungo processo di
logoramento che da almeno 15 anni vede sottrarre

risorse economiche al settore della conoscenza e
della formazione



Basti pensare che la finanziaria del 2006 del
Governo Prodi prevedeva per il triennio 2007-2009 tre miliardi di euro in meno
di finanziamenti alla scuola pubblica, mentre sul fronte opposto abbiamo visto
crescere in modo esponenziale le risorse destinate alle scuole paritarie, tanto
da passare dai 179 milioni di euro finanziati nel 2000 ai 520 milioni destinati
al settore nell’ultima finanziaria del Governo Berlusconi. QUESTA PARTE IN ROSSO, CHE ESTRAE DAL CAPPELLO DUE FINANZIARIE SU 15, NON MI FA IMPAZZIRE per la forma, CHE ne DITE DI:




A colpi di
finanziarie i governi che si sono succeduti hanno sottratto fondi sempre maggiori alle scuole pubbliche
mentre è cresciuto esponenzialmente il finanziamento statale verso le private.


Si è trattato di scelte politiche ed economiche che hanno denotato una profonda
indifferenza nei confronti della qualità dell’istruzione e dell’offerta
formativa della scuola pubblica, messa in ginocchio dalla mancanza di risorse e
da un permanente stato di precarizzazione del reclutamento, al punto da poter
affermare che oggi la precarietà nel settore scolastico, con oltre 200.000
insegnanti inserite/i nelle graduatorie permanenti e un numero altrettanto
considerevole di docenti neppure abilitate/i, è diventato elemento strutturale
del settore della formazione.

La Rete nazionale precarie/i della scuola rifiuta ogni tentativo di
ridimensionamento della gestione statale dell’istruzione pubblica, che snatura
la scuola statale nella sua funzione costituzionale del superamento delle
differenze di sesso, religione, lingua, condizioni psico-fisiche e sociali.
Il sistema pubblico è il solo ad essere aperto a tutte e tutti, il solo ad essere caratterizzato dalla
libertà di insegnamento e dal pluralismo; ancora, esso è il solo modello che, se ben
finanziato, può rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che
impediscono l'eguaglianza delle cittadine e dei cittadini. Questa funzione di emancipazione della
scuola è stata notevolmente ridimensionata dalle politiche di tagli alle
risorse destinate all’istruzione pubblica negli ultimi anni, in particolare con
l’ultima manovra finanziaria della legge 133 (articolo 64). La piena attuazione
dell’uguaglianza sostanziale richiede che sia assicurato a tutte le cittadine e
a tutti i cittadini il raggiungimento
degli obiettivi dello sviluppo personale e della partecipazione sociale, e ha
come passaggio obbligato e ineliminabile la tutela di quante/i abbiano minori
possibilità culturali ed economiche.
La funzione principale che la scuola è chiamata a svolgere dalla Costituzione
non è semplicemente quella di valorizzare le studentesse e gli studenti più meritevoli, ma di
rendere possibile a tutte/i, compresi le/gli alunne/i più svantaggiate/i, la
partecipazione attiva alla vita della scuola e successivamente della società.
Invece, operazioni quali la reintroduzione del maestro unico, figura superata
da decenni, cancellano anni di sperimentazione didattica e pedagogica basati
sulla condivisione di responsabilità tra docenti e sugli approfondimenti
disciplinari a favore del potenziamento, del recupero e dell’integrazione delle alunne e degli
alunni.
“La promozione di una piena concorrenza tra istituzioni scolastiche” (PDL
Aprea) che vede in competizione scuole pubbliche tra loro e scuole pubbliche
con scuole private è alla base di un processo di destrutturazione del sistema
dell’istruzione statale, che si sta evidenziando in maniera crescente. Il
ridimensionamento del corpo docenti, l’aumento delle/degli alunne/i per classe, la
riduzione dell’orario d’insegnamento, l’accorpamento delle classi di concorso,
la proposta di nuove forme di reclutamento e il ritorno del maestro unico, il
taglio delle/degli insegnanti di sostegno, vanno di pari passo con una politica di
attribuzione delle risorse modulate in funzione della capacità di ogni scuola
di attrarre il maggior numero di studenti. La funzione emancipatrice della
scuola viene condizionata da una logica prevalentemente mercantile dove il
preside da primus inter pares, sottoposto alla volontà collettiva degli
organi collegiali, diviene come dirigente scolastico un amministratore
completamente assorbito dalla spasmodica ricerca di finanziamenti esterni
tendenzialmente ridotti nel numero e nell’entità. La proposta d’introduzione
delle fondazioni di diritto privato all’interno del consiglio d’amministrazione
delle scuole e la conseguente riduzione della rappresentanza dei docenti non è
altro che una conseguenza della riduzione dei fondi pubblici e della loro
diseguale distribuzione. La paventata competizione tra scuola pubblica e
privata si riduce, nei fatti, in una “privatizzazione” della scuola pubblica e
dei rapporti di lavoro che in essa si esplicano.
Come insegnanti precari siamo direttamente sottoposti alla mannaia dei tagli.
Qualora mantenessimo saltuariamente il nostro posto di lavoro ci troveremmo ad operare
in una scuola nella quale i nostri diritti verrebbero ancor più calpestati:
l’assunzione diretta da parte dei dirigenti scolastici alimenta quelle tendenze
all’arbitrio ed alla mancanza di regole nell’assunzione che già oggi, in alcuni
casi appaiono latenti. Quale libertà d’insegnamento ci potrà essere in una
scuola nella quale un dirigente scolastico, rafforzato nel suo potere rispetto
ad organi collegiali ridimensionati, viene pesantemente condizionato dalle
direttive indicate dalle fondazioni private?
La modificazione dello stato giuridico del docente, accompagnato dalla
riduzione del livello della contrattazione nazionale rispetto a quella
regionale e d’istituto elimineranno, di fatto, una reale rappresentanza delle
RSU nelle scuole. A ciò si accompagna una stratificazione gerarchica delle
varie figure di docente la quale fa presagire una futura condizione di
cannibalismo e di progressiva erosione di diritti e la ricattabilità continua
nei confronti dell’intero corpo docente. La nostra condizione di precarietà
verrà, di fatto, estesa all’insieme dei lavoratori della scuola, eliminando la
condizione di pariteticità e cooperazione tra insegnanti, che è la migliore
garanzia di qualità ed efficienza nel sistema dell’istruzione.
Dietro le roboanti proclamazioni di meritocrazia e lotta ai fannulloni si
nasconde un modello di società fondato sulla miope esaltazione dell’individuo
decontestualizzato che si traduce, nei fatti, nella svalutazione delle qualità
personali e nella conseguente valorizzazione del servilismo, della continua
ricerca dell’ambizione individuale e del clientelismo. L’attacco che riceviamo
immediatamente come insegnanti precarie/i si connette, quindi, organicamente con
l’attacco che stanno subendo le/gli insegnanti di ruolo, il personale ATA, le studentesse e gli
studenti medie/i ed universitarie/i e, più in generale, l’intero comparto
dell’istruzione e del complessivo mondo del lavoro. L’alleanza tra noi è posta
nei fatti.
La lotta in difesa della scuola pubblica e della qualità dell’insegnamento, la
capacità di emancipazione sociale che la contraddistingue sono direttamente
collegate con la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che in essa operano, con
l’estensione del principio di collegialità tra le sue componenti contro ogni
logica di autoritarismo. Contrastiamo radicalmente la logica che scaturisce
dall’articolo 64 della legge 133, dalla legge 169 e dal PDL Aprea e,
soprattutto in virtù della nostra condizione di precari, rifiutiamo l’impianto
complessivo della riforma della scuola e dell’Università.
A fronte di un quadro di totale degrado pedagogico e culturale il Ministro
Gelmini propaganda misure palliative come il “decreto salva precari” come
strumento di risoluzione dell’emergenza sociale generata dai tagli del Governo,
introducendo, nei fatti, ulteriori elementi di precarizzazione e
flessibilità del lavoro. Assistiamo infatti all’applicazione di un modello
contrattuale tipico del settore interinale e al declassamento della professione
docente dal piano educativo a quello contenitivo. I contratti di disponibilità
sono i nuovi progetti co.co.pro. della
conoscenza, incapaci di incidere realmente sulla qualità dell’istruzione,
indifferenti rispetto al bisogno di un ampliamento dell’organico e
determinanti, invece, nell’erosione dei diritti
dei lavoratori e nel dividere la categoria.

La riduzione dell'orario scolastico, l'aumento degli alunni per classe, la
eliminazione delle compresenze, l'impossibilità delle attività laboratoriali e
dei progetti, il taglio ai finanziamenti della scuola hanno causato la
dequalificazione della professione docente e dell'offerta formativa che verrà
completata con la riforma degli istuti tecnici / professionali e dei licei

Il taglio del personale Ata ha creato gravi difficoltà alla gestione e
funzionamento della scuola con forti danni alla qualità della vita scolastica

Il caos generato nel campo del reclutamento in maniera che appare
oggi quasi mirata, rappresenta la premessa essenziale per l’attuazione del DDL
Aprea, con la trasformazione delle scuole in fondazioni, il potere di nomina e
licenziamento totalmente rimesso nelle mani dei dirigenti scolastici, la distruzione
della democrazia nelle scuole mediante la
neutralizzazione degli organi collegiali e la promozione di un merito definito
in termini gerarchici e aziendalistici.





Al
contrario noi riteniamo che la qualità della scuola e dell’istruzione pubblica
sia incompatibile
con una condizione di precarietà permanente, con il tentativo di annientare la
libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione, con la continua
sottrazione di risorse professionali ed economiche all’intero settore della
formazione e della conoscenza.

Per questo motivo chiediamo:


  • Il
    ritiro dei tagli alla scuola
    previsti dalla legge 133/2008 e un consistente investimento di
    risorse per la scuola pubblica statale ;
  • il ritiro della riforma degli istituti tecnici e
    professionali e dei licei





  • Il ritiro del disegno di legge
    Aprea

  • Il ripristino delle compresenze
    nella scuola elementare e la valorizzazione del tempo pieno;

  • Un piano di assunzione a tempo
    indeterminato di tutte/i le/i precarie/i della scuola;

  • La non conversione in legge del
    decreto cd. “salvaprecari”;


Le dimissioni del ministro
Gelmini.
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Messaggio Da diego77 Lun Nov 02, 2009 12:36 am

relativamente al contatto con le org. sind.li provvederemo già dall'inizio della sett prox.
va delineata una piattaforma definitiva che consideri gli elementi qui dibattuti ma che confermi l'impianto "snello" di partenza.
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Messaggio Da didier Lun Nov 02, 2009 2:22 am

Continuo a pensare che una piattaforma di indizione di uno stato di mobilitazione debba contenere anche qualche contenuto di carattere tecnico, in modo da poter strappare anche qualcosa prima del tanto agognato ritiro dei tagli.
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Messaggio Da Emma Giannì Mar Nov 03, 2009 2:41 pm

la prossima settimana ad Agrigento abbiamo programmato un incontro con i rappresentanti sindacali.Mi piacerebbe portare la piattaforma
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Messaggio Da Brunello Arborio Mar Nov 03, 2009 3:18 pm

Credo che la sintesi finale la debba fare chi ha proposto la bozza iniziale, cioè il CPS-Roma.
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Messaggio Da diego77 Mar Nov 03, 2009 6:25 pm

visto che il forum ha dibattuto dieverse ipotesi di piattaforma, ovvero quella scritta dal cps roma la sett scorsa e quella vecchia,
ora rimane da condividere quale delle due rendere definitiva e "produttiva".
l'importante è tirarne fuori una entro domani sera.
che dite???
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Messaggio Da didier Mar Nov 03, 2009 6:31 pm

Mi raccomando i diversamente abili
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